Il perno della difesa del deserto nelle nostre mani

Il perno della difesa del deserto nelle nostre mani Il perno della difesa del deserto nelle nostre mani Gli inglesi lavorando sette anni avevano mutato la stazione balneare di Marsa Matruh in una formidabile tortezza ricca di opere in caverna e campali: in un lampo l'hanno perduta - Le tre direttive della marcia dell'Asse: lungo la costa, lungo la ferrovia, nel deserto (Da uno dm nostri Inviati) Fronte della Marmarica, 28 giugno La guerra si è apostata per oltre duecento chilometri^ in territorio egiziano, in quello che al Cairo chiamano deserto occidentale, arrivata con fulminea velocità. Infatti si può dire che non ancora era caduta Tobruk e già formazioni motocorazzate dell'Asse che avevano assaltato la piazzaforte si lanciavano verso oriente all'inseguimento dei resti dell'VIII armala inglese ripieganti verso l'Egitto. Le forze che il nostro Comando aveva dislocato verso la frontiera egiziana il giorno SO e SI giugno, allo scopo di coprire il fianco e le spalle delle nostre unità attaccanti la piazzaforte di Tobruk da possibili sorprese nemiche, costituirono l'avanguardia e la punta del nuovo esercito in corsa verso Oriente. 100 chilometri al giorno La marcia rapidissima delle unità corazzate e motocorazzate è avvenuta su tre direttrici: una lungo la strada costiera per Bardia, Ridotta Capuzzo, Sollum, BagBag, Sidi el Barrani; la seconda lungo la ferrovia che gli inglesi hanno costruito da Marsa Matruh a Tobruk traversante il deserto a una cinquantina di chilometri a sud di Sidi el Barrani; terza direttrice attraverso il deserto ancora più a. sud. Il nemico ovunque si era ritirato rapidamente con le sue unità mobili. I primi due giorni (SS e 2!) giugno) la nostra marcia segnò tappe di cento chilometri al giorno. Le forze che il SI erano ancora impegnate nella conquista della piazza di Tobruk, si trovavano il 25 già a contatto von le difese di copertura di Marsa Matruh, 3X0 chilometri oltre Tobruk. Vi è dell'ammirevole se non dello stupefacente in questa volata in avanti delle colonne motocorazzate italo-germaniche. Il nostro bollettino del 27 (/tu¬ gno già vi dava notizia che Ieforze dell'Asse combattevano al perimetro del campo trincerato di Marsa Matmh. Il bollettino del 28 ha annunziato t'avvenuto accerchiamento di questo campo avendo le nostre forze tagliato la strada a trenta chilometri ad Oriente di Marsa Matruh. Marsa Matruh era un piccolo villaggio del deserto, bagnato da un mare iridescente di uiuacissi- rni colorì che formano l'incanto della baia rotonda. Era un luogo di pace e di quiete. Oli inglesi ne avevano fatto un formidabile campo di guerra, il loro baluardo di Egitto. Marsa Matruh non è più l'antica Pago dai cento giardini e orti dove le regine e i re della dinastia greca di Egitto andavano a fare orgie e a trascorrere gli ozi invernali. Non è più il porto sicuro dove, duemila anni fa, Cleopatra, bellissima e fuggente da Anzio, approdava con la sua nave fulgente di oro di gemme e di avorio seguita da presso da Antonio innamorato e sconfitto. Non è più la stazione di passaggio delle legioni romane della quale rimangono le famose cisterne, i serbatoi di acqua tuttora utilizzati dall'esercito inglese. Marsa Matruh non è nemmeno più la spiaggia elegante è appartata del turismo balneare egiziano dell'ultimo decennio. Marsa Matruh è, per conto degli inglesi, una oscura macchina di guerra. Dal 1935, dall'epoca della guerra etiopica, gli inglesi hanno lavorato notte e giorno per fare di Marsa Matruh il più potente baluardo dei loro interessi imperiali in Egitto, il perno della difesa occidentale delle posizioni imperiali britanniche dell'Egitto, del canale di Suez e di tutto il Medio Oriente. Contro la tradizione Da quell'anno data, appunto, il prolungamento della ferrovia da Fuka a Marsa Matruh, e nell'inverno a Marsa Matruh ebbero inizio i lavori di fortificazione. Tale ferrovia durante questo inverno e la primavera fu prolungata fin oltre il confine libico. Evidentemente il generale Auchinleck intendeva imitare l'esempio dei suoi grandi predecessori per la conquista di nuove terre. Kit chener, alla fine del secolo scorso, conquistata 'Budan, dall'Egitto arrivò a Kartum facendo costruire lla ferrovia da Vadi Halfa per At bara. Durante