II ritmo pauroso degli affondamenti negli Oceani

II ritmo pauroso degli affondamenti negli Oceani Paralisi progressiva del nemico II ritmo pauroso degli affondamenti negli Oceani Berlino, 30 giugno. , Mentre la marcia dell'Asse in Egitto, proseguendo col .suo veloce ritmo di inseguimento, solleva già davanti a se, ai limiti degli orizzonti desertici, miraggi di nuovi grandi problemi politici e strategici che ieri ancora sarebbero parsi di Fata Morgana, e che domani appena potranno essere realtà, la stampa tedesca si astiene, come è suo costume, per ora completamente dal considerarne il profilo prima che l'opera delle armi li abbia maturati; e si limita solo caso mai al riflesso che se ne possa avere a Londra. La testa imperiale però — si osserva — quella almeno ufficiale, e che vale come cervello di parata, affetta, o si sforza invano di dare l'impressione di una tranquilla inconsapevolezza della minacciata crisi cardiaca: una vera e propria trombosi, che per una delle più importanti vie venose si avvia di ora in ora al cuore dell'impero. Mentre Marsa Matruh cade e le truppe dell'Asse si trovano a 200 chilometri da Alessandria, la propaganda del signor Churchill, preoccupata solo, come è perfettamente democratico, della tempesta parlamentare che il suo capo si affretta ad affrontare, sembra intenta solo a dimostrare la realtà di quella « più favorevole situazione » di cui non per nulla ha parlato alla vigilia il comunicato uscito dalle conversazioni di Washington. Cosi e non altrimenti sono da interpretare e vengono interpretati in Germania i provvedimenti presi dal signor Churchill di esonerare, per esempio, il generale Ritchie dal comando della « Vili armata libica », quasi che, come si osserva a Berlino, una Vili armata, e libica per giunta, esista ancora; e cosi vengono interpretate tutte le suggestioni propagandistiche del signor Churchill le quali si affannano a dimostrare che la caduta di Marsa Matruh corrisponda a nient'altro che ad una tattica di « offensiva-difensiva > che davanti al dinamismo di Bastico e di Rommel avrebbe preso il partito di una « guerra di movimento > alternata - ad una guerra di linea, le più adatte, l'una e l'altra, a logorarne le forze; e ciò mentre si esprimono le più sollecite e sviscerate preoccupazioni per la situazione logistica, desertica delle truppe dell'Asse, situazione che da un momento al l'altro potrebbe rivelarsi la più preziosa alleata delle fuggenti truppe britanniche. Tutto ciò, come osservano i giornali del Reich, mira da un lato allo scopo di preparare un capro espiatorio naturalmente militare, su cui avviare la tempesta parlamentare di domani divergendola dalle spalle del primo e vero reIsponsabile politico; e dall'altro ad [avvelenare e stordire con nuovi inganni e nuove illusioni una pubblica opinione che già troppo sofifre sotto gli intossicamenti e gli intendimenti dei precedenti inganni. Espedienti parlamentari, ancojra\ina volta, e nient'altro — con¬ clude tutta la stampa — alla fine dei quali non vi è, non vi può essere che la rovina e che tutti possono riassumersi nell'insegna fondamentale che sembra costituire la grida della propaganda britannica, e cioè « Perisca l'Impero pur che il suo trionfatore Churchill si salvi per eseguirne la liquidazione ». Intanto non sono passate ancora quarantotto ore dall'ultima comu nicazione speciale del Comando tedesco che annunciava l'affondamento nei mari americani delle ultime 107.000 tonnellate di naviglio, che un'altra comunicazio ne speciale sopravviene ad aggiungere a questa quota la immancabile razione di affondamenti delle 24 ore o per lo meno delle 48 ore; e si tratta oggi di 98.000 tonnellate di stazza, che vanno a raggiungere i fondi marini, sottraendosi alla resistenza nemica con un totale di quattordici navi affondate anch'esse nei mari di casa del fornitore generale americano del blocco avversario, e cioè nell'occidente atlantico, nel Mare dei Caraibi e nel Golfo del Messico. Il pubblico e ormai abituato ed ha fatto talmente il callo a queste comunicazioni che, in attesa come è sempre dell'annuncio della caduta di qualche fortezza, o pilastro fonda mentale del vecchio mondo, quasi le passa sotto silenzio, e le ascolta con distrazione, lasciando, semmai a chi di dovere il compito di farne la valutazione. Ma se la caduta delle fortezze di terra gliene lasciasse il tempo esso si accorgerebbe, probabilmente, che queste fortezze da stiva e da carico, che cadono e si capovolgono nelle mobili onde degli Oceani, ininterrottamente in tutte le ventiquattro ore, Una tipica figura ebraica, fra i prigionieri inglesi catturati a Tobruk. (foto Transoceuii). II ritmo pauroso degli affondamenti negli