Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata di Concetto Pettinato

Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata OCCHIATE Iti CASA DEL MEMICO Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata Come l'Inghilterra sfrutta il disagio economico della po' polazione - Code di mezzo chilometro dinanzi ai fornai Che cosa succede in Irlanda? Una cosa semplicissima: si soffre. Il paese ci è avvezzo, come molti altri di quelli dove il tridente britannico stende la propria ombra, ma l'abitudine ai mali non è sempre una- consolazione. In ogni caso, il fatto che le sofferenze attuali dell'Bire si confondano coi problemi della sua neutralità, basta a renderle meritevoli di attenzione. F prima di tutto dell'attenzione degli Inglesi, i quali hanno spedito subito di là dal Canale San Giorgio uno o due inviati speciali, con l'incarico di osservare e riferire. Uno di costoro, l'inviato del Daily Mail, ha scritto tre articoli. Al terzo, lo si è pregato di smettere. Se l'interruzione sia da imputare al governo di Londra o a quello di Dublino non è chiaro: ma il certo si è che nel quadro tracciato dal giornalista l'Inghilterra non ci fa una gran bella figura. Sarà difficile impedire alla gente di credere che le sofferente imposte all'Irlanda di De Volerà manchino d'ogni rapporto con la difesa dell'indipenza dell'isola e in particolare con la questione dei porti, che Inglesi e Americani vorrebbero occupare militarmente, sotto i soliti pretesti, e che il governo di Dublino si rifiuta di cedere. Il supplizio di Tantalo La verità è che, sebbene migliaia di giovani irlandesi, spinti dalla fame, si siano già arruolati nelle forze britanniche ed altre migliaia sbarchino ogni giorno a Liverpool in cerca di lavoro, l'Inghilterra applica alla verde Erinni un boicottaggio economico poco diverso da quello applicato al continente, e da questo restituitole. Nei riguardi dell'isola sorella Londra ha fatto, e fa più che mai da due anni, una politica che ricorda quella praticata in altri tempi dalla Francia nei riguardi della « sorella latina »: mantenere, a prezzo di vasti e spericolati intrighi internazionali, il disagio economico, onde sfruttarne a proprio vantaggio il movimento emigratorio. Se pensiamo che, con una superficie rappresentante un sesto di quella del Regno Unito, l'isola di O'Connell è discesa a soli tre milioni di abitanti cioè a un diciassettesitno della popolazione totale, con una densità di poco più di sessanta abitanti per chilometro quadrato contro $30 in Inghilterra, non dureremo fatica a concluderne che gli effetti di questa politica non hanno tardato a farsi sentire. Alle altre cause di malessere Londra si è divertita ad agginn gere, con lo scoppio della guerra un vero e proprio supplizio di Tan talo. L'Ulster, pieno di truppe ingissi e' americane che non hanno null'altro da fare tranne mangiare, bere e affollare i cinematografi, è da molti mesi un pezzo di terra promessa collocato bene in mostra sotto gli occhi famelici del Connaught e del Munster, quale un manifesto di propaganda in favore del reclutamento. L'inviato del Daily Mail, che aveva veduto a Dublino code di mezzo chilo metro — testuale — davanti alle botteghe di fornaio, nutra di aver insilato sulla costa occidentale, fra la baia di Donegal e Gulwey villaggi privi di pane da più di sei settimane. Pescatori e contadini si nutrono di patate lesse rifredde, fanno venti o venticinque chilometri in cerca di un salumiere o di un droghiere che abbia i «"co™ qualcosa da vendere e non !di ra<*° cadono d'inanizione sui !