Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse di Giuseppe Piazza

Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Gli affondamenti del naviglio anglosassone Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Manovre per addomesticare la discussione ai Comuni - L'eterna polemica sul secondo fronte Berlino, 14 luglio. Al centro dell'attenzione sta ancora, con non diminuito interesse, la pubblica discussione scatenata in Inghilterra dalla questione del tonnellaggio che di giorno in giorno sempre più si acuisce in attesa della seduta segreta promessa dal signor Churchill alla Camera dei Comuni sull'argomento e in cui sembrano polarizzarsi anche tutto il nervosismo e tutta la depressione degli animi in seguito alle sconfitte sovietiche. Sul grado di sincerità intanto con cui il governo di Churchill è effettivamente intenzionato di venire incontro all'ansietà parlamentare nella discussione più o meno segreta promessa come valvola di sicurezza della caldaia delle pubbliche preoccupazioni, depongono le dichiarazioni preservative con cui il signor Churchill si sforza, a mezzo di tutti i suoi portavoce, di precisarla e freventivamente addomesticarla. 1 suo sostituto signor Attlee infatti ha or ora fatto osservare in una presa di posizione in difesa della politica di riservatezza del gabinetto che « il popolo inglese non guadagnerà certamente nulla (e tanto meno certo in tonnellaggio!) da una lunga serie di cifre che il governo gh ponga per caso davanti non importa se in una seduta pubblica o in una privata; e che il solo a guadagnarne semmai sarà Hitler, il quale ne potrebbe ricavare una via e un mezzo preziosissimi per meglio controllare le sue proprie cifre per le quali per ora deve solo contentarsi delle indicazioni fornitegli dal comandanti dei suoi sottomarini ». A questa prudenziale manovra di corridoio del capo laburista responsabile numero due della catastrofica politica di guerra britannica, si risponde a Berlino notando anzitutto come essa miri a svalutare preventivamente il peso delle cifre qualsiansi che Churchill si affretta a dare alla rappresentanza nazionale (se pur ne darà), e ciò nell'intento di poter mante' nere costantemente in materia una certa soffice zona di incertezza e di equivoco capace di fare da cuscinetto ai contraccolpi della pubblica opinione in un campo che particolarmente la eccita e a un tempo la deprime; è suscettibile anche nello stesso tempo di conservare all'azione di governo lo tepazio e la libertà di movimento necessari per le sue possibilità di esame e di consiglio riempite purtroppo da null'altro che dalla più evidente assenza di programma e dalla più comprovata incapacità di provvedimenti. In quanto poi al presupposto e temuto vantaggio che il governo tedesco dovrebbe poter detrarre da una aperta e veritiera discussione alla Camera dei Comuni sull'argomento, quello cioè di poter controllare le proprie cifre, si risponde dalla stampa tedesca con un « grazie, no » che deve completamente rassicurare gli stilici e interessati detentori di quella adulterata -verità circa la sua completa inutilità e innocenza. Il Comando supremo tedesco infatti ■<—. qui si osserva — non ha davvero alcun bisogno di completare con controlli di alcun genere le asserzioni e le cifre dei suoi ufficiali e dei suoi comandanti na vali o aerei che gli danno un quadro sufficientemente chiaro e completo e sicuro della misura dei colpi inferii alla resistenza avversaria con la guerra del ton nellaggio in tutti i mari — della cui .formidabilità lo spasimo ne vrotico di questa stessa discussio ne in seno al pubblico britannico è una delle conferme più eloquenti. " Circa l'esattezza delle cifre in particolare, fa oggi poi il giro dei giornali tedeschi l'esplicita conferma uscitane di bocca al signor Attlee stesso di fronte a due membri dell'opposizione della Camera dei Comuni nella sede del club « Esercito e marina * come seguito dell'agitata discussione svoltasi nell'ultima seduta parlamentare. Secondo che ne riferisce oggi In un suo telegramma il giornale svedese Dagen Posteti a quei due deputati, Winterton e Dipson, i quali incontrato il signor Attlee nella sala del circolo gli opponevano che la politica di silenzio del governo altro non costituiva se non una conferma esplicita delle cifre tedesche, il sostituto di Churchill — perduto per un istante nell'eccitazione