La nuova battaglia tra il Don e il Volga di Guido Tonella

La nuova battaglia tra il Don e il Volga La nuova battaglia tra il Don e il Volga uno terza azione offensiva a sud del basso Don, cioè direttamente nel territorio della Ciscaucasia. Per avere una visione precisa del grandioso complesso operativo impegnato dal Comando tedesco, è necessario enumerare in tal modo le diverse puntate offensive, essendo\ evidente che l'azione oltre il basso Don — e lo stesso autorevole commentatore della Nachtausgabe lo conferma stasera — pur interessando un settore vicinissimo a quello di Rostov, è nettamente da distinguersi dalla battaglia di accerchiamento e di annientamento colà in corso (Rostov è situata infatti ad ovest del Don, cosicché per procedere al suo investimento concentrico non sarebbe stato, a rigore, necessario che le forze tedesche si spostassero al di là del fiume!). La nuova offensiva La testa di ponte creata fin da sabato scorso sulla r:va sud del basso Don, nei pressi di Costantinowskaia, è stata sviluppata e completata da un grande mimerò di nuove teste di ponte sia nel tratto del fiume vicino alla confluenza col Donez, sia più a oriente fino dove il corso del Don piega a nord formando la nota ansa. E' su largo fronte che le forze antibolsceviche sono sboccate al di là del Don nella zona Ciscaucasica, schiantando con- folgorante impeto le difese affannosamente apprestate lungo il fiume dal nemico. Dai primi dati che si hanno stasera a questo proposito, risulta come la Luftwaffe abbia iiiiiitiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiit Berlino, 22 luglio. Ventiquattr'ore dopo avere ufficialmente confermato come, oltre u77a battaglia di accerchiamento del settore Donez-Rostov, una seconda grande azione sia prossima al suo vittorioso epilogo nell'ansa del Don, l'Alto Comando tedesco ci ha dato il primo eia moroso annuncio dello scattare di\una terza nzinne. nfìp.nMvn a .*„d, dato un decisivo apporto alla riuscita di questa impresa e soprattutto alla creazione delle diverse teste di ponte, intervenendo con estremo efficacia contro le posizioni che il nemico occupava lungo la riva sud del fiume. Una grugnitola di bombe è stata fatta cadere sulle batterie sovietiche che in breve spazio di tempo sono %a£^e%»"™»'^™'« "ale sistematicamente poste JU0 ri combattimento La traversata del fiume ha tuttavia comportato considerevoli difficoltà: il Don è infatti in questo tratto assai largo e i nuovi violenti acquazzoni che hanno imperversato nel settore dell'estremo Sud nelle giornate di sabato e domenica, avevano ingrossato il fiume e resa estremamente impetuosa la corrente. Ciò nonostante, un poderoso complesso di forze lui ormai posato saldamente il piede a sud del Don e sta colà sviluppandovi una potente, irresistibile attività operativa. Un immediato obbiettivo di questa nuova azione che già si annuncia di grandiosa concezione, sia per la vastità della rottura che per la massa impegnatavi dal Comando tedesco, la si può indicare, senza rivelare alcun segreto militare, nel raggiungimento della linea ferroviaria che, attraverso Proletarskaia, unisce Stalingrado al Caucaso. Questa linea, che ad oriente si avvicina fino ad una ventina di chilometri dal corso del Don, è già stata tagliata in più punti fin dai giorni scorsi dagli attacchi della Luftwaffe. \ Sulle altre più lontane mète a cui tende lo sviluppo operativo a sud del Don, è per ora vano tentare delle anticipazioni, Stalingrado avvicinata La premessa della riuscita di questa grandiosa operazione di trasferimento del fronte dell'estremo sud in pieno territorio della Ciscaucasia, è quella stessa che abbiamo indicato ieri a proposito del rapidissimo successo che ha coronato la battaglia di rottura e di inseguimento impegnata dalle forze tedesche e alleate nella grande ama del Don, e cioè la pratica eliminazione dell'intera, ala sinistra sovietica. Timoscenko non è stato in grado di contrastare nè l'avanzata oltre il basso Don nè l'avanzata nell'ansa del Don, perchè le sue forze sono state preliminarmente annientate e bloccate dall'avversario rispettivamente