^^'''?' °J^ZiT dTcel ^i&e ™£m Telia 1 ci fa e defrosfieno per le lah. bra< ma non ha alMsi piit „„H„ da mettere sotto i denti. La vita vi costà già il doppio che in Inghilterra. La farina di avena, che serviva per cucinare il porridge tradizionale, è anch'elsa scomparsa, e uno dei più grossi mulini della regione di Donegal da due mesi nnjjf he 7>iacina più. I contrabbandieri portano dentro di frodo dall'Ulster qualche sacco di pane di guerra inglese, e i pcscicani in erba dell'agricoltura indigena venIdono la propria farina hinnm al imercato nero: ma quanti possono pai/nre il pane uno scellino la fettat II governo, dopo molte eòi- fazioni, dovute non certo a imprevidenza o imperizia ma alle complicazioni della politica di neutralità, si è deciso al razionamento. Senoncliè il rimedio giunge troppo tardi. A una media di mille tonnellate di consumo al giorno, le scorte di derrate panificàbili rimaste lasciano scoperti non meno di 120 giorni prima del nuovo raccolto. Quattro mesi senza, pane o giù di li, in un paese dove esso costituisce l'alimento principale! Aggiungiamo che il tè tende a di ventare dal canto suo una bevanda di lusso. Gli speculatori lo ven dono clandestinamente HO scellini i 1,50 grammi: e non c'è altro da bere che non sia l'acqua fresca. Per sostituire le bevande alcooli che latitanti gli osti si sono dati, infatti, alla fabbricazione dei sur rogati di acquamte, intrugli che ti accopperebbero un uomo e che intanto ti sottopongono gli orga nismi debilitali dalle privazioni a conseguenze facili da immaginare. Difficoltà gravi, presenta anche il problema del carbone, la cui ven dita ai privati è cessata da due mesi, mentre la legna- da ardere costa già due sterline la tonnel lata. Su questo capitolo, comunque, l'Irlanda di De Volerà ha la fortuna di potersi aiutare con la torba, di cui il paese abbonda e che migliaia di braccianti lavora no ad estrarre e a distribuire. Dal l'autunno scorso i prati del Phoc nix Park e i cortili delle case di Dublino scompaiono sotto geometriche montagne color bruno dove la pioggia affonda senza rumore. Ma il gas, in città, manca, e quel poco che ti danno ha una pressione bassissima perchè dall'Inghilterra non c'è verso di ottenere il carbon fossile indispensabile. Di un simile stato di cose si vuol dar colpa alla crisi dei trasporti. L'impossibilità di ricevere carbone inglese, tranne che pei bisogni delle fabbriche che lavorano per la guerra, non sarebbe dovuta a cattiva volontà, ma semplicemente alla mancanza di piroscafi. Questo riconoscimento dell'efficacia del blocco marittimo dell'Asse, che quando si tratta dell'Inghilterra Londra contesta sdegnosamente, ha il suo valore. Nel caso che ci occupa sembra difficile, tuttavia, prenderlo alla lettera. Che non sia dato assicurare un servizio di trasporti regolari tra Liverpool e Dublino è poco credibile. Più verosimile è che Londra apprqfitti dello stato deficitario della sua produzione carbonifera per sfogare il proprio inalammo terso l'Irlanda recalcitrante. Sia come 3i voglia, l'assenza di carbone e di carburante paralizza già anche le comunicazioni interne dell'isola. Il corrispondente del Daily Mail impiegò tredici ore e mezzo per percorrere duecento chilometri. Su, molte linee ferroviarie non circola più di un treno al giorno. Esodo preoccupante L'indifferenza e l'egoismo britannici, insomma, non disgiunti da manifeste velleità ricattatrici hanno in poco più di due anni fatto piombare l'isola in una delie crisi più dolorose della sua storia agitata. Risultato: sessantamila persone lasciarono VEire l'anno scorso per recarsi a mangiare il yane e a bere la birra dei padrone in glese'. E quest'anno l'esodo non è inferiore ai quattromila individui al mese. John Bull si frega le mani. E' quel che premeva a lui procurarsi senza fatica della mano d'opera a buon mercato e frustrare la neutralità irlandese con uno di quei colpi obliqui che i giocatori di bigliardo chiamano calavi baie. Queste cose, però, guai a dirle! La virtuosa Albione deve ignorare che il governo al quale i laburisti accordarono la loro benedizione ha buttalo un laccio al collo dell'Irlanda e si ingegna a tirarne i capi. Il corrispondènte del Daily Mail è stato, dunque, invitato a pubblicare un quarto ed ultimo articolo che, lo confesso, non ho potuto leggere senza ridere. Secondo il suo tardivo mea culpa, gli Irlandesi, gente incapace di rancore, non solo hanno smesso di vedere nell'Inghilterra il cattivo io potenti rur/mi. girerebbero ai quattro veniì che egli interes$i dell'Inghilterra sono gli interessi déll'Eire ■>, farebbero orecchio da mercante alla radio nazionale di Athlone per non