il potere di controllo — rispondeva, secondo la narrazione del corrispondente neutrale: «Appunto per questo precisamente... le cifre dei tedeschi combinano perfettamente con le nostre ed è proprio questo il lato doloroso della cosa ». Altrettanto attentamente seguita continua ad essere la polemica del doppio fronte con la questione del naviglio intimamente collegata; anche tali questioni sono tra Mosca, Londra e Washington evidentemente risvegliate e rese più acute sotto l'impressione dei colpi poderosi delle offensive tedesche e dell'Asse; ma mentre a Mosca esse accennano ad assumere toni severi e magari patetici, nella stampa anglo-americana invece sempre più sembrano infrangersi e smorzarsi in discussioni polemiche varie contro il frangente inesorabile della situazione fatta al tonnellaggio interalleato dalla guerra sottomarina dell'Asse. I toni più smorzati di questa politica sono sempre tenuti anche oggi dalla stampa britannica, la quale, mentre non ha più ormai ritegno a riconoscere come sareb be questo il momento di mante nere ai russi le promesse fatte per l'ora del pericolo (quale migliore conferma del carattere catastrofico che è riconosciuto alla situazione delle armate di Timotxenko?) si obbietta però sempre più apertamente e con sempre più diminuito senso di pudore i gravi rischi militari che l'impresa di un secondo fronte porterebbe inevitabilmente con sè nel presente momento della guerra e della situazione generale. Così, per esempio, il Times oggi si affretta a riconoscere in tono minore come « un'impresa offensiva in Europa sarebbe di per se stessa in questo momento estremamente pericolosa », e il Daily Herald ammonisce, con non minor senso di preoccupazione, come una tale impresa potrebbe in questo momento risolversi in una nuova grave catastrofe ». Tra le voci americane si rileva quella del New York Times, il quale parla oggi di « ben limitate possibilità, che, sia per quanto riguarda la navigazione che per quanto riguarda l'istruzione e la produzione (e vi par poco!), compromettono oggi come oggi il piano di un secondo fronte »; ed il giornale ritorna a stringere ancora più di quanto non abbia fatto nei giorni scorsi il cappio dell'alternativa o, diciamolo chiaramene, del ricatto attorno al collo dei Sovieti scrivendo che: «Del resto, non appena un piano di un secondo fronte fosse preso in considerazione si dovrebbe per ciò stesso all'istante cessare ogni e qualsiasi fornitura all'Unione Sovietica ». A Berlino tutte queste manifestazioni di stampa avversarie non vengono certamente sopravalutate dal punto di vista della loro autenticità sia politica che militare; ma vengono soltanto ritenute estremamente interessanti e istruttive come segni barometrici di spirito pubblico e come sintomo di un principio di rinsavimento e di una più obbiettiva e realistica considerazione circa il generale ulteriore sviluppo militare stesso de^la situazione. Giuseppe Piazza Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Gli affondamenti del naviglio anglosassone Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Manovre per addomesticare la discussione ai Comuni - L'eterna polemica sul secondo fronte Berlino, 14 luglio. Al centro dell'attenzione sta ancora, con non diminuito interesse, la pubblica discussione scatenata in Inghilterra dalla questione del tonnellaggio che di giorno in giorno sempre più si acuisce in attesa della seduta segreta promessa dal signor Churchill alla Camera dei Comuni sull'argomento e in cui sembrano polarizzarsi anche tutto il nervosismo e tutta la depressione degli animi in seguito alle sconfitte sovietiche. Sul grado di sincerità intanto con cui il governo di Churchill è effettivamente intenzionato di venire incontro all'ansietà parlamentare nella discussione più o meno segreta promessa come valvola di sicurezza della caldaia delle pubbliche preoccupazioni, depongono le dichiarazioni preservative con cui il signor Churchill si sforza, a mezzo di tutti i suoi portavoce, di precisarla e freventivamente addomesticarla. 