la guerra scorsa Allenby ha condotto le operazioni dall'Egitto per la conquista della Palestina facendo costruire la ferrovia attraverso il Sinai. Auchinleck indubbiamente ha pensato di poter conquistare Tripoli avanzando dall'Egitto con la ferrovia. Eb bene, questa volta il risultato si è rivelato opposto alla tradizione; questa volta la ferrovia o meglio jla massicciata della ferrovia ha servito magnificamente in senso inverap, come, piata, come strada alle unità motocorazzate dell'Asse che la percorrono a ritroao penetrando nell'Egitto. Oli esempi di lord Kitchener e di lord Allenby non hanno giovato ad Auchinleck non ancora lord. Le nostre forze ora già sono padrone della piazza di Marsa Matruh, per un perimetro di una quarantina di chilometri estendentesi a semicerchio col mare alle spalle. La piazzaforte amplissima e profonda nel deserto come quella di Tobruk, ancora più di questa è dotata di opere fortificate in caverne e campali di superficie dove non si è risparmiato acciaio e cemento. E' un complesso formidabile di fortificazioni allacciate ordinate, collegate, giudicato imprendibile. E' veramente una fortezza. In cinque anni di lavori nulla fu trascurato per render tale Marsa Matruh. Bisogna ora osservare lo spirito delle truppe che la difendono e l'impetuoso mordente di quelle che l'attaccano. Marsa Matruh, situata a 300 chilometri da Alessandria, collegata a questa da una strada e da una ferrovia litoranea e dal mare, è sempre stata considerata dal comando inglese come posizionechiave dell'Egitto. Per gli egiziani, poi, Marsa Matruh, oltre- alla intrinseca importanza di campo militare strategico, riveste un sintomatico valore di simboZo della capacità militare e di resistenza britanniche, perchè più di una volta è capitato all'ambasciatore inglese al Cairo di assicurare i governi egiziani che Marsa Matruh non sarebbe mai stata perduta. Ora pur essa è caduta. Entro la cerchia fortificata stanno i magazzini, i depositi, le caserme, le baracche dei militari; sul mare ci sono le case di Marsa Matruh, l'albergo di lusso « Lido », la moschea, la casa del senusso, le casupole dei pescatori greci di spugne e dei commercianti del deserto occiden tale, le costruzioni governative, l'ospedale militare, il cinematogra fo, il bar, gli spacci per i militari. Carro contro carro Di acqua a Marsa Matruh non vi è se non quella, ma insufficiente, che danno t vecchi pozzi ro mani. L'acqua in gran parte veniva portata da Alessandria per ferrovia e proseguiva quindi verso il confine libico. Mentre le nostre truppe completavano l'accerchiamento della piazza, nel deserto, a sud a est e a ovest di Marsa Matruh si svolgevano combattimenti tra le opposte formazioni corazzate e le fanterie motorizzate, con aspetto apparerà rmente cantico e con ritmo anormale. La battaglia si spezzettava, si frazionava, si allargava. Attorno alle masse lot■ anti si accendevano acontri ani he sinnoli tra carri armati, veri duelli all'arma corta tra macchi>■-.? di guerra, tra cannone e can» ne, tra mitragliatrice e mitra,'atrice. E in questi acontri dal''apparenza caotica, inevitabile in "t guerra del deserto dorè non [ci .«ino linee naturali di riferiUnentn di copertura e appoggio imi 'ove tutto è strada tutto è passaggio, in questi duelli di re¬ parti o di singoli carri armati ha di-solito la prevalenza lo spirito d'iniziativa e il maggiore mordente, che è noatro. L'awicinarai di unità è preavvisato da nembi di polvere che ogni veicolo solleva nel deserto aegnalandosi a grande distanza. In conclusione, nella battaglia arruffata, ogni reparto, ogni colonna impegnata guarda con ansietà a quella polvere sollevantesi nel cielo. Dietro quella polvere può stare l'amico ma può stare anche il nemico. Può esser l'amico che arriva con il rifornimento di acqua, poiché nel deserto egiziano dove oro si avanza» non vi è acqua per centinaia di chilometri all'intorno; ma può anche ~.