dar più retta selnon alla B.B.C, di Londra, sareb- |herò di ottimo Minore e avrebbe- iro persino accolto il raz\onamonto\del pane con una serie di balli pubblici! Quando gli inglesi si mettono a raccontar frottole, nessuno li tiene più. L'isola di Man in.rivolta Il carattere buffo, per non dire sinistro, di tali contro*rivelazioni sull'Irlanda affamata, o bistratta-ta si può desumerlo, in mancanza di meglio, da quanto accade nell'isola di Man, le cui condizioni materiali non sono neppure molto brillanti, ma dove, trattandosi di territorio britannico, lo stato d'animo della popolazione traspare senza equivoci possibili dall'accoglienza fatta agli ordini di Londra. Orbene: l'isola di Man è pressoché in rivolta. La coscrizione volontaria delle donne dai 20 ai 30 e quclia degli uomini dai 41 ai 50 anni A è stata respinta, il governai ore conte Granville ha gridato in piena Tynmald Court: « L'onta di questo rifiuto ricada sulle vostre teste!-» e il governo centrale pensa già che per raccogliere nell'isola un migliaio di donne da versare all'agricoltura bisognerà ricorrere alla forza. Se tali sono gli umori di una terra inglese, a poche miglia marine dal Cumberland, figuriamoci quelli della lontana Erinni, alle prese con la fame e col freddo! Il buon De Volerà non nutre certamente in cuor suo all'indirizzo del florido Churchill i sentimenti di cui parla il Daily Mail. Concetto Pettinato Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata OCCHIATE Iti CASA DEL MEMICO Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata Come l'Inghilterra sfrutta il disagio economico della po' polazione - Code di mezzo chilometro dinanzi ai fornai Che cosa succede in Irlanda? Una cosa semplicissima: si soffre. Il paese ci è avvezzo, come molti altri di quelli dove il tridente britannico stende la propria ombra, ma l'abitudine ai mali non è sempre una- consolazione. In ogni caso, il fatto che le sofferenze attuali dell'Bire si confondano coi problemi della sua neutralità, basta a renderle meritevoli di attenzione. F prima di tutto dell'attenzione degli Inglesi, i quali hanno spedito subito di là dal Canale San Giorgio uno o due inviati speciali, con l'incarico di osservare e riferire. Uno di costoro, l'inviato del Daily Mail, ha scritto tre articoli. Al terzo, lo si è pregato di smettere. Se l'interruzione sia da imputare al governo di Londra o a quello di Dublino non è chiaro: ma il certo si è che nel quadro tracciato dal giornalista l'Inghilterra non ci fa una gran bella figura. Sarà difficile impedire alla gente di credere che le sofferente imposte all'Irlanda di De Volerà manchino d'ogni rapporto con la difesa dell'indipenza dell'isola e in particolare con la questione dei porti, che Inglesi e Americani vorrebbero occupare militarmente, sotto i soliti pretesti, e che il governo di Dublino si rifiuta di cedere. Il supplizio di Tantalo La verità è che, sebbene migliaia di giovani irlandesi, spinti dalla fame, si siano già arruolati nelle forze britanniche ed altre migliaia sbarchino ogni giorno a Liverpool in cerca di lavoro, l'Inghilterra applica alla verde Erinni un boicottaggio economico poco diverso da quello applicato al continente, e da questo restituitole. Nei riguardi dell'isola sorella Londra ha fatto, e fa più che mai da due anni, una politica che ricorda quella praticata in altri tempi dalla Francia nei riguardi della « sorella latina »: mantenere, a prezzo di vasti e spericolati intrighi internazionali, il disagio economico, onde sfruttarne a proprio vantaggio il movimento emigratorio. Se pensiamo che, con una superficie rappresentante un sesto di quella del Regno Unito, l'isola di O'Connell è discesa a soli tre milioni di abitanti cioè a un diciassettesitno della popolazione totale, con una densità di poco più di sessanta abitanti per chilometro quadrato contro $30 in Inghilterra, non dureremo fatica a concluderne che gli effetti di questa politica non hanno tardato a farsi sentire. Alle altre cause di malessere Londra si è divertita ad agginn gere, con lo scoppio della guerra un vero e proprio supplizio di Tan talo. L'Ulster, pieno di truppe ingissi e' americane che non hanno null'altro da fare tranne mangiare, bere e affollare i cinematografi, è da molti mesi un pezzo di terra promessa collocato bene in mostra sotto gli occhi famelici del Connaught e del Munster, quale un manifesto di propaganda in favore del reclutamento. L'inviato del Daily Mail, che aveva veduto a Dublino code di mezzo chilo metro — testuale — davanti alle botteghe di fornaio, nutra di aver insilato sulla costa occidentale, fra la baia di Donegal e Gulwey villaggi privi di pane da più di sei settimane. Pescatori e contadini si nutrono di patate lesse rifredde, fanno venti o venticinque chilometri in cerca di un salumiere o di un droghiere che abbia i «"co™ qualcosa da vendere e non !di ra<*° cadono d'inanizione sui !^^'''?' °J^ZiT dTcel ^i&e ™£m Telia 1 ci fa e defrosfieno per le lah. bra< ma non ha alMsi piit „„H„ da mettere sotto i denti. La vita vi costà già il doppio che in Inghilterra. La farina di avena, che serviva per cucinare il porridge tradizionale, è anch'elsa scomparsa, e uno dei più grossi mulini della regione di Donegal da due mesi nnjjf he 7>iacina più. I contrabbandieri portano dentro di frodo dall'Ulster qualche sacco di pane di guerra inglese, e i pcscicani in erba dell'agricoltura indigena venIdono la propria farina hinnm al imercato nero: ma quanti possono pai/nre il pane uno scellino la fettat II governo, dopo molte eòi- fazioni, dovute non certo a imprevidenza o imperizia ma alle complicazioni della politica di neutralità, si è deciso al razionamento. Senoncliè il rimedio giunge troppo tardi. A una media di mille tonnellate di consumo al giorno, le scorte di derrate panificàbili rimaste lasciano scoperti non meno di 120 giorni prima del nuovo raccolto. Quattro mesi senza, pane o giù di li, in un paese dove esso costituisce l'alimento principale! Aggiungiamo che il tè tende a di ventare dal canto suo una bevanda di lusso. Gli speculatori lo ven dono clandestinamente HO scellini i 1,50 grammi: e non c'è altro da bere che non sia l'acqua fresca. Per sostituire le bevande alcooli che latitanti gli osti si sono dati, infatti, alla fabbricazione dei sur rogati di acquamte, intrugli che ti accopperebbero un uomo e che intanto ti sottopongono gli orga nismi debilitali dalle privazioni a conseguenze facili da immaginare. Difficoltà gravi, presenta anche il problema del carbone, la cui ven dita ai privati è cessata da due mesi, mentre la legna- da ardere costa già due sterline la tonnel lata. Su questo capitolo, comunque, l'Irlanda di De Volerà ha la fortuna di potersi aiutare con la torba, di cui il paese abbonda e che migliaia di braccianti lavora no ad estrarre e a distribuire. Dal l'autunno scorso i prati del Phoc nix Park e i cortili delle case di Dublino scompaiono sotto geometriche montagne color bruno dove la pioggia affonda senza rumore. Ma il gas, in città, manca, e quel poco che ti danno ha una pressione bassissima perchè dall'Inghilterra non c'è verso di ottenere il carbon fossile indispensabile. Di un simile stato di cose si vuol dar colpa alla crisi dei trasporti. L'impossibilità di ricevere carbone inglese, tranne che pei bisogni delle fabbriche che lavorano per la guerra, non sarebbe dovuta a cattiva volontà, ma semplicemente alla mancanza di piroscafi. Questo riconoscimento dell'efficacia del blocco marittimo dell'Asse, che quando si tratta dell'Inghilterra Londra contesta sdegnosamente, ha il suo valore. Nel caso che ci occupa sembra difficile, tuttavia, prenderlo alla lettera. Che non sia dato assicurare un servizio di trasporti regolari tra Liverpool e Dublino è poco credibile. Più verosimile è che Londra apprqfitti dello stato deficitario della sua produzione carbonifera per sfogare il proprio inalammo terso l'Irlanda recalcitrante. Sia come 3i voglia, l'assenza di carbone e di carburante paralizza già anche le comunicazioni interne dell'isola. Il corrispondente del Daily Mail impiegò tredici ore e mezzo per percorrere duecento chilometri. Su, molte linee ferroviarie non circola più di un treno al giorno. Esodo preoccupante