La nuova fase delle operazioni di Guido Tonella

La nuova fase delle operazioni La nuova fase delle operazioni Berlino, 25 luglio. Le conseguenze della conquista di Rostov stanno già maturando: padroni di tutta la riva occidentale del basso Don, dalla-città in giù, fino alla foce, e completata con la soppressione della sacca di Novocercasc l'occupazione delle rive occidentali fino alla confluenza del Donez, le forze tedesche e alleate sono in procinto di forzare il passaggio al di là del Don e della sua foce verso la Ciscaucasia e il Kuban. Grandiosi sviluppi L'offensiva, nella quale il Comando tedesco ha il vantaggio di poter immettere le forze ridivenute disponibili dopo la conquista di Rostov, si è già estesa su largo fronte a est di Rostov, appoggiandosi quindi verosimilmente alle teste di ponte create fin dalla settimana scorsa sul basso Don. Contrariamente a quello che i non iniziati avevano creduto in un primo tempo, la funzione delle suddette teste di ponte è stata, come oggi sappiamo, più che altro di carattere preparatorio, e cioè con lo scopo, oltre che di incidere direttamente sul collegamento ferroviario StalingradoCaucaso attraverso la linea di Proletarskaja, di proteggere il fianco sinistro della puntata principale nel momento in cui avrebbe avuto inizio più a sud-ovest la vera battaglia per la conquista dei passaggi alla foce del Don. Sugli sviluppi di questa nuova battaglia non si hanno per ora molti dettagli. A quel che tuttavia già si può giudicare, essa si annunzia di proporzioni grandiose, anche per lo sforzo che vi sta facendo il nemico, essendo per l'appunto nel settore a sud di Rostov che Timoscenko ha la maggiore rimanenza di forza, sia con gli elementi sfuggiti all'accerchiamento nel Donez e nel settore di Rostov, sia con quelli fatti affrettatamente affluire dal fronte del Caucaso. Per le forze antibolsceviche, alle quali appartiene l'iniziativa delle operazioni, il problema principale è rappresentato dal superamento del fiume che è qui assai largo. Il possesso della posizione chiave di Rostov sta già però rivelandosi, a questo proposito, di valore determinante. Dalle prime indicazioni diffuse stasera dall'alto Comando in merito ai combattimenti in corso per i passaggi alla fd8e del Don, balza il nome del nodo ferroviario di Bataisk, che è la prima stazione della ferrovia Rostov-Caucaso al di là del Don; qui la Luftwaffe è intervenuta con una serie di violentissimi attacchi a catena sconvolgendo la linea ferroviaria, buttando in aria gli edifici della stazione e i depositi e distruggendo un gran numero di convoglia Più a sud di Bataisk, sono sta ti analogamente colpiti la linea ferroviaria e gran numero di treni in marcia, con effetti catastrofici per il nemico. Questa attività della Luftwaffe (che appare significativamente orientata verso ,1'Srdkampf, cioè l'intervento nel cgsrdcdcgdaStptz i e , l o e n a à o l combattimento a terra in appog- cgio all'azione delle forze terre- mstri) ha dato luogo in particola- sre ad una serie di giganteschi lduelli tra bombardieri tedeschi e fcarri armati sovietici: 50 colossiImdi acciaio che si disponevano, procedendo da sud a nord, a fronteggiare in contrattacchi l'azione delle forze terrestri tedesche e alleate, sono stati centrati dagli Stuka e annientati. Con sistematica azione preparatoria per la penetrazione delle forze terrestri, la Luftwaffe attacca pure i punti fortificati nemici: tra l'altro si segnala la distruzione, ad opera dei bombardieri, di dieci batterie di grosso calibro che i sovietici avevano stabilito in vetta a posizioni dominanti. Efficacissimi sono pure gli interventi contro le colonne autocarrate mediante le quali il comando sovietico cerca di avviare verso il fronte del basso Don truppe fresche per bloccare il passo ai tedeschi e ai loro alleati: 200 autocarri nemici sono stati distrutti. In più sono stati centrati diversi depositi di munizioni e di carburante. Verso Stalingrado Mentre così ci si sta aprendo la via al di là del basso Don e della sua foce lungo la direttrice sud, prosegue con incontenibile energia l'avanzata lungo la direttrice est, verso Stalingrado. I progressi effettuati nelle ultime ventiquattro ore nel settore dell'ansa del Don sono i più considerevoli. Come apprendiamo dal