Visita ai caposaldi della "Pasubio,,

Visita ai caposaldi della "Pasubio,, DA AVIATORE TRA. I FANTI Visita ai caposaldi della "Pasubio,, Primo contatto con le linee - Dal gelo all'estate in venti giorni - Nel boschetto dei cannoni - Questo è i'80' Fanteria - Quei bravissimi piloti russi... (Da uno dei nostbi inviati) . Fronte del Donez, maggio. • E' bene, qualche volta, scendere dal cielo. Abbandonare il proprio apparecchio sull'aeroporto più avanzato del fronte e intraprendere la corsa, stille strade senza fantasia della Russia, alla ricerca dèi fanti che, nei caposaldi più esposti, minacciano o contengono u nemico. Primo contatto terrestre con le linee.. Se, in simili circostanze, il fante potesse analizzare lo stato d'animo dell'aviatore, ne sarebbe sicuramente divertito. Il Silota si riempie gli occhi di una realtà possente e organizzata che, dall'alto, si rivela, appena, come un'estrosità innocente della natura, e cerca di fissare nel cervello i principi ai quali il regista si è attenuto per trasformare i dolci declivi, te piccole valli, i greti, i dorsi pelati e rossicci, in un geniale apparato bellico. E' un'autentica forma di regia teatrale, questa, che se non è mai abbastanza raffinata per sfuggire all'occhio vigilante del nemico (appostato di fronte a poche centinato di metri} è invece la causa di giravi preoccupazioni per il pilota che, dall'alto, deve sezionare il terreno e "saper letigerè ove la natura lavora effettivamente tn combutta con Tùoitìò: , ' Tutto viene osservato, allora, con una curiosità che può assu mere aspetti infantili. Perchè, in definitiva, l'aviatore gioca, per qualche ora, a fare il soldato di trincea. Vorrebbe che tutti i mortai, tutte le mitragliatrici sparassero per osservarne l'effetto, e immagina (poiché il fronte.è ancora in apparente torpore) una piccola battaglia sulla secca pianura neutra che divìde le nostre.linee da quelle russe. Ripeto: è bene, qualche volta, scendere dal cielo. Il pilota si trova a contatto con la interessante, precisa, intelligente macchina militare, e si commuove di fronte agli uomini che questa macchina animano e potenziano. e> L'Ecc. Messe, comandante del C.B.IJt., è.un uomo che colpisce immediatamente per la sua grande umanità. Soldato nel senso più nobile della parola, ha creato, attorno ai suoi uomini, un'atmo sfera di leggenda. Oli atti di eroi smo, le pagine di sacrificio, le diu turne iminense fatiche delle sue Divisioni, hanno imposto, all'ani mirazione incondizionata degli alleati e del nemico stesso, l'esercito italiano. Qui del Corpo, di.Spedizione Italiano si dice: « Ha" tenuto il fronte, durante la più rigida campagna invernale che mente d'uomo ricordi, senza cedere di un passo di fronte alla formidabile pressione nemica ». Non un metro di terreno han no potuto riprendere i russi dove erano presenti le truppe italiane. Questa è la inconfutabile realtà che santifica il nome d'Italia in terra russa. « « Vi voglio far vivere ventiquattro ore con i miei soldati » mi ha detto l'Eccellenza Messe. Ne sono stato felice. Ho iniziato il viaggio verso i caposaldi della Divisione « Pasubio » con l'animo di un esploratore entusiasta. La macchina ha danzato sulle Strade russe. I/estate improvvisamente è piombata sulle spalle ancora diacce degli uomini, e il vento caldo e incessante solleva un polverone immenso che sembra una grassa nuvola annusante la terra. Sino a venti giorni fa il gelo, oggi il calore di luglio. Passiamo borghi e paesi che hanno la vastità di un .Grandissimo centro. Tra: le cento case diroccate, malinconiche, luride sorgono poi stabilimenti immensi. Qui si fabbricavano (dicono) 15.000 proiettili al giorno, là i motori, più lontano una .Grande raffineria di olii minerali. Bono vecchie e modeste fabbriche ohe. nel loro destino e nel loro ingigantimento, hanno seguito i pian* bellici del governo sta¬ liniano. Ai capannoni si sono aggiunti i capannoni, poi le costruzioni più imponenti, sino a costituire zone industriali vastissime che non hanno però nulla di organico. Accanto a questi immensi villaggi industriali, gli uomini sembrano ancora più miserabili, ancora piti intristiti. Tra le case sorge un palazzotto grigio. Ho chiesto cosa fosse. Mi, hanno detto: «La ex-clinica governativa per gli aborti». Un tempo, tra gli altri esperimenti, e in tema di libero amore, Stalin aveva organizzato, in forma ufficiale, anche il delitto contro la maternità. La