1 suo sostituto signor Attlee infatti ha or ora fatto osservare in una presa di posizione in difesa della politica di riservatezza del gabinetto che « il popolo inglese non guadagnerà certamente nulla (e tanto meno certo in tonnellaggio!) da una lunga serie di cifre che il governo gh ponga per caso davanti non importa se in una seduta pubblica o in una privata; e che il solo a guadagnarne semmai sarà Hitler, il quale ne potrebbe ricavare una via e un mezzo preziosissimi per meglio controllare le sue proprie cifre per le quali per ora deve solo contentarsi delle indicazioni fornitegli dal comandanti dei suoi sottomarini ». A questa prudenziale manovra di corridoio del capo laburista responsabile numero due della catastrofica politica di guerra britannica, si risponde a Berlino notando anzitutto come essa miri a svalutare preventivamente il peso delle cifre qualsiansi che Churchill si affretta a dare alla rappresentanza nazionale (se pur ne darà), e ciò nell'intento di poter mante' nere costantemente in materia una certa soffice zona di incertezza e di equivoco capace di fare da cuscinetto ai contraccolpi della pubblica opinione in un campo che particolarmente la eccita e a un tempo la deprime; è suscettibile anche nello stesso tempo di conservare all'azione di governo lo tepazio e la libertà di movimento necessari per le sue possibilità di esame e di consiglio riempite purtroppo da null'altro che dalla più evidente assenza di programma e dalla più comprovata incapacità di provvedimenti. In quanto poi al presupposto e temuto vantaggio che il governo tedesco dovrebbe poter detrarre da una aperta e veritiera discussione alla Camera dei Comuni sull'argomento, quello cioè di poter controllare le proprie cifre, si risponde dalla stampa tedesca con un « grazie, no » che deve completamente rassicurare gli stilici e interessati detentori di quella adulterata -verità circa la sua completa inutilità e innocenza. Il Comando supremo tedesco infatti ■<—. qui si osserva — non ha davvero alcun bisogno di completare con controlli di alcun genere le asserzioni e le cifre dei suoi ufficiali e dei suoi comandanti na vali o aerei che gli danno un quadro sufficientemente chiaro e completo e sicuro della misura dei colpi inferii alla resistenza avversaria con la guerra del ton nellaggio in tutti i mari — della cui .formidabilità lo spasimo ne vrotico di questa stessa discussio ne in seno al pubblico britannico è una delle conferme più eloquenti. " Circa l'esattezza delle cifre in particolare, fa oggi poi il giro dei giornali tedeschi l'esplicita conferma uscitane di bocca al signor Attlee stesso di fronte a due membri dell'opposizione della Camera dei Comuni nella sede del club « Esercito e marina * come seguito dell'agitata discussione svoltasi nell'ultima seduta parlamentare. Secondo che ne riferisce oggi In un suo telegramma il giornale svedese Dagen Posteti a quei due deputati, Winterton e Dipson, i quali incontrato il signor Attlee nella sala del circolo gli opponevano che la politica di silenzio del governo altro non costituiva se non una conferma esplicita delle cifre tedesche, il sostituto di Churchill — perduto per un istante nell'eccitazione il potere di controllo — rispondeva, secondo la narrazione del corrispondente neutrale: «Appunto per questo precisamente... le cifre dei tedeschi combinano perfettamente con le nostre ed è proprio questo il lato doloroso della cosa ». Altrettanto attentamente seguita continua ad essere la polemica del doppio fronte con la questione del naviglio intimamente collegata; anche tali questioni sono tra Mosca, Londra e Washington evidentemente risvegliate e rese più acute sotto l'impressione dei colpi poderosi delle offensive tedesche e dell'Asse; ma mentre a Mosca esse accennano ad assumere toni severi e magari patetici, nella stampa anglo-americana invece sempre più sembrano infrangersi e smorzarsi in discussioni polemiche varie contro il frangente inesorabile della situazione fatta al tonnellaggio interalleato dalla guerra sottomarina dell'Asse. I toni più smorzati di questa politica sono sempre tenuti anche oggi dalla stampa britannica, la quale, mentre non ha più ormai ritegno a riconoscere come sareb be questo il momento di mante nere ai russi le promesse fatte per l'ora del pericolo (quale migliore conferma del carattere catastrofico che è riconosciuto alla situazione delle armate di Timotxenko?) si obbietta però sempre più apertamente e con sempre più diminuito senso di pudore i gravi rischi militari che l'impresa di un secondo fronte porterebbe inevitabilmente con sè nel presente momento della guerra e della situazione generale. Così, per esempio, il Times oggi si affretta a riconoscere in tono minore come « un'impresa offensiva in Europa sarebbe di per se stessa in questo momento estremamente pericolosa », e il Daily Herald ammonisce, con non minor senso di preoccupazione, come una tale impresa potrebbe in questo momento risolversi in una nuova grave catastrofe ». Tra le voci americane si rileva quella del New York Times, il quale parla oggi di « ben limitate possibilità, che, sia per quanto riguarda la navigazione che per quanto riguarda l'istruzione e la produzione (e vi par poco!), compromettono oggi come oggi il piano di un secondo fronte »; ed il giornale ritorna a stringere ancora più di quanto non abbia fatto nei giorni scorsi il cappio dell'alternativa o, diciamolo chiaramene, del ricatto attorno al collo dei Sovieti scrivendo che: «Del resto, non appena un piano di un secondo fronte fosse preso in considerazione si dovrebbe per ciò stesso all'istante cessare ogni e qualsiasi fornitura all'Unione Sovietica ». A Berlino tutte queste manifestazioni di stampa avversarie non vengono certamente sopravalutate dal punto di vista della loro autenticità sia politica che militare; ma vengono soltanto ritenute estremamente interessanti e istruttive come segni barometrici di spirito pubblico e come sintomo di un principio di rinsavimento e di una più obbiettiva e realistica considerazione circa il generale ulteriore sviluppo militare stesso de^la situazione. Giuseppe Piazza Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Gli affondamenti del naviglio anglosassone Attlee riconosce l'esattezza delle cifre denunciate dall'Asse Manovre per addomesticare la discussione ai Comuni - L'eterna polemica sul secondo fronte Berlino, 14 luglio. Al centro dell'attenzione sta ancora, con non diminuito interesse, la pubblica discussione scatenata in Inghilterra dalla questione del tonnellaggio che di giorno in giorno sempre più si acuisce in attesa della seduta segreta promessa dal signor Churchill alla Camera dei Comuni sull'argomento e in cui sembrano polarizzarsi anche tutto il nervosismo e tutta la depressione degli animi in seguito alle sconfitte sovietiche. Sul grado di sincerità intanto con cui il governo di Churchill è effettivamente intenzionato di venire incontro all'ansietà parlamentare nella discussione più o meno segreta promessa come valvola di sicurezza della caldaia delle pubbliche preoccupazioni, depongono le dichiarazioni preservative con cui il signor Churchill si sforza, a mezzo di tutti i suoi portavoce, di precisarla e freventivamente addomesticarla. 1 suo sostituto signor Attlee infatti ha or ora fatto osservare in una presa di posizione in difesa della politica di riservatezza del gabinetto che « il popolo inglese non guadagnerà certamente nulla (e tanto meno certo in tonnellaggio!) da una lunga serie di cifre che il governo gh ponga per caso davanti non importa se in una seduta pubblica o in una privata; e che il solo a guadagnarne semmai sarà Hitler, il quale ne potrebbe ricavare una via e un mezzo preziosissimi per meglio controllare le sue proprie cifre per le quali per ora deve solo contentarsi delle indicazioni fornitegli dal comandanti dei suoi sottomarini ». A questa prudenziale manovra di corridoio del capo laburista responsabile numero due della catastrofica politica di guerra britannica, si risponde a Berlino notando anzitutto come essa miri a svalutare preventivamente il peso delle cifre qualsiansi che Churchill si affretta a dare alla rappresentanza nazionale (se pur ne darà), e ciò nell'intento di poter mante' nere costantemente in materia una certa soffice zona di incertezza e di equivoco capace di fare da cuscinetto ai contraccolpi della pubblica opinione in un campo che particolarmente la eccita e a un tempo la deprime; è suscettibile anche nello stesso tempo di conservare all'azione di governo lo tepazio e la libertà di movimento necessari per le sue possibilità di esame e di consiglio riempite purtroppo da null'altro che dalla più evidente assenza di programma e dalla più comprovata incapacità di provvedimenti. In quanto poi al presupposto e temuto vantaggio che il governo tedesco dovrebbe poter detrarre da una aperta e veritiera discussione alla Camera dei Comuni sull'argomento, quello cioè di poter controllare le proprie cifre, si risponde dalla stampa tedesca con un « grazie, no » che deve completamente rassicurare gli stilici e