nella battaglia di rottura impegnata sul fronte Kursk-Karkov e, più tardi, nella battaglia di accerchiamento Donez-Rostov. La constatazione della inefficienza, per non dire della inesistenza dì un'ala sinistra sovietica operante, la si è potuta rifare oggi per ciò che riguarda il vit torioso svolgimento delle operazioni che, attraverso la conquista di tutto il territorio compreso nell'ansa del Don, puntano direttamente verso Stalingrado: la resistenza, come ci dice l'odierno Bollettino, è ormai ridotta a poca cosa. La battaglia dell'ansa del Don I è dunque ormai vinta e se ci man- cano \ dati topoqraflci precisi per-illustrare la situazione, possiamo anche noi, come ha fatto stasera il portavoce della Wehrmacht, invitare il lettore ansioso di sapere dove esattamente arrivino le punte dell'annata colà impegnata dal Comando tedesco, a fare un calcolo dei diversi elementi di giù- e n e o i e l , i e e i i , e , a o o d a o n a a i i a e o a e e a a a a a e e , o e a a n - dizio fornitici dai due ultimi Bollettini — rapidità dell'avanzata e declinante resistenza nemica — ed a proiettarne sulla carta il risultato lungo la direttrice di marcia seguita dalle colonne tedesche in direzione cioè di Stalingrado! L'avanzata degli italiani Oggi che il nome di Stalingrado, l'antica Zarizin della pomposa epoca zarista, è ripetuto in così espressa forma come quello dell'obiettivo dellr qrande azione impegnata nell'ansa del Don, non è inutile ricordare ancora una volta, al fine di chiarire l'eccezionale importanza geografica di questo centro, come Stalingrado sia situata esattamente nel punto che in una non lontana epoca geologica in cui il Don era semplicemente un affluente del Volga, corrispondeva alla confluenza dei due fiumi. Il saper leggere con sagacia nelle riposte pieghe del gran l bro della natura, rappresenta un importante elemento di successo in campo strategico ed il Comando tedesco ne sta dando la clamorosa dimostrazione. E' attraverso la valle del Don — il quale ancora oggi, da Boguzar in giù, incurva il suo corso in direzione del Volga fino a giungere nei pressi di Stalingrado ad una sessantina di chilometri appena dal gran fiume — che le forze tedesche si sono aperte l'accesso al basso Volga. Sul fronte di Rostov, l'assalto concentrico delle forze tedesche e aheate è andato concretizzandosi nelle ultime ventiquattro ore in un decisivo successo. Nonostante gli ostacoli accumulati dal nemico particolarmente nel settore di Taganrog, con mine e sbarramenti di ogni genere, la resistenza organizzata dai sovietici è stata spezzata. L'avanzata portu ormai direttamente entro la fascia fortificata stabilita a semicerchio attorno alla città. Per quanto riguarda il settore del Donez, la notizia più importante delle odierne cronache di guerra è quella riguardante la presa di Crasni Lutsc da parte delle formazioni celeri italiane lanciate al travolgente inseguimento delle forze sovietiche snidate dalle loro originarie fortiflcatissime posizioni del settore ad oriente di Statino. Crasni Lutsc, che è situata sulla verticale del sud da Voroscilovgrad a Taganrog, a una trentina di chilometri a sud della prima delle due suddette località, è un centro carbonifero di grandissima importanza. Le nostre forze, come espressamente indica il Bollettino tedesco, hanno fatto gran numero di prigionieri e R sono impadronite di un copioso bottino. Questo risultato, unitamente a quelli che si stanno realizzando in altri punti del fronte del Donez e di Rostov, conferma vieppiù co- me la grandissima, parte, per non dire la totalità, delle divisioni di Timoscenko, siano rimaste bloccate a seguito della rapidissima manovra di aggiramento sulla direttrice sud-est. Quali riserve rimangono a Timoscenko* Sul quesito formulato ansiosamente a Londra e a Washington, a Berlino non si prende r\V°?\zione. Lo svolgimeìxto delle -'««ioni offensive impegnate nel o a ne e a n ù- settore sud sia nell'ansa del Don che nella Ciscaucasia, dimostra tuttavia, ripetiamo, che il grosso dello schieramento sovietico del Sud è ormai praticamente eliminato, Guido Tonella