Se Faruk sapesse... di Italo Zingarelli

Se Faruk sapesse... TRAVAGLIO IN EGITTO * « Se Faruk sapesse... Masri Effendi, l'uomo della strada, è sicuro che il suo Re ha dovuto cedere a violenze e racconta che una notte, davanti alla reggia, un carro armato... ISTANBUL, giugno. Da quattro mesi l'Egitto è tormentato da un travaglio là cui origine risiede nel contrasto fra il vecchio programma del partito salito al potere quasi improvvisamente e l'azione da esso poi svolta. Quando Nahas pascià, ai 1 di febbraio, dopo cinque'anni di .offesa, formò il suo quinto gabinetto, le circostanze erano tali che il popolo si credè in diritto d'interpretare la vittoria del W.afd affermazione degl'interessi superiori egiziani nel campo dei rapporti con l'Inghilterra e della vita economica e sociale della nazione durante il conflitto al quale l'Egitto partecipa contro ut sua voIonia. Se nel quadrimestre trascorso il popolo ha modificato le impressioni, comunque è. rimasto convinto che Re Faruk, mandando a casa il vecchio gabinetto, volesse compiare un gesto antibri- tannico. Il popolo ragiona semprea modo suo, e quanto più bassa.tè la sua cultura, tanto più diffi-icile è portai lo a un'opinione con-traria ' a quella suggeritagli da istinti. Allorché ha couto la prova materiale che Nahas pascià si era installato alla presidenza., del Consigliq^in pieno accordo con la Gran Bretagna, Masri Effendi — l'uomo della strada egiziano — ha ragionato che certo Re Faruk aveva dovuto cedere a violenze. E oggi racconta che una notte un carro aimato britannico sfondò la porta della reggia (Il Re dorme, aveva detto la guardia; non possiamo svegliarlo) e che dal carro scese un generale il quale arrivò fino al Sovrano per dirgli: — Nahas pascià deve diventare presidente del Consiglio. Nei momenti di crisi politica e di carestia, tutti esclamano, al Cairo e ad Alessandria: — Se il Re sapesse! Se il Re potesse intervenire. E siccome il Sovrano rimane la mèta verso cui si volgono gli sguardi, i giornali assicurano che il Re sa tutto e non manca di consigliare e d'intervenire, che i muri della reggia non impediscono ai desideri dei sudditi di arrivare fino a lui, e ch'egli conosce i dolori di ogni capanna, « perchè oltre ad essere Re è egiziano al cento per cento, e il primo degli egiziani ». In Nahas pascià, dicevamo, s\ era'vista la vittoria del Wafd, che gl'inglesi — i migliori conoscitori dell'Egitto — considerano, più che un partito, una. professione di fede, o un credo: il credo dei malcontenti, il credo di quanti si aspettano dall'indipendenza completa la fine dei mali addebitati all'Inghilterra. Certo il giudizio è esatto per ciò che si riferisce alla grande massa, ma non è presumibile che gl'inglesi abbiano considerato un utopista anche il fondatore del partito stesso, il defunto Baad Zaghlul pascià, che se mai degli argomenti economici mirò a servirsi nell'interesse della sua propaganda. Quando nel novembre del'18 Zaghlul pascià prese la parola in nome del movimento nazionale, volendo andare a Londra a trattare per l'indipendenza, senza dubbio egli èra animato da puro sentimento irredentista e da fede nei principi wilsoniani.- il titolo di wafd, scelto da lui per il partito, significa alla lettera « la delegazione », e là s'interpreta, però, « indipendenza ». Senonchè il movimento era legato all'uomo che gli aveva dato forma e contenuto spirituale, e morto Zaghlul pascià nel '87 il Wafd divenne un partito politico come tanti altri e a tanti altri simile sopiattutto a motivo delle scissioni. Usuo compito, nel 1936, allorché Nahas pascià sottoscrisse il trattato anglo-egiziano d'amicizia e d'alleanza, avrebbe in lealtà potuto apparire assolto, in quanto gl'inglesi diedero al documento il valore di suggello sullo piena indipendenza dell'Egitto, che con Montreux menò anche vanto di essersi liberato dalle capitolazioni: il trattato non era però che un Compromesso • tra primitivo pi ogramma v-af dista è esigenze britanniche e Nahas pascià e i suoi amici videro nel gran successo solo un mezzo per mantenersi al governo più a lungo che fosse possibile. Ci si mantennero, viceversa, fino al dicembre dell'anno dopo. A partire dal set tembre del '39, scoppiata-la nuovo guerra europea, gli egiziani erano 3tati meglio in grado di comprendere V insufficienza del pn-tio del '36, e t'I Wafd — dimenticandosi facilmente ti passato — era riuscito a ridiventare simbolo del vecchio irredentismo, che durante la crisi del febbraio ha fatto echeggiare per le vie di Alessandria