interessati detentori di quella adulterata -verità circa la sua completa inutilità e innocenza. Il Comando supremo tedesco infatti ■<—. qui si osserva — non ha davvero alcun bisogno di completare con controlli di alcun genere le asserzioni e le cifre dei suoi ufficiali e dei suoi comandanti na vali o aerei che gli danno un quadro sufficientemente chiaro e completo e sicuro della misura dei colpi inferii alla resistenza avversaria con la guerra del ton nellaggio in tutti i mari — della cui .formidabilità lo spasimo ne vrotico di questa stessa discussio ne in seno al pubblico britannico è una delle conferme più eloquenti. " Circa l'esattezza delle cifre in particolare, fa oggi poi il giro dei giornali tedeschi l'esplicita conferma uscitane di bocca al signor Attlee stesso di fronte a due membri dell'opposizione della Camera dei Comuni nella sede del club « Esercito e marina * come seguito dell'agitata discussione svoltasi nell'ultima seduta parlamentare. Secondo che ne riferisce oggi In un suo telegramma il giornale svedese Dagen Posteti a quei due deputati, Winterton e Dipson, i quali incontrato il signor Attlee nella sala del circolo gli opponevano che la politica di silenzio del governo altro non costituiva se non una conferma esplicita delle cifre tedesche, il sostituto di Churchill — perduto per un istante nell'eccitazione il potere di controllo — rispondeva, secondo la narrazione del corrispondente neutrale: «Appunto per questo precisamente... le cifre dei tedeschi combinano perfettamente con le nostre ed è proprio questo il lato doloroso della cosa ». Altrettanto attentamente seguita continua ad essere la polemica del doppio fronte con la questione del naviglio intimamente collegata; anche tali questioni sono tra Mosca, Londra e Washington evidentemente risvegliate e rese più acute sotto l'impressione dei colpi poderosi delle offensive tedesche e dell'Asse; ma mentre a Mosca esse accennano ad assumere toni severi e magari patetici, nella stampa anglo-americana invece sempre più sembrano infrangersi e smorzarsi in discussioni polemiche varie contro il frangente inesorabile della situazione fatta al tonnellaggio interalleato dalla guerra sottomarina dell'Asse. I toni più smorzati di questa politica sono sempre tenuti anche oggi dalla stampa britannica, la quale, mentre non ha più ormai ritegno a riconoscere come sareb be questo il momento di mante nere ai russi le promesse fatte per l'ora del pericolo (quale migliore conferma del carattere catastrofico che è riconosciuto alla situazione delle armate di Timotxenko?) si obbietta però sempre più apertamente e con sempre più diminuito senso di pudore i gravi rischi militari che l'impresa di un secondo fronte porterebbe inevitabilmente con sè nel presente momento della guerra e della situazione generale. Così, per esempio, il Times oggi si affretta a riconoscere in tono minore come « un'impresa offensiva in Europa sarebbe di per se stessa in questo momento estremamente pericolosa », e il Daily Herald ammonisce, con non minor senso di preoccupazione, come una tale impresa potrebbe in questo momento risolversi in una nuova grave catastrofe ». Tra le voci americane si rileva quella del New York Times, il quale parla oggi di « ben limitate possibilità, che, sia per quanto riguarda la navigazione che per quanto riguarda l'istruzione e la produzione (e vi par poco!), compromettono oggi come oggi il piano di un secondo fronte »; ed il giornale ritorna a stringere ancora più di quanto non abbia fatto nei giorni scorsi il cappio dell'alternativa o, diciamolo chiaramene, del ricatto attorno al collo dei Sovieti scrivendo che: «Del resto, non appena un piano di un secondo fronte fosse preso in considerazione si dovrebbe per ciò stesso all'istante cessare ogni e qualsiasi fornitura all'Unione Sovietica ». A Berlino tutte queste manifestazioni di stampa avversarie non vengono certamente sopravalutate dal punto di vista della loro autenticità sia politica che militare; ma vengono soltanto ritenute estremamente interessanti e istruttive come segni barometrici di spirito pubblico e come sintomo di un principio di rinsavimento e di una più obbiettiva e realistica considerazione circa il generale ulteriore sviluppo militare stesso de^la situazione. Giuseppe Piazza

Luoghi citati: Berlino, Europa, Inghilterra, Londra, Mosca, Unione Sovietica, Washington