«Duce! soldato e amico!»

«Duce! soldato e amico!» «Duce! soldato e amico!» La figura e lopera di Mussolini in un articolo del giornale tedesco di Atene Atene, 28 luglio. L'organo tedesco Deutsche NachriclUen in Griechenland pubblica un articolo del dottor Herbert Schwerbel, sotto il titolo: «Duce! soldato e amico! ». L'articolo esalta la figura del Duce come Uomo di Stato e come soldato e, dopo aver rilevato che i tratti caratteristici di questa figura si ritrovano soltanto in quella del Fuhrer, cosi continua: « Per noi tedeschi e per i nostri amici italiani è diventato un fatto naturale vedere sempre il Duce e il FUhrer- nei luoghi in cui si trova il centro dell'attività politica e militare dei nostri popoli. Noi vediamo il Fuhrer al centro degli avvenimenti, in primissima linea, nelle campagne di Polonia, del fronte occidentale, del fronte orientale, e vediamo il Duce, già presente su tutti gli altri fronti italiani, sul fronte africano: soldati tra i soldati, condottieri dei loro popoli, li dove si decide il destino delle loro nazioni. Quando abbiamo udito qualcosa di simile di un Churchill o di un Roosevelt ? A nessuno sarebbe venuto in mente di vedere il signor Churchill a Tobruk e il signor Roosevelt nelle Filippine. Dalla nostra parte stanno gli Uomini che sono usciti dalle file del popolo ed hanno percorso una via diritta, attraverso la vita, le amarezze e le gioie delle loro nazioni: la via che queste nazioni dovevano percorrere per conquistarsi il loro posto al sole. Essi sono soldati senza compromessi e combattenti che il comune destino ha fatto diventare non soltanto alleati politici e camerati di guerra, ma anche amici personali. « In questi ultimi anni noi abbiamo visto e sempre più constatato lo stretto cameratismo, la cordiale e indissolubile amicizia che unisce il Duce e il Fuhrer. « Laggiù in Africa il Duce ha visto i soldati italiani e tedeschi, dopo una campagna che rimarrà una delle più grandi imprese di questa guerra, in una lotta che — siamo sicuri — condotta spalla a spalla, ci porterà vicini alla realizzazione degli ideali e delle aspirazioni dei nostri due popoli. Dopo la visita ai Suoi ed ai nostri soldati, il Duce è stato ad Atene testimone di una collaborazione, che ancora una volta trova la sua espressione nel fatto che anche qui in Grecia il soldato tedesco vigila accanto al soldato italiano per la sicurezza del continente europeo, e che le autorità italiane e quelle tedesche lavorano insieme e con infrangibile cameratismo, diventato in molti casi amicizia personale, per aprire al popolo greco la strada della nuova Europa. Il fatto che il Duce ha ricevuto qui ad Atene il plenipotenziario del Reich e i capi del Governo greco è un simbolo dell'armonico comune lavoro svolto per la mèta comune e cioè per costruire le basi della nuova Europa». (Stefani) «Duce! soldato e amico!» «Duce! soldato e amico!» La figura e lopera di Mussolini in un articolo del giornale tedesco di Atene Atene, 28 luglio. L'organo tedesco Deutsche NachriclUen in Griechenland pubblica un articolo del dottor Herbert Schwerbel, sotto il titolo: «Duce! soldato e amico! ». L'articolo esalta la figura del Duce come Uomo di Stato e come soldato e, dopo aver rilevato che i tratti caratteristici di questa figura si ritrovano soltanto in quella del Fuhrer, cosi continua: « Per noi tedeschi e per i nostri amici italiani è diventato un fatto naturale vedere sempre il Duce e il FUhrer- nei luoghi in cui si trova il centro dell'attività politica e militare dei nostri popoli. Noi vediamo il Fuhrer al centro degli avvenimenti, in primissima linea, nelle campagne di Polonia, del fronte occidentale, del fronte orientale, e vediamo il Duce, già presente su tutti gli altri fronti italiani, sul fronte africano: soldati tra i soldati, condottieri dei loro popoli, li dove si decide il destino delle loro nazioni. Quando abbiamo udito qualcosa di simile di un Churchill o di un Roosevelt ? A nessuno sarebbe venuto in mente di vedere il signor Churchill a Tobruk e il signor Roosevelt nelle Filippine. Dalla nostra parte stanno gli Uomini che sono usciti dalle file del popolo ed hanno percorso una via diritta, attraverso la vita, le amarezze e le gioie delle loro nazioni: la via che queste nazioni dovevano percorrere per conquistarsi il loro posto al sole. Essi sono soldati senza compromessi e combattenti che il comune destino ha fatto diventare non soltanto alleati politici e camerati di guerra, ma anche amici personali. « In questi ultimi anni noi abbiamo visto e sempre più constatato lo stretto cameratismo, la cordiale e indissolubile amicizia che unisce il Duce e il Fuhrer. « Laggiù in Africa il Duce ha visto i soldati italiani e tedeschi, dopo una campagna che rimarrà una delle più grandi imprese di questa guerra, in una lotta che — siamo sicuri — condotta spalla a spalla, ci porterà vicini alla realizzazione degli ideali e delle aspirazioni dei nostri due popoli. Dopo la visita ai Suoi ed ai nostri soldati, il Duce è stato ad Atene testimone di una collaborazione, che ancora una volta trova la sua espressione nel fatto che anche qui in Grecia il soldato tedesco vigila accanto al soldato italiano per la sicurezza del continente europeo, e che le autorità italiane e quelle tedesche lavorano insieme e con infrangibile cameratismo, diventato in molti casi amicizia personale, per aprire al popolo greco la strada della nuova Europa. Il fatto che il Duce ha ricevuto qui ad Atene il plenipotenziario del Reich e i capi del Governo greco è un simbolo dell'armonico comune lavoro svolto per la mèta comune e cioè per costruire le basi della nuova Europa». (Stefani) «Duce! soldato e amico!» «Duce! soldato e amico!» La figura e lopera di Mussolini in un articolo del giornale tedesco di Atene Atene, 28 luglio. L'organo tedesco Deutsche NachriclUen in Griechenland pubblica un articolo del dottor Herbert Schwerbel, sotto il titolo: «Duce! soldato e amico! ». L'articolo esalta la figura del Duce come Uomo di Stato e come soldato e, dopo aver rilevato che i tratti caratteristici di questa figura si ritrovano soltanto in quella del Fuhrer, cosi continua: « Per noi tedeschi e per i nostri amici italiani è diventato un fatto naturale vedere sempre il Duce e il FUhrer- nei luoghi in cui si trova il centro dell'attività politica e militare dei nostri popoli. Noi vediamo il Fuhrer al centro degli avvenimenti, in primissima linea, nelle campagne di Polonia, del fronte occidentale, del fronte orientale, e vediamo il Duce, già presente su tutti gli altri fronti italiani, sul fronte africano: soldati tra i soldati, condottieri dei loro popoli, li dove si decide il destino delle loro nazioni. Quando abbiamo udito qualcosa di simile di un Churchill o di un Roosevelt ? A nessuno sarebbe venuto in mente di vedere il signor Churchill a Tobruk e il signor Roosevelt nelle Filippine. Dalla nostra parte stanno gli Uomini che sono usciti dalle file del popolo ed hanno percorso una via diritta, attraverso la vita, le amarezze e le gioie delle loro nazioni: la via che queste nazioni dovevano percorrere per conquistarsi il loro posto al sole. Essi sono soldati senza compromessi e combattenti che il comune destino ha fatto diventare non soltanto alleati politici e camerati di guerra, ma anche amici personali. « In questi ultimi anni noi abbiamo visto e sempre più constatato lo stretto cameratismo, la cordiale e indissolubile amicizia che unisce il Duce e il Fuhrer. « Laggiù in Africa il Duce ha visto i soldati italiani e tedeschi, dopo una campagna che rimarrà una delle più grandi imprese di questa guerra, in una lotta che — siamo sicuri — condotta spalla a spalla, ci porterà vicini alla realizzazione degli ideali e delle aspirazioni dei nostri due popoli. Dopo la visita ai Suoi ed ai nostri soldati, il Duce è stato ad Atene testimone di una collaborazione, che ancora una volta trova la sua espressione nel fatto che anche qui in Grecia il soldato tedesco vigila accanto al soldato italiano per la sicurezza del continente europeo, e che le autorità italiane e quelle tedesche lavorano insieme e con infrangibile cameratismo, diventato in molti casi amicizia personale, per aprire al popolo greco la strada della nuova Europa. Il fatto che il Duce ha ricevuto qui ad Atene il plenipotenziario del Reich e i capi del Governo greco è un simbolo dell'armonico comune lavoro svolto per la mèta comune e cioè per costruire le basi della nuova Europa». (Stefani)