comunicato odierno, le forze tedesche stanno avvicinandosi al corso del fiume; anzi, secondo informazioni csftptnccDtmm.dell'ultima ora, la punta dell'avan- zata già sarebbe arrivata al ver- mtice orientale dell'ansa. Questo ai-1 gnifica che i tentativi di resistenza svolti dal nemico mediante affrettati invìi di nuove forze sono stati infranti. Sono appena tre giorni che il Comando tedesco ha annunciato che la punta dell'arma- ta impegnata in questo settore si|trovava ad una ottantina di chi-'lometri dal vertice dell'ansa; oggi,;superata questa distanza, le forze tedesche dovrebbero trovarsi a poco più di una settantina di chilometri da Stalingrado. Per vedere in tutta la loro luce i grandiosi successi realizzati sia nel settore del basso Don che in direzione di Stalingrado, bisogna tener conto del fatto che lo spazio compreso tra le diverse puntate delle formazioni celeri e delle colonne di panzer è in grandissima parte già riempito dalla massa delle fanterie le quali stanno procedendo ad un sistematico rastrellamento del terreno. Data la enorme vastità dello spazio su cui si svolge quest'azione, è evidente che essa ricniederà ancora un certo tempo prima di essere portata a termine; tuttavia essa na già raggiunto tali risultati da dare un valore assoluto alle conquiste territoriali nello spazio compreso fra le diverse puntate delle formazioni avanzate Se tale è il giudizio per quanto riguarda i risultati conseguiti in campo territoriale, ci si può do mandare quale è l'importanza del successo nel campo specifico dei l'annientamento e della cattura di forze e di materiale bellico nemici Benché manchino dei dati precisi — dato che il Comando tedesco si riserva evidentemente di fornire a rastrellamento compluto — il successo, a quanto già si può giudicare dall'Entità del bottino, si può considerare acquisito nella misura più clamorosa. Secondo informazioni ufficiose raccolte negli ambienti militari dal D. a. D. il numero dei carri armati e dei cannoni catturati al nemico raggiungerebbero rispettivamente la cifra di 2200 e 2400 (nella prima fase dell'offensiva, le cifre ufficiali date dal Bollettino del 10 luglio, erano per i cannoni di 1100 e per i carri armati di 1500). La lotta intorno al caposaldo Da diverse informazioni com plementari che ci sono fornite stasera dalla Nachtausgabe, a proposito dei combattimenti che hanno preceduto la caduta di Rostov, apprendiamo che a nord-est di questo centro, attorno a Novocercasc e Aksaiskaia si è svolta una vera e propria battaglia di annientamento, probabilmente la più importante del settore dell'estremo sud. Risulta cosi confermato che nelle originarie intenzioni di Timoscenko, la zona di Rostov e della foce del Don, data la sua importanza di posizionechiave, non avrebbe dovuto essere compresa nell'ordine di ritirata. Anche quando il profilarsi della minaccia di un attacco sul fianco costrinse Timoscenko a prendere .affrettatamente in considerazione - un abbandono delle posizioni del m0nez, il comando sovietico è ri1 masto fermo nella decisione di bgrpd?nstsDlpmLinshgntqo e a non cedere un palmo di terreno del suo caposaldo all'estremo sud. E' per questo che forze sovietiche ingenti sono state trattenu te fino all'ultimo momento a nord e a nord-est di Rostov, nella par¬ i|te pju interna dell'ansa Donez-'non. Data la rapidità e la poten,;^ con ]a quaie je forze tedesche e e a n a o e a a a i e a à n a ed alleate, traversato il Donez, hanno puntato a sud direttamente su Rostov, questi concentramenti nemici sono stati sorpresi —e in parte anzi tagliati a metà — in posizione estremamente sfavorevole, a ridosso dei due fiumi. La battaglia di annientamento svolta con estrema energia da parte delle forze tedesche e slovacche, con intervento delle S. S. e di poderose formazioni corazzate, è giunta praticamente alla sua conclusione alla vigilia della caduta di Rostov. Soltanto al centro di Novocercasc e di Aksaiskaia hanno continuato a resistere fino a ieri, asserragliati nelle case trasformate in fortilizi, diversi gruppi sovietici. Il loro annientamento è stato realizzato ieri grazie all'intervento di assaltatori specializzati muniti di lanciafiamme. L'azione veniva coronata con la conquista di Novocercasc e del o Ideino centro di Aksaiskaia. n Guido Tonella