-ere una colonna nemica sbucata .chissà di dove, dopo aver compiuto chissà quale giro nel deserto, una colonna nemica che sopravviene per assalirci alle spalle. Ma anche questo hanno previsto i Comandi operanti dell'Asse, quali dopo tutto, nel caca sembrano vederci chiaro, e a meraviglia. Ed i risultati, infatti, lo comprovano. Antonio Levato ppagpfms[U Il perno della difesa del deserto nelle nostre mani Il perno della difesa del deserto nelle nostre mani Gli inglesi lavorando sette anni avevano mutato la stazione balneare di Marsa Matruh in una formidabile tortezza ricca di opere in caverna e campali: in un lampo l'hanno perduta - Le tre direttive della marcia dell'Asse: lungo la costa, lungo la ferrovia, nel deserto (Da uno dm nostri Inviati) Fronte della Marmarica, 28 giugno La guerra si è apostata per oltre duecento chilometri^ in territorio egiziano, in quello che al Cairo chiamano deserto occidentale, arrivata con fulminea velocità. Infatti si può dire che non ancora era caduta Tobruk e già formazioni motocorazzate dell'Asse che avevano assaltato la piazzaforte si lanciavano verso oriente all'inseguimento dei resti dell'VIII armala inglese ripieganti verso l'Egitto. Le forze che il nostro Comando aveva dislocato verso la frontiera egiziana il giorno SO e SI giugno, allo scopo di coprire il fianco e le spalle delle nostre unità attaccanti la piazzaforte di Tobruk da possibili sorprese nemiche, costituirono l'avanguardia e la punta del nuovo esercito in corsa verso Oriente. 100 chilometri al giorno La marcia rapidissima delle unità corazzate e motocorazzate è avvenuta su tre direttrici: una lungo la strada costiera per Bardia, Ridotta Capuzzo, Sollum, BagBag, Sidi el Barrani; la seconda lungo la ferrovia che gli inglesi hanno costruito da Marsa Matruh a Tobruk traversante il deserto a una cinquantina di chilometri a sud di Sidi el Barrani; terza direttrice attraverso il deserto ancora più a. sud. Il nemico ovunque si era ritirato rapidamente con le sue unità mobili. I primi due giorni (SS e 2!) giugno) la nostra marcia segnò tappe di cento chilometri al giorno. Le forze che il SI erano ancora impegnate nella conquista della piazza di Tobruk, si trovavano il 25 già a contatto von le difese di copertura di Marsa Matruh, 3X0 chilometri oltre Tobruk. Vi è dell'ammirevole se non dello stupefacente in questa volata in avanti delle colonne motocorazzate italo-germaniche. Il nostro bollettino del 27 (/tu¬ gno già vi dava notizia che Ieforze dell'Asse combattevano al perimetro del campo trincerato di Marsa Matmh. Il bollettino del 28 ha annunziato t'avvenuto accerchiamento di questo campo avendo le nostre forze tagliato la strada a trenta chilometri ad Oriente di Marsa Matruh. Marsa Matruh era un piccolo villaggio del deserto, bagnato da un mare iridescente di uiuacissi- rni colorì che formano l'incanto della baia rotonda. Era un luogo di pace e di quiete. Oli inglesi ne avevano fatto un formidabile campo di guerra, il loro baluardo di Egitto. Marsa Matruh non è più l'antica Pago dai cento giardini e orti dove le regine e i re della dinastia greca di Egitto andavano a fare orgie e a trascorrere gli ozi invernali. Non è più il porto sicuro dove, duemila anni fa, Cleopatra, bellissima e fuggente da Anzio, approdava con la sua nave fulgente di oro di gemme e di avorio seguita da presso da Antonio innamorato e sconfitto. Non è più la stazione di passaggio delle legioni romane della quale rimangono le famose cisterne, i serbatoi di acqua tuttora utilizzati dall'esercito inglese. Marsa Matruh non è nemmeno più la spiaggia elegante è appartata del turismo balneare egiziano dell'ultimo decennio. Marsa Matruh è, per conto degli inglesi, una oscura macchina di guerra. Dal 1935, dall'epoca della guerra etiopica, gli inglesi hanno lavorato notte e giorno per fare di Marsa Matruh il più potente baluardo dei loro interessi imperiali in Egitto, il perno della difesa occidentale delle posizioni imperiali britanniche dell'Egitto, del canale di Suez e di tutto il Medio Oriente. Contro la tradizione Da quell'anno data, appunto, il prolungamento della ferrovia da Fuka a Marsa Matruh, e nell'inverno a Marsa Matruh ebbero inizio i lavori di fortificazione. Tale ferrovia durante questo inverno e la primavera fu prolungata fin oltre il confine libico. Evidentemente il generale Auchinleck intendeva imitare l'esempio dei suoi grandi predecessori per la conquista di nuove terre. Kit chener, alla fine del secolo scorso, conquistata 'Budan, dall'Egitto arrivò a Kartum facendo costruire lla ferrovia da Vadi Halfa per At bara. Durante la guerra scorsa Allenby ha condotto le operazioni