L'indifferenza e l'egoismo britannici, insomma, non disgiunti da manifeste velleità ricattatrici hanno in poco più di due anni fatto piombare l'isola in una delie crisi più dolorose della sua storia agitata. Risultato: sessantamila persone lasciarono VEire l'anno scorso per recarsi a mangiare il yane e a bere la birra dei padrone in glese'. E quest'anno l'esodo non è inferiore ai quattromila individui al mese. John Bull si frega le mani. E' quel che premeva a lui procurarsi senza fatica della mano d'opera a buon mercato e frustrare la neutralità irlandese con uno di quei colpi obliqui che i giocatori di bigliardo chiamano calavi baie. Queste cose, però, guai a dirle! La virtuosa Albione deve ignorare che il governo al quale i laburisti accordarono la loro benedizione ha buttalo un laccio al collo dell'Irlanda e si ingegna a tirarne i capi. Il corrispondènte del Daily Mail è stato, dunque, invitato a pubblicare un quarto ed ultimo articolo che, lo confesso, non ho potuto leggere senza ridere. Secondo il suo tardivo mea culpa, gli Irlandesi, gente incapace di rancore, non solo hanno smesso di vedere nell'Inghilterra il cattivo io potenti rur/mi. girerebbero ai quattro veniì che egli interes$i dell'Inghilterra sono gli interessi déll'Eire ■>, farebbero orecchio da mercante alla radio nazionale di Athlone per non dar più retta selnon alla B.B.C, di Londra, sareb- |herò di ottimo Minore e avrebbe- iro persino accolto il raz\onamonto\del pane con una serie di balli pubblici! Quando gli inglesi si mettono a raccontar frottole, nessuno li tiene più. L'isola di Man in.rivolta Il carattere buffo, per non dire sinistro, di tali contro*rivelazioni sull'Irlanda affamata, o bistratta-ta si può desumerlo, in mancanza di meglio, da quanto accade nell'isola di Man, le cui condizioni materiali non sono neppure molto brillanti, ma dove, trattandosi di territorio britannico, lo stato d'animo della popolazione traspare senza equivoci possibili dall'accoglienza fatta agli ordini di Londra. Orbene: l'isola di Man è pressoché in rivolta. La coscrizione volontaria delle donne dai 20 ai 30 e quclia degli uomini dai 41 ai 50 anni A è stata respinta, il governai ore conte Granville ha gridato in piena Tynmald Court: « L'onta di questo rifiuto ricada sulle vostre teste!-» e il governo centrale pensa già che per raccogliere nell'isola un migliaio di donne da versare all'agricoltura bisognerà ricorrere alla forza. Se tali sono gli umori di una terra inglese, a poche miglia marine dal Cumberland, figuriamoci quelli della lontana Erinni, alle prese con la fame e col freddo! Il buon De Volerà non nutre certamente in cuor suo all'indirizzo del florido Churchill i sentimenti di cui parla il Daily Mail. Concetto Pettinato Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata OCCHIATE Iti CASA DEL MEMICO Miserie e sofferenze dell'Irlanda affamata Come l'Inghilterra sfrutta il disagio economico della po' polazione - Code di mezzo chilometro dinanzi ai fornai Che cosa succede in Irlanda? Una cosa semplicissima: si soffre. Il paese ci è avvezzo, come molti altri di quelli dove il tridente britannico stende la propria ombra, ma l'abitudine ai mali non è sempre una- consolazione. In ogni caso, il fatto che le sofferenze attuali dell'Bire si confondano coi problemi della sua neutralità, basta a renderle meritevoli di attenzione. F prima di tutto dell'attenzione degli Inglesi, i quali hanno spedito subito di là dal Canale San Giorgio uno o due inviati speciali, con l'incarico di osservare e riferire. Uno di costoro, l'inviato del Daily Mail, ha scritto tre articoli. Al terzo, lo si è pregato di smettere. Se l'interruzione sia da imputare al governo di Londra o a quello di Dublino non è chiaro: ma il certo si è che nel quadro tracciato dal giornalista l'Inghilterra non ci fa una gran bella figura. Sarà difficile impedire alla gente di credere che le sofferente imposte all'Irlanda di De Volerà manchino d'ogni rapporto con la difesa dell'indipenza dell'isola e in particolare con la questione dei porti, che Inglesi e Americani vorrebbero occupare militarmente, sotto i