Il tragico destino della flotta russa del Mar Nero

Il tragico destino della flotta russa del Mar Nero Il tragico destino della flotta russa del Mar Nero Verrà affondata come neM918? Cercherà scampo in un porto neutrale? Potrà trovare riparo a Novorossijsk? (Dal nostro inviato) Istanbul, 15 giugno. La caduta di Sebastopoli è ritenuta dagli scrittori militari, con alla testa il generale Ihsan Sabis, questione di giorni. Se la fortezza dovesse veramente capitolare, la flotta russa verrebbe a perdere la base più importante del Mar Nero nel quale fa sua attività diventerebbe molto difficile perchè le altre basi costiere non sembrano in grado di soddisfare i bisogni della flotta, mentre |e forze tedesche attualmente impiegate nell'assedio della piazza risulterebbero libere per nuovi scopi e potrebbero, ad esempio, venire rapidamente dirette contro Taganrog e Statino. Secondo 11 critico del Tasviri Bfkar non è da escludere che l'offensiva di Sebastopoli termini prima di quella di Karkov cosi coronando 1 azione iniziata nello scorso autunno dal generale Mansteln coll'undicesima armata sulle rive del Mare d'Azof e In Crimea. La distruzione del 1855 L'anno scorso come si ricorderà, Sebastopoli apparve in pericolo immediato sin verso la fine novembre. Dell'importanza militare della piazza ci si rende conto dando un rapido sguardo alla sua storia di appena un secolo e mezzo. Fondata verso la punta meridionale della Crimea nel 1786 dove sorgeva 11 villaggio tartaro di Akyar, la città fu In un triennio di lavoro ininterrotto trasformata in porto di guerra munitissimo dal principe Potemkin e dotata di un grande arsenale e d'una potente flotta. Nel 1805 i russi dopo avere costruito nuove difese e installato molte batterie di lunga portata ne fecero definitivamente la loro grande base navale del Mar Nero. Al tempo degli Zar, Sebastopoli era considerata il punto avanzato verso Istanbul giacché, partendo da quella base, anche le navi a vela con vento favorevole potevano in 24 ore fare la loro, apparizione all'Ingresso del Bosforo. Il suo golfo costituisce un porto naturale eccellente con una serie di piccole anse delle quali parecchie penetrano profondamente entro terra ed attorno a questo golfo lungo circa sette chilometri, la città si distende a foggia di anfiteatro con delle strade molto ripide ma bene allineate. Nel 1926 i suoi abitanti ammontavano a 75.000, in maggioranza grandi russi, ma alla vigilia della guerra attuale la popolazione doveva essere salita a 90.000 anime, essendo Sebastopoli diventata il vero centro industriale della repubblica di Crimea con molti grandi bacini, cantieri navali, stabilimenti meccanici, fabbriche di prodotti alimentari ed innumerevoli caserme e con gli impianti necessari alla flotta sovietica le cui sorti ormai ricominciano ad interessare paesi vicini e lontani. In condizioni analoghe questa flotta, in un secolo si è già tro vata due volte. Al primi di giugno del 1854, epoca, della guerra di Crimea, tre fregate anglo-francesi, spintesi per ricognizione sino a Sebastopoli, accertarono la presenza in porto di 109 navi russe di vario tipo armate almeno di 2200 bocche da fuoco di tutti i calibri ed era quella flotta che, distaccando alcune unità verso la costa meridionale del Mar Nero, aveva distrutto a Sinope una squadra turca. Allorché gli alleati fra i quali figuravano 1 Piemontesi misero l'assedio alla piazza, gli ammiragli russi, che secondo certi storici e critici avevano commesso 11 grave errore di rimanere inattivi mentre il corpo di spedizione del nemico veniva trasferito dalla Dobrugla In Crimea dove sbarcò ad Eupatorio decisero di affondare immediatamente tutte le navi nel porto e al suo ingresso per ostruirne il passaggio dopo aver* trasportato a terra le artiglierie navali per rin¬ f , e r a i i a l a forzare le opere difensive (operazione questa molto facile in una epoca nella quale 1 cannoni delle navi erano montati su affusti mobili e ruote). Le ultime navi furono date preda alle fiamme al momento dell'Inizio dell'assai'.-» contro il forte Malakoff e l'S settem bre 1855, quando finalmente la città di arrese, furono affondati pure dei piroscafi all'ancora presso il forte Caterina. Ubbidendo agli ordini di Gorciakoff, i russi, prima di deporre le armi, avevano fatto saltare in aria le opere fortificate, incendiato le case, distrutto tutto quello che poteva servire agli alleati che trovarono una città in fiamme e in rovina. Per dimostrare come i bolscevichi si attengano fedelmente agli antichi metodi di guerra russi, uno scrittore ricorda che il generale Pellisier, telegrafando a Parigi al Ministero della Guerra, comunicò che l'opera di distruzione nemica era continuata anche sotto il fuoco delle bombe e siccome molte' mine saltavano successivamente in varil punti, lui si era ritenuto in dovere di ritardare l'ingresso nella piazza che era tutto un immenso braciere. Le clausole di pace imposero alla Russia di tenere nel Mar Nero forze navali irrisorie, ma nel 1870 11 Governo di Pietroburgo dichiarò di non volere più rispettare queste restrizioni ed in dodici anni ricostruì una fletta d'una certa importanza, ricostruendo nel tempo stesso Sebastopoli. Un lago russo Da quell'epoca sino alla prima guerra mondiale il Mar Nero fu un lago russo, finché il 29 ottobre 1915 Sebastopoli venne bombardata dal due Incrociatori tedeschi Goeben e Breslau incorporati nella flotta turca coi nomi Cavuz e Midilli. Quando poi le truppe tedesco-austro-ungariche ebbero invasa l'Ucraina, la flotta russa nell'aprile 1918 venne a trovarsi in una situazione oltremodo cattiva che ricorda assai davvlclno l'odierna, anzi era ancora più grave perchè Batum era nelle mani del turchi, ed essendo Odessa già occupata, non vi era più via di scampo. Il 20 aprile 1 tedeschi entrarono in Sebastopoli e 1 russi per salvare la flotta ricorsero al trucco che poi nell'autunno successivo fu Imitato dall'imperatore! Carlo d'Asburgo quando cede la marina austro-ungarica alla Jugoslavia, e issarono sulle navi la bandiera ucraina affrettandosi però ugualmente a lasciare Sebasto- 8oli per raggiungere nottetempo 'ovorossljsk. In quest'operazione andò perduto un solo cacciatorpediniere colpito dalle batterie terrestri tedesche. Novorossijsk non aveva depositi sufficienti per mantenere la flotta ed intanto i tedeschi insistevano a Mosca affinchè le navi ritornassero a Sebastopoli e si arrendessero. Mesca ordinò che le navi venissero affondate sul posto e gli equipaggi invitati a votare si manifestarono di diverso avviso. Il 17 giugno una dreadnought, sei caccia, un incrociatore ausiliario partirono da Sebastopoli, ma un' altra dreadnought ed otto caccia furono silurati sul posto ed affondati dal cacciatorpediniere Kerc che anzi per mandare a fondo la grossa corazzata dovè tirare ben sei siluri. Il problema del 1918 torna oggi a porsi per la marina sovietica che ha da scegliere fra tre soluzioni: resa ai tedeschi, distruzione volontaria, oppure internamento in un porto neutro ed evidentemente turco. In questa terza soluzione, la conoscenza che già abbiamo del metodi russi non lascia a sperare, e, del resto, bisogna stare anche a vedere se Novorossijsk sia stata attrezzata in maniera tale da offrire alle unità marittime sovietiche nuovo rifugio. Italo ZingarelH

Persone citate: Asburgo, Ihsan Sabis, Malakoff, Pellisier