dall'Egitto per la conquista della Palestina facendo costruire la ferrovia attraverso il Sinai. Auchinleck indubbiamente ha pensato di poter conquistare Tripoli avanzando dall'Egitto con la ferrovia. Eb bene, questa volta il risultato si è rivelato opposto alla tradizione; questa volta la ferrovia o meglio jla massicciata della ferrovia ha servito magnificamente in senso inverap, come, piata, come strada alle unità motocorazzate dell'Asse che la percorrono a ritroao penetrando nell'Egitto. Oli esempi di lord Kitchener e di lord Allenby non hanno giovato ad Auchinleck non ancora lord. Le nostre forze ora già sono padrone della piazza di Marsa Matruh, per un perimetro di una quarantina di chilometri estendentesi a semicerchio col mare alle spalle. La piazzaforte amplissima e profonda nel deserto come quella di Tobruk, ancora più di questa è dotata di opere fortificate in caverne e campali di superficie dove non si è risparmiato acciaio e cemento. E' un complesso formidabile di fortificazioni allacciate ordinate, collegate, giudicato imprendibile. E' veramente una fortezza. In cinque anni di lavori nulla fu trascurato per render tale Marsa Matruh. Bisogna ora osservare lo spirito delle truppe che la difendono e l'impetuoso mordente di quelle che l'attaccano. Marsa Matruh, situata a 300 chilometri da Alessandria, collegata a questa da una strada e da una ferrovia litoranea e dal mare, è sempre stata considerata dal comando inglese come posizionechiave dell'Egitto. Per gli egiziani, poi, Marsa Matruh, oltre- alla intrinseca importanza di campo militare strategico, riveste un sintomatico valore di simboZo della capacità militare e di resistenza britanniche, perchè più di una volta è capitato all'ambasciatore inglese al Cairo di assicurare i governi egiziani che Marsa Matruh non sarebbe mai stata perduta. Ora pur essa è caduta. Entro la cerchia fortificata stanno i magazzini, i depositi, le caserme, le baracche dei militari; sul mare ci sono le case di Marsa Matruh, l'albergo di lusso « Lido », la moschea, la casa del senusso, le casupole dei pescatori greci di spugne e dei commercianti del deserto occiden tale, le costruzioni governative, l'ospedale militare, il cinematogra fo, il bar, gli spacci per i militari. Carro contro carro Di acqua a Marsa Matruh non vi è se non quella, ma insufficiente, che danno t vecchi pozzi ro mani. L'acqua in gran parte veniva portata da Alessandria per ferrovia e proseguiva quindi verso il confine libico. Mentre le nostre truppe completavano l'accerchiamento della piazza, nel deserto, a sud a est e a ovest di Marsa Matruh si svolgevano combattimenti tra le opposte formazioni corazzate e le fanterie motorizzate, con aspetto apparerà rmente cantico e con ritmo anormale. La battaglia si spezzettava, si frazionava, si allargava. Attorno alle masse lot■ anti si accendevano acontri ani he sinnoli tra carri armati, veri duelli all'arma corta tra macchi>■-.? di guerra, tra cannone e can» ne, tra mitragliatrice e mitra,'atrice. E in questi acontri dal''apparenza caotica, inevitabile in "t guerra del deserto dorè non [ci .«ino linee naturali di riferiUnentn di copertura e appoggio imi 'ove tutto è strada tutto è passaggio, in questi duelli di re¬ parti o di singoli carri armati ha di-solito la prevalenza lo spirito d'iniziativa e il maggiore mordente, che è noatro. L'awicinarai di unità è preavvisato da nembi di polvere che ogni veicolo solleva nel deserto aegnalandosi a grande distanza. In conclusione, nella battaglia arruffata, ogni reparto, ogni colonna impegnata guarda con ansietà a quella polvere sollevantesi nel cielo. Dietro quella polvere può stare l'amico ma può stare anche il nemico. Può esser l'amico che arriva con il rifornimento di acqua, poiché nel deserto egiziano dove oro si avanza» non vi è acqua per centinaia di chilometri all'intorno; ma può anche ~.-ere una colonna nemica sbucata .chissà di dove, dopo aver compiuto chissà quale giro nel deserto, una colonna nemica che sopravviene per assalirci alle spalle. Ma anche questo hanno previsto i Comandi operanti dell'Asse, quali dopo tutto, nel caca sembrano vederci chiaro, e a meraviglia. Ed i risultati, infatti, lo comprovano. Antonio Levato ppagpfms[U

Persone citate: Allenby, Budan, Capuzzo, Marsa Matruh, Vadi Halfa