e del Cairo sediziose grida. Ma il Nahas pascià odierno che si abbraccia in pubblico con l'am- ]basciatore inglese Lampson, e in \ogni cerimonia si fa fotografare \30rridente al suo fianco, non' è 1"""'1" '»* ° quello che nel '88 venne deporta to alle Seychelles assieme a Zagh lui pascià e. rimase in esilio due anni: i suoi discorsi risplendono per purissima ideoZo^ta anglo-sas-, sone e all'Inghilterra egli domanda soltanto di lasciarlo fare nella politica interna, 'altrimenti promettendo la collaborazione che lui ed il suo paese sono in grado di dare. Il problema intemazionale dell'Egitto è passato cosi agli, ar- chivi, gli p^iriani vengono di stratti con una serie di problemi intemi minori, e i partiti d'altro non si preoccupano che di piazzare parenti e clienti: a fino maggio, l'uscita dal gabinetto del ministro delle Finanze Makram Ebeid pascià ha avuto una causa molto prosaica, consistente nella opposizione dei colleghi — tutto ha un limite — alle promozioni eccezionali delle quali avrebbero dovuto beneficiare i partigiani del Wafd. A grande stento ai-è per questa volta evitata una crisi dalle vaste ripercussioni sulla compagine dello stesso partito e atta a degenerare in crisi di regime. Il regime parlamentare egiziano oggi è una lustra: il potere esecutivo — ha scritto nel Mussawar il deputato Fikry Abaza — confronto potere legislativo e Parlamento e la sua autorità è cresciuta con la prerogative inerenti allo stato d'assedio; dei tribunati militari hanno preso una parte delle prerogative del potere giudiziario. Il gabinetto attuale abusa degli ampi poteri conferitigli per un periodo determinato, sino al ritorno alia vita normale, e abusando suscita amarezza negli spiriti e nei cuori. Nel campo sociale si è al punto di prima, a zero: ad esempio, in materia di legislazione operaia, nessuno dei sei ministri succedutisi alla testa del competente dicastero ha realizzato finora qualcuna delle aspirazioni degli operai. Avviene, al contrario, che il costo della vita è rincarato dal 65 al 70 per cento e che mentre i capitalisti hanno potuto raddoppiare i loro patrimoni, i salari sono rimasti all'antico livello, non essendo stato accordato alla massa lavoratiics nessun aumento. « Non è ammissibile, dice VAI MegaJIa el Guedida, che i ricchi vedano crescere le loro ricchezze e i poveri la loro miseria. Non è ammissibile che nell'industria i capitali siano utilizzati per schiacciare i poveri produttori: lo stato di cose è insopportabile ». Ai partiti che versano lagrime di coccodrilli per il fellah, si rivolge l'accusa di scambiare per fellah chi possiede più di 100 ettari di terreno; se ci fosse un partito per i grossi pi oprietari, uno per i contadini poveri ed un terzo per gli operai sarebbe perfettamente comprensibile: peto in Egitto « le cose unnno in modo aflatfo diver 50 ». Se gli uomini politici sotto sinceri, allora disciolgano i partiti e formino un blocco, « affinchè la gioventù libera — la quale non comprende la politica che come lotta per porre riparo ai torti e ri medio ai fnali dell'igiene e della vita sociale — possa discutere con essi ». Ma la gioventù, invece di venire organizzata, viene incitata a disperdersi nei caffè e nei ritrò vi e sono anni che si attende la riapertura del circolo università rio, a suo tempo chiuso col pretesto che gli si voleva dare un locale più lussuoso. Alla vita dei fellah il sacerdote Henry Habib Ayrout adesso ha dedicato un libro che le alte personalità, ahimè, non leggono. Il fellah beve l'acqua del Nilo e delle paludi e in essa si bagna ignaro delle malattie e trascorre tutta la sua esistenza, pieno di debiti e sfruttato dagli usurai. Per potere preferire l'acqua potabile filtrata a quella infetta che dissetò i suoi antenati, abitare una casa illuminata e sana e sapersi giovare delle leggi, egli de:'e essere anzitutto istruito: solo quando sarà istjuifo adopererà anche il sapone e andrà al dispensario e all'ospedale... L'odierno regime egiziano è capace di cosi vaste riforme, mentre ostinato chiude gli occhi sullo squilibrio sociale e tollera che, come cento e mille anni fa, dei ricchi straricchi sfruttino dei poveri in canna f Nel maggio è stata tenuta una « settimana di bontà » durante la quale i racchi indigeni si sono comportati da spettatori passivi: indignata, la stampa lancia 3trali contro taccagni. Italo Zingarelli MASRI EFFENDI: — 1 capi non fanno ohe consultarsi uno con l'altro; dovrebbero una buona volta decidersi a consultare me! (Caricatura dell'» Akher Sa'a «)..