Oceani Paralisi progressiva del nemico II ritmo pauroso degli affondamenti negli Oceani Berlino, 30 giugno. , Mentre la marcia dell'Asse in Egitto, proseguendo col .suo veloce ritmo di inseguimento, solleva già davanti a se, ai limiti degli orizzonti desertici, miraggi di nuovi grandi problemi politici e strategici che ieri ancora sarebbero parsi di Fata Morgana, e che domani appena potranno essere realtà, la stampa tedesca si astiene, come è suo costume, per ora completamente dal considerarne il profilo prima che l'opera delle armi li abbia maturati; e si limita solo caso mai al riflesso che se ne possa avere a Londra. La testa imperiale però — si osserva — quella almeno ufficiale, e che vale come cervello di parata, affetta, o si sforza invano di dare l'impressione di una tranquilla inconsapevolezza della minacciata crisi cardiaca: una vera e propria trombosi, che per una delle più importanti vie venose si avvia di ora in ora al cuore dell'impero. Mentre Marsa Matruh cade e le truppe dell'Asse si trovano a 200 chilometri da Alessandria, la propaganda del signor Churchill, preoccupata solo, come è perfettamente democratico, della tempesta parlamentare che il suo capo si affretta ad affrontare, sembra intenta solo a dimostrare la realtà di quella « più favorevole situazione » di cui non per nulla ha parlato alla vigilia il comunicato uscito dalle conversazioni di Washington. Cosi e non altrimenti sono da interpretare e vengono interpretati in Germania i provvedimenti presi dal signor Churchill di esonerare, per esempio, il generale Ritchie dal comando della « Vili armata libica », quasi che, come si osserva a Berlino, una Vili armata, e libica per giunta, esista ancora; e cosi vengono interpretate tutte le suggestioni propagandistiche del signor Churchill le quali si affannano a dimostrare che la caduta di Marsa Matruh corrisponda a nient'altro che ad una tattica di « offensiva-difensiva > che davanti al dinamismo di Bastico e di Rommel avrebbe preso il partito di una « guerra di movimento > alternata - ad una guerra di linea, le più adatte, l'una e l'altra, a logorarne le forze; e ciò mentre si esprimono le più sollecite e sviscerate preoccupazioni per la situazione logistica, desertica delle truppe dell'Asse, situazione che da un momento al l'altro potrebbe rivelarsi la più preziosa alleata delle fuggenti truppe britanniche. Tutto ciò, come osservano i giornali del Reich, mira da un lato allo scopo di preparare un capro espiatorio naturalmente militare, su cui avviare la tempesta parlamentare di domani divergendola dalle spalle del primo e vero reIsponsabile politico; e dall'altro ad [avvelenare e stordire con nuovi inganni e nuove illusioni una pubblica opinione che già troppo sofifre sotto gli intossicamenti e gli intendimenti dei precedenti inganni. Espedienti parlamentari, ancojra\ina volta, e nient'altro — con¬ clude tutta la stampa — alla fine dei quali non vi è, non vi può essere che la rovina e che tutti possono riassumersi nell'insegna fondamentale che sembra costituire la grida della propaganda britannica, e cioè « Perisca l'Impero pur che il suo trionfatore Churchill si salvi per eseguirne la liquidazione ». Intanto non sono passate ancora quarantotto ore dall'ultima comu nicazione speciale del Comando tedesco che annunciava l'affondamento nei mari americani delle ultime 107.000 tonnellate di naviglio, che un'altra comunicazio ne speciale sopravviene ad aggiungere a questa quota la immancabile razione di affondamenti delle 24 ore o per lo meno delle 48 ore; e si tratta oggi di 98.000 tonnellate di stazza, che vanno a raggiungere i fondi marini, sottraendosi alla resistenza nemica con un totale di quattordici navi affondate anch'esse nei mari di casa del fornitore generale americano del blocco avversario, e cioè nell'occidente atlantico, nel Mare dei Caraibi e nel Golfo del Messico. Il pubblico e ormai abituato ed ha fatto talmente il callo a queste comunicazioni che, in attesa come è sempre dell'annuncio della caduta di qualche fortezza, o pilastro fonda mentale del vecchio mondo, quasi le passa sotto silenzio, e le ascolta con distrazione, lasciando, semmai a chi di dovere il compito di farne la valutazione. Ma se la caduta delle fortezze di terra gliene lasciasse il tempo esso si accorgerebbe, probabilmente, che queste fortezze da stiva e da carico, che cadono e si capovolgono nelle mobili onde degli Oceani, ininterrottamente in tutte le ventiquattro ore, Una tipica figura ebraica, fra i prigionieri inglesi catturati a Tobruk. (foto Transoceuii).

Persone citate: Bastico, Churchill, Rommel

Luoghi citati: Alessandria, Berlino, Egitto, Germania, Londra, Messico, Tobruk, Washington