soliti pretesti, e che il governo di Dublino si rifiuta di cedere. Il supplizio di Tantalo La verità è che, sebbene migliaia di giovani irlandesi, spinti dalla fame, si siano già arruolati nelle forze britanniche ed altre migliaia sbarchino ogni giorno a Liverpool in cerca di lavoro, l'Inghilterra applica alla verde Erinni un boicottaggio economico poco diverso da quello applicato al continente, e da questo restituitole. Nei riguardi dell'isola sorella Londra ha fatto, e fa più che mai da due anni, una politica che ricorda quella praticata in altri tempi dalla Francia nei riguardi della « sorella latina »: mantenere, a prezzo di vasti e spericolati intrighi internazionali, il disagio economico, onde sfruttarne a proprio vantaggio il movimento emigratorio. Se pensiamo che, con una superficie rappresentante un sesto di quella del Regno Unito, l'isola di O'Connell è discesa a soli tre milioni di abitanti cioè a un diciassettesitno della popolazione totale, con una densità di poco più di sessanta abitanti per chilometro quadrato contro $30 in Inghilterra, non dureremo fatica a concluderne che gli effetti di questa politica non hanno tardato a farsi sentire. Alle altre cause di malessere Londra si è divertita ad agginn gere, con lo scoppio della guerra un vero e proprio supplizio di Tan talo. L'Ulster, pieno di truppe ingissi e' americane che non hanno null'altro da fare tranne mangiare, bere e affollare i cinematografi, è da molti mesi un pezzo di terra promessa collocato bene in mostra sotto gli occhi famelici del Connaught e del Munster, quale un manifesto di propaganda in favore del reclutamento. L'inviato del Daily Mail, che aveva veduto a Dublino code di mezzo chilo metro — testuale — davanti alle botteghe di fornaio, nutra di aver insilato sulla costa occidentale, fra la baia di Donegal e Gulwey villaggi privi di pane da più di sei settimane. Pescatori e contadini si nutrono di patate lesse rifredde, fanno venti o venticinque chilometri in cerca di un salumiere o di un droghiere che abbia i «"co™ qualcosa da vendere e non !di ra<*° cadono d'inanizione sui !^^'''?' °J^ZiT dTcel ^i&e ™£m Telia 1 ci fa e defrosfieno per le lah. bra< ma non ha alMsi piit „„H„ da mettere sotto i denti. La vita vi costà già il doppio che in Inghilterra. La farina di avena, che serviva per cucinare il porridge tradizionale, è anch'elsa scomparsa, e uno dei più grossi mulini della regione di Donegal da due mesi nnjjf he 7>iacina più. I contrabbandieri portano dentro di frodo dall'Ulster qualche sacco di pane di guerra inglese, e i pcscicani in erba dell'agricoltura indigena venIdono la propria farina hinnm al imercato nero: ma quanti possono pai/nre il pane uno scellino la fettat II governo, dopo molte eòi- fazioni, dovute non certo a imprevidenza o imperizia ma alle complicazioni della politica di neutralità, si è deciso al razionamento. Senoncliè il rimedio giunge troppo tardi. A una media di mille tonnellate di consumo al giorno, le scorte di derrate panificàbili rimaste lasciano scoperti non meno di 120 giorni prima del nuovo raccolto. Quattro mesi senza, pane o giù di li, in un paese dove esso costituisce l'alimento principale! Aggiungiamo che il tè tende a di ventare dal canto suo una bevanda di lusso. Gli speculatori lo ven dono clandestinamente HO scellini i 1,50 grammi: e non c'è altro da bere che non sia l'acqua fresca. Per sostituire le bevande alcooli che latitanti gli osti si sono dati, infatti, alla fabbricazione dei sur rogati di acquamte, intrugli che ti accopperebbero un uomo e che intanto ti sottopongono gli orga nismi debilitali dalle privazioni a conseguenze facili da immaginare. Difficoltà gravi, presenta anche il problema del carbone, la cui ven dita ai privati è cessata da due mesi, mentre la legna- da ardere costa già due sterline la tonnel lata. Su questo capitolo, comunque, l'Irlanda di De Volerà ha la fortuna di potersi aiutare con la torba, di cui il paese abbonda e che migliaia di braccianti lavora no ad estrarre e a distribuire. Dal l'autunno scorso i prati del Phoc nix Park e i cortili delle case di Dublino scompaiono sotto geometriche montagne color bruno dove la pioggia affonda senza rumore. Ma il gas, in città, manca, e quel poco che ti danno ha una pressione bassissima perchè dall'Inghilterra non c'è verso di ottenere il carbon fossile indispensabile. Di un simile stato di cose si vuol dar colpa alla crisi dei trasporti. L'impossibilità di ricevere carbone inglese, tranne che pei bisogni delle fabbriche che lavorano per la guerra, non sarebbe dovuta a cattiva volontà, ma semplicemente alla mancanza di piroscafi. Questo riconoscimento dell'efficacia del blocco marittimo dell'Asse, che quando si tratta dell'Inghilterra Londra contesta sdegnosamente, ha il suo valore. Nel caso che ci occupa sembra difficile, tuttavia, prenderlo alla lettera. Che non sia dato assicurare un servizio di trasporti regolari tra Liverpool e Dublino è poco credibile. Più verosimile è che Londra apprqfitti dello stato deficitario della sua produzione carbonifera per sfogare il proprio inalammo terso l'Irlanda recalcitrante. Sia come 3i voglia, l'assenza di carbone e di carburante paralizza già anche le comunicazioni interne dell'isola. Il corrispondente del Daily Mail impiegò tredici ore e mezzo per percorrere duecento chilometri. Su, molte linee ferroviarie non circola più di un treno al giorno. Esodo preoccupante L'indifferenza e l'egoismo britannici, insomma, non disgiunti da manifeste velleità ricattatrici hanno in poco più di due anni fatto piombare l'isola in una delie crisi più dolorose della sua storia agitata. Risultato: sessantamila persone lasciarono VEire l'anno scorso per recarsi a mangiare il yane e a bere la birra dei padrone in glese'. E quest'anno l'esodo non è inferiore ai quattromila individui al mese. John Bull si frega le mani. E' quel che premeva a lui procurarsi senza fatica della mano d'opera a buon mercato e frustrare la neutralità irlandese con uno di quei colpi obliqui che i giocatori di bigliardo chiamano calavi baie. Queste cose, però, guai a dirle! La virtuosa Albione deve ignorare che il governo al quale i laburisti accordarono la loro benedizione ha buttalo un laccio al collo dell'Irlanda e si ingegna a tirarne i capi. Il corrispondènte del Daily Mail è stato, dunque, invitato a pubblicare un quarto ed ultimo articolo che, lo confesso, non ho potuto leggere senza ridere. Secondo il suo tardivo mea culpa, gli Irlandesi, gente incapace di rancore, non solo hanno smesso di vedere nell'Inghilterra il cattivo io potenti rur/mi. girerebbero ai quattro veniì che egli interes$i dell'Inghilterra sono gli interessi déll'Eire ■>, farebbero orecchio da mercante alla radio nazionale di Athlone per non dar più retta selnon alla B.B.C, di Londra, sareb- |herò di ottimo Minore e avrebbe- iro persino accolto il raz\onamonto\del pane con una serie di balli pubblici! Quando gli inglesi si mettono a raccontar frottole, nessuno li tiene più. L'isola di Man in.rivolta Il carattere buffo, per non dire sinistro, di tali contro*rivelazioni sull'Irlanda affamata, o bistratta-ta si può desumerlo, in mancanza di meglio, da quanto accade nell'isola di Man, le cui condizioni materiali non sono neppure molto brillanti, ma dove, trattandosi di territorio britannico, lo stato d'animo della popolazione traspare senza equivoci possibili dall'accoglienza fatta agli ordini di Londra. Orbene: l'isola di Man è pressoché in rivolta. La coscrizione volontaria delle donne dai 20 ai 30 e quclia degli uomini dai 41 ai 50 anni A è stata respinta, il governai ore conte Granville ha gridato in piena Tynmald Court: « L'onta di questo rifiuto ricada sulle vostre teste!-» e il governo centrale pensa già che per raccogliere nell'isola un migliaio di donne da versare all'agricoltura bisognerà ricorrere alla forza. Se tali sono gli umori di una terra inglese, a poche miglia marine dal Cumberland, figuriamoci quelli della lontana Erinni, alle prese con la fame e col freddo! Il buon De Volerà non nutre certamente in cuor suo all'indirizzo del florido Churchill i sentimenti di cui parla il Daily Mail. Concetto Pettinato

Persone citate: Churchill, Court, John Bull, O'connell