Laburisti conservatori e minatori in gara per non produrre carbone

Laburisti conservatori e minatori in gara per non produrre carbone OCCHIATE IN CASA DEL NEMICO Laburisti conservatori e minatori in gara per non produrre carbone La questione del carbone comincia ad assumere in Inghilterra l'aspetto burrascoso d'un conflitto politico. Fra le quinte dell'unione nazionale, fondamento dell'onnipotenza di Churchill, è in corso una di quelle accanite battaglie interne di cui la vita pubblica inlese ha sempre avuto il segreto, lono cose che dalla cronaca telegrafica quotidiana non risultano, ma la lettura della stampa locale fornisce al riguardo tutti i lumi desiderabili. In due parole, diciamo che si tratta d'un ennesimo aesalto delle sinistre e delle organizzazioni sindacali per strappare alle destre, se non la nazionalizzazione, almeno il controllo delle miniere. VI parlai, or non è molto, del progetto Beveridge sul razionamento del carbone. Questo progetto, sul quale oggi non tornerò, aveva la particolarità di abbinare insieme la restrizione del consumo e la riorganizzazione mineraria. In tesi generale, 11 piano di battaglia proposto da Dalton, ministro del Commercio, era d'ispirazione laburista. Comunque, il principio del razionamento essendo ormai stato accolto in tutti gli altri campi dell'economia, le sinistre speravano che, da questo lato, 11 progetto non susciterebbe opposizione e si ripromettevano che, accodato alla sua premessa, il corollario che li interessava finirebbe col passare il traguardo senza troppa difficoltà. Il tesseramento del carbone doveva essere, Insomma, 11 cavallo di Troia nella cui onesta pancia giungerebbe in porto almeno l'essenziale del plano di gestione tripartita delle miniere formulato di recente dal Consiglio nazionale del Labor party. Rinvio del razionamento Disgraziatamente pei laburisti, dall'epoca del cavallo di Troia i difensori delle cittadelle assediate si sono scaltriti parecchio. La ma novra di Dalton fu sventata in tempo, sebbene il ministro fosse ricorso allo strattagemma di apri' re la discussione parlamentare prima di aver distribuito al deputati 11 testo completò del progetto Beveridge, vale a dire prima di aver confessato che al razionamento il governo accettava di associare il controllo delle miniere,: e, In attesa di poter combattere quest'ultimo, i conservatori apersero un violento fuoco sul primo. Il risultato della loro opposi zione è stato, lo sapete, il rinvio del razionamento ad epoca non ben precisata e la momentanea parafisi dell'intero piano di bat taglia dei nazionalizzatorl. Le si nlstre hanno risposto al colpo ac cusando 1 cosiddetti tory back benchers — traduciamo, per Intenderci, 1 « reazionari della Montagna» — di difèndere gli interessi delle compagnie produttrici di Gas e di Elettricità, che nella restrizione del consumo del combustibili vedono una minaccia di falcidiate cifre d'affari e di ridotti dividendi. Accusa probabilmente fondata, tanto più che gli irreducibili del Comitato del 1922 di cui è presidente Erskine Hill, ossia i deputati conservatori che non fanno parte del Governo, non hanno respinto il progetto Beveridge in blocco ma hanno fatto buon viso alla sua proposta di ra¬ scarcerazione. Nella maggior parte dei casi, però, la causa dello sciopero si identifica con qualche protesta contro le deficienze degli impianti. A Blackhall si è scioperato per protestare contro il metodo in uso nei pozzi per pesare il minerale estratto. A Gresford si è scioperato per protestare contro l'impiego di traverse metalliche invece di travi di legno nelle opere di puntellatura delle gallerie. Tutti i pretesti son buoni per tener vivo 11 ritornello della riforma mineraria: « Applicate 11 controllo statale, o incrociamo le braccia! ». BsdBzCdsspII caos nelle miniere I deputati laburisti assecondano l'agitazione proclamando, di comizio in comizio, che le cose non possono continuare cosi. « Nelle miniere regna il caos », ha detto a Londra Rldley nella seconda metà di maggio. «Non esiste un'autorità direttiva centrale, e Innumerevoli commissioni e comitati lavorano a renderla impossibile. Dal pozzo di scavo allo spaccio al minuto, 1 metodi In corso sono Incompatibili coi bisogni d'un paese in guerra ». Ma i padroni delle miniere replicano, al solito, per bocca di sir Evan Williams, presidente della Mining Association, che l'adozione del controllo statale avrebbe sulla produzione gli stessi effetti disastrosi che ebbe durante la prima guerra mondiale. Secondo costui la propaganda nazionalizzatrice è fra le cause - principali dell'Irrequietudine regnante fra 1 minatori; causa principalissima ne è, però, 11 livello troppo alto delle paghe nell'industria bellica. ?ragne che non solo rendono difIcDe U reclutamento d'una mano d'opera giovane a destinazione dei pozzi ma determinano fra 1 minatori un'irresistibile smania di emigrare verso mestieri più comodi e redditizi. « Per giustificare tale diserzione, proclama sir Evan, si ricorre sempre più largamente alla classica arma del certificato medico». Chi ha letto la Cittadella di Cronin sa quanta sia, effettivamente, la compiacenza del medici onorati della fiducia delle organizzazioni minerarie nel rilasciare attestati di malattia al membri che li desiderano. Scendere nel pozzi è un lavoro duro' e pericolose; nelle fabbriche d'armi si lavora senza rompersi la schiena nè arrischiare la pelle, e si guadagna di più: come stupire che qua e là sia necessario far intervenire il policeman per Impedire al minatori di svignarsela? te Aumentate loro i salari», consigliano 1 laburisti. E 1 padroni & replicare: «Non copriamo nemmeno le spese! ». in un altro paese si taglierebbe forse 11 nodo ricorrendo alla militarizzazione dei lavoratori del piccone, i quali, alla fin del conti, là dove 1 soldati servono a fare la guerra, costituiscono una casta privilegiata. In Inghilterra, dove i soldati passano 11 lóro tempo soprattutto In caserma e al o'nematografo, questo non si può farlo. E intanto la produzione del carbone rimane deficitaria... Concetto Pettinato ppmnalamalamamalamalamnramrmdmp'Drlg/dtevf3OnQvgMs3 zionare il carbone pel consumo privato, proposta la quale, oltre a non colpire affatto i produttori di gas e di elettricità, promette loro migliori affari. Senonchè, gli oppositori di destra se la son presa con le difficoltà tecniche del razionamento in genere, soprattutto con l'enorme macchina burocratica che la sua attuazione richiederebbe — qualcuno parla di 50 mila impiegati! — e su questo punto nessuno riesce a provare che abbiano torto. Sia come si voglia, pel momento l'affare è in secco; lo stesso Cripps, ai Comuni, ha dovuto impegolarsi in spiegazioni laboriose che, oltre tutto, hanno deluso 1 suoi ammiratori; e gli aspettl critici della situazione deplorati da Dalton nel suo discorso del 7 maggio restano tali e quali. In che tali aspetti consistano è noto: alla fine dell'inverno, il 42 per cento delle officine che producono il gas e il 38 per cento di quelle che producono l'energia elettrica non avevano più co.ie che per un mese, mentre l'il per cento delle prime e il 7 per cento delle seconde ne avevano solo per due settimane. Questo esaurimento delle scorte di combustibile costituisce un pericolo permanente, e il fatto che Dalton vi calchi sopra la mano è verosimilmente un tentativo per far breccia nell'ostilità delle Compagnie facendo appello ai loro propri interessi. Ma il pubblico pensa so- fra ogni cosa come si scalderà Inverno venturo. Senza tessere, avrà ancora abbastanza antracite per accendere 11 caminetto e alimentare i termosifoni? La Lega delle Lavoratrici ha votato un ordine del giorno in favore del razionamento: ma ' il Daily Herald prevede già che 11 carbone diverrà inaccessibile alle piccole borse incapaci di acquistarlo al mercato nero e che migliala di focolari rimarranno spenti. E' a questo punto che entrano in scena 1 sindacati dei minatori, persuasi quali sono che, se il Labour party, prigioniero dell'unione nazionale, non riesce a superare l'ostacolo, tocchi a loro prender la testa del movimento. Ma i minatori, manco a dirlo, procedono come hanno sempre proceduto: scioperando, che non è certamente 11 mezzo migliore per risolvere la crisi. In dodici mesi, secondo Grenfell,' ministro delle Miniere, le agitazioni nel pozzi hanno avuto per effetto di far calare la produzione di almeno 300 mila tonnellate in più del disavanzo normale. Solo nel giro delle ultime settimane i giornali segnalano scioperi nelle miniere di Blackhall, di Maihsforth, di Chilton, di Leasingthorne, di Gresford, di Hafod, di Point of Ayr, di East HolyweU, di Wbit< burn, e ne tralascio. Quali ragioni adducono 1 loro protagonisti? Alcuni invocano motivi di salarlo, e principalmente il fatto che gii operai dell'industria bellica, donne comprese, guadagnano più del minatori. Altri insorgano con tro l'incarcerazione di avventizi minorenni rifiutatisi a lavorare sotterra: alludo ai seimila minatori della contea di Durham, che il vicario del luogo, ex-minatore egli stesso, è riuscito a ricondurre al lavoro solo pagando lui la multa che non avevano pagata i colpevoli e ottenendo' la loro

Luoghi citati: Blackhall, Gresford, Inghilterra, Londra, Troia