LA GUERRA E LO SPAZIO
LA GUERRA E LO SPAZIO LA GUERRA E LO SPAZIO Churchill e Roosevelt hanno dovuto riconoscere che il ritmo degli affondamenti è più veloce di quello delle nuove costruzioni. I giornali di Londra e di New York ne hanno concluso: allora il tempo non lavora per noi, perchè la capacità di distruzione del nemico è più forte della nostra capacità di produzione. Perduto il <t tempo » come alleato, rimaneva lo « spazio »: l'immenso deserto in Africa, la steppa immensa in Russia. La avanzata fulminea delle forze italo-tedesche dal gebel cirenaico alle porte di Alessandria ha sbalordito l'opinione pubblica inglese. Non ancora si era riavuta dal colpo ed è incominciata una seconda spettacolosa avanzata: quella degli eserciti anti-comunisti in Russia. In pochi giorni potenti armate sono state costrette ad una disordinata fuga per centinaia di chilometri. Ieri si parlava del Don ed oggi già si parla del Volga. Gli inglesi, appare evidente negli irritati commenti non solo dei quotidiani ma anche di pacate riviste come l'Economisti odiano ormai le formule della propaganda: * le ritirate gloriose e strategiche », « i piani prestabiliti », « il tempo e lo spazio », « perdiamo tutte le battaglie tranne l'ultima » e cosi via. Gli inglesi, lo dicono senza esitazioni i giornali di Londra, vorrebbero un Nelson, un Wellington, un Marlborough che desse loro una vittoria. Anche una sola, per ritrovare un po' di fede. LA GUERRA E LO SPAZIO LA GUERRA E LO SPAZIO Churchill e Roosevelt hanno dovuto riconoscere che il ritmo degli affondamenti è più veloce di quello delle nuove costruzioni. I giornali di Londra e di New York ne hanno concluso: allora il tempo non lavora per noi, perchè la capacità di distruzione del nemico è più forte della nostra capacità di produzione. Perduto il <t tempo » come alleato, rimaneva lo « spazio »: l'immenso deserto in Africa, la steppa immensa in Russia. La avanzata fulminea delle forze italo-tedesche dal gebel cirenaico alle porte di Alessandria ha sbalordito l'opinione pubblica inglese. Non ancora si era riavuta dal colpo ed è incominciata una seconda spettacolosa avanzata: quella degli eserciti anti-comunisti in Russia. In pochi giorni potenti armate sono state costrette ad una disordinata fuga per centinaia di chilometri. Ieri si parlava del Don ed oggi già si parla del Volga. Gli inglesi, appare evidente negli irritati commenti non solo dei quotidiani ma anche di pacate riviste come l'Economisti odiano ormai le formule della propaganda: * le ritirate gloriose e strategiche », « i piani prestabiliti », « il tempo e lo spazio », « perdiamo tutte le battaglie tranne l'ultima » e cosi via. Gli inglesi, lo dicono senza esitazioni i giornali di Londra, vorrebbero un Nelson, un Wellington, un Marlborough che desse loro una vittoria. Anche una sola, per ritrovare un po' di fede. LA GUERRA E LO SPAZIO LA GUERRA E LO SPAZIO Churchill e Roosevelt hanno dovuto riconoscere che il ritmo degli affondamenti è più veloce di quello delle nuove costruzioni. I giornali di Londra e di New York ne hanno concluso: allora il tempo non lavora per noi, perchè la capacità di distruzione del nemico è più forte della nostra capacità di produzione. Perduto il <t tempo » come alleato, rimaneva lo « spazio »: l'immenso deserto in Africa, la steppa immensa in Russia. La avanzata fulminea delle forze italo-tedesche dal gebel cirenaico alle porte di Alessandria ha sbalordito l'opinione pubblica inglese. Non ancora si era riavuta dal colpo ed è incominciata una seconda spettacolosa avanzata: quella degli eserciti anti-comunisti in Russia. In pochi giorni potenti armate sono state costrette ad una disordinata fuga per centinaia di chilometri. Ieri si parlava del Don ed oggi già si parla del Volga. Gli inglesi, appare evidente negli irritati commenti non solo dei quotidiani ma anche di pacate riviste come l'Economisti odiano ormai le formule della propaganda: * le ritirate gloriose e strategiche », « i piani prestabiliti », « il tempo e lo spazio », « perdiamo tutte le battaglie tranne l'ultima » e cosi via. Gli inglesi, lo dicono senza esitazioni i giornali di Londra, vorrebbero un Nelson, un Wellington, un Marlborough che desse loro una vittoria. Anche una sola, per ritrovare un po' di fede.
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- 24 novembre 1986
- A Bologna il processo di diffamazione per i diari su Caporetto di Angelo Gatti
- La Juventus decide stamane la formazione per Padova
- E' calato ieri il sipario sulla massima rassegna internazionale del oiolismo
- Si accusa del delitto di Varese
- C'era una volta il Maria Adelaide
- A un industriale Villa Moglia di Chieri
- Studenti a lezione in una villa barocca
- Arrestato al ''neurodeliri,, di Genova
- LA STAMPA
- I'industriale insidiava i ragazzini: arrestato
- TV
- Forse un maniaco che si aggira nella brughiera ha uccisa e bruciata la studentessa di Trecate
- L'Italia Ú un paese moderno Vince il il divorzio resta
- La Argerich, Beroff e un travolgente Liszt
- LA PRIMAVERA RAI
- La percentuale dei votanti più bassa del 5% rispetto al 72
- I leaders dopo le fatiche
- Intensa azione dei nostri bombardieri per scardinare gli apprestamenti sulla costa egiziana
- 24 novembre 1986
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- S'uccide con l'auto contro un rimorchio l'industriale del tessile Zegna Baruffa
- "Varsavia deve arrendersi"
- Ad un favoloso Pulici risponde una volta sola Chinaglia
- Uccisa con ventidue coltellate
- L'orrenda visione nella sala della Banca
- Grace Kelly ha pagalo
- Tragica morte di Belinda Lee in un incidente d'auto in California
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- La parola d'orline di Hitler ai giovani: lotta senza quartiere al bolscevismo
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy