ESSERI di Filippo Burzio

ESSERI Morte e trasfigurazione ESSERI lo varrei daWelfimcro ma- ' lire all'eterno, (Il demiurgo) Voi negate il s<»sso. meeser Leonardo, o per lo meno lo spregiate: e figuratevi se io non vi comprendo! Però, quando nel viso o nelle membra di un corpo umano, che con sue segrete arti il sesso fa lievitare come .un Iiane, o rinsecchir come un meruzzo, nasce e muore la donna, è pur bello cogliere i segni di un mutamento, che anche voi seduce, almeno quanto notar le vostre cose preferite: rughe dell'acqua nei canali, e i riflessi del cielo ; tenzoni di grandi mostri difformi nelle nuvole accese dal tramonto. Stupite bimbe, quando le sottane si fanno galeotte allo sguardo maschile che v'insiste ; e il fiorire dei seni è un dono immeritato, che davanti allo specchio colma di meraviglia ogni mattino: rose sui gigli, come un madrigale; o come le gemme, turgide sui rami, che a primavera sforzano la scorza. Attimi strani dell'adolescenza, pieni di un ambiguo, dubbioso Agire, che le abita e trasmuta, - e non chiede il permesso e non si spiega. Portano il sesso come un Sacramento, erette sulle belle gambe come tronchi flessuosi per i viali di aprile j tabernacoli inconsci di un dio, che solo per gli occhi e nelle mosse di alcune, elette sacerdotesse, osa accennare i suoi disegni, e nei loro oorpi incarnarsi: signore o schiave, vittime o baccanti... iLe altre non si rendono ben conto di quel che accada,^ si lasciano fare ; e il loro viso è meno espressivo del loro* corpo, e il loro sguardo meno ancora del Viso: sguardo fatuo, ■un po' sciocco,'! di giovinette; l'anima del sesso in esse è oscura, e la felicità senza motivo. Mulinili, primo stormir d'ali a di fonili!, buondì, nuvole rosa a peschi rosa ! Ho quindici anni; troppo dolce cosa vivere, quando amore è sulle soglie. Povere donne, dolci a persuadere, hanno dato agli uomini tutto quel che potevano, servendo questo mistero della diversità, che sesso ha nome: che ne possono se a un certo punto si sentono stanche ed esaurite; sentono che l'apparenza è andata oltre la sostanza, il possibile supera il reale, il desiderio maschile allucinato si svia dietro miraggi, cerca nella passione o nell'amplesso quell'assoluto che non sa trovare ? Il loro genio sessuale non può dare di più. Sentono la loro insufficienza a recitar la parte di dee, e con tinnita e tristezza ad ritraggono dal gioco. Popoli interi, vast*> epoche storiche subiscono _ l'influsso di questi alti e bassi, e itti-ano ed escono dal mondo sessuale per tentare altre sorti : sia ricchezza, oppur potenza, oppur sapienza: orientali lascivi, francesi galanti, tedeschi guerrieri, slavi sognanti ; Medioevo asceti co o cavalleresco, Settecento li bertino, Ottocento romantico, Novecento feroce... Strana cosa, da stupir senza fine, e senza fine interrogare ! Da due poli disgiunti senza necessità visibile, la vita fa scaturire una corrente, scoccar scintille in un incendio inestinguibile. Che accadrebbe se un giorno il maschile,, e il femminile, separati dal principio dei tempi, si unissero e saldassero in cellule neutre? Se il sesso sparisse, quale direzione prenderebbe la vita, quale interesse lo sostituirebbe nei suoi impulsi, quale avventura l'attrarrebbe, da_ valer questa, che nei millenni dipanandosi da un groviglio in• terminato, ancora non sai se asoenda o giri in cerchio, come il serpe che morde la sua coda ? Ma qual prodigio, comunque, e qual mistero, che una piccola differènza possa siffattamente influire sugli esseri, e atteggiarli, ossessionandone gli spiriti, colorando di se tutte le cose: albe e tramonti, e profumi e sembianti. Che ha voluto, con ciò, diro e fare la vita: questo separare per poi riunire la materia sessuata, 1 corpi che si cercano, suscitando attrazioni e dolci inganni ? Aveva tanti altri modi per continuarsi e svilupparsi — che so, la segmentazione, la partenogenesi —- e invece ha scelto il sesso e la morte, l'individuazione emniera e. la polarità : a un parto istessn, Amore e Morte — ingenerò la forte. Quale necessità l'ha costretta, quale disegno l'ha tentata : auale caso, forse, ad un crocicchio della evoluzione, l'ha sedotta per una china divenuta poi fatale, verso orizzonti irrevocabili? Tanto, che andare ormai cercando i modi di tutte le cose senza sesso è fra le mète del buon demiurgo, nel suo pellegrinare ; quando, talvolta, con magistero di distacco, si avventura ad uscir del sesso. Troviamo ' già tante cose fatte al mondo, e destini avviati, e motivi occulti, e nodi che vengono al pettine — che la vocazione del creatore si morti fica, se pUr fosse la nostra; e più appare cònsono alla condì zinne umana ordinare e capir questa dovizia. * * Con sesso e morte l'essere si fa effimero; lascia le sedi dell'eterno presente per entrar nel giro vorticoso del tempo, come in una danza troppo più bella dell'immoto stare, nell'alto sonno senza sogni .ond'esce. Nè scegliere questo più che quello è concesso a chi, rapito, inizia la sua danza. Quando portano fanciulle al cimitero, nelle sere di maggio, crollano già i primi fiori sugli steli reclini al si'o passare ; l'erba falciata manda il suo profumo come un compianto, un pio incenso esalato verso la bella forma'" morta, che si disfà dentro la bara, l'n vecchione fa/ria c raduna — l'erbe e i fiori ili priiiutvera... Si arresta per un attimo, pentito, il Tempo nella sua trista bisogna ;. sospende il giro della falce, còme un pio boja la «cure, e attende, se ua miracolo di grazia si compia. Ed anche il Creatore, dal suo soglio, guarda al dolente spettacolo, dubbioso del suo consiglio, per aver fatto troppo belle quelle cose mortali: e il loro pianto lo attrista, e lo persegue come un.rimorso; e fra sè e se si discolpa, qiiasi che' un fato pure a lui si imponga, una necessità che non ha scampo. Bello sei, perchè sei frale. Si' vivere tirami — è Iona fuggire Se Invece rimani — e forra morire'. O effìmero, e come mai lamen-. ti la tua sorte? Hai colori, hai profumi, le rosse bocche, le chiome bionde ; hai vooi tristi e liete, hai primavera, effimero, per adornar la tua vicenda. Hai l'amore per te, la poesia, complici tutti dei tuoi sensi : i prati verdi, i boschi fondi, albe sui nlon- ti, onde sul mare: il Tempo che ti culla e la Natura che si-bea del tuo sorriso, assorta 'nel tuo sogno (itesso, vittima e rea del tuo stesso peccato. Vedi quanta dolcezza metta' ella negli epitelii morbidi delle carni e dei fiori, nel soave madore delle cose sessuate ; e come versi la voluttà dentro le Arene, e corrle accenda agli occhi del desiderio quéi leggiadri centri dell'universo, le belle sedi femminili, molli od eretto, brune ò rosate fi le belle sedi del tempo e _del ...frale, la pelle fina di color violastro, là dove voluttà più si tormenta! E' la sessualità vasta pel mondo a intenerire albe e tramonti; è lei che spira dalle curve dolci, e rei che invita dagli orti silenti, è lei che esala odore di violette : fioriscono insidiose sulle prode, vaporano dalle vesti delle donne, più acute, perduto odore d'intimità. E' la sessualità vasta pel mondo: il pallore dei grappoli, lo sforzo — voluttuo¬ so, languido sforzo —; dell'universo a generar femmina e maschio, quando fiorisce glicina e lillà. O effimeri ! fioritura delle forme, febbre dei desideri, ansia dei sensi: dolci lai, labili gioie; intrecciano carole i morituri sulle soglie del nulla, comcj per notti estive, lucciole sui cigli... O fiore secco: o tu ch'eri pallente, che facevi tremar gli aman: ti col tuo profumo, nelle notti appassionate ! SoHate Canili, c« l'aria » (loca. Mutan le notti, e il canto le confonde. Mutano i volti, e il nome è sempre quello. Nell'ombra, chi sa leggere gli sguardi? Nel nome. chi. discernere le sorti ? Sei bella: che tu sia l'ava o la nepote, corpo o fantasma nelle braccia accolte, la bocca trema, l'attimo sì arresta: scètate Caruh, t.a l'aria i tloce. Filippo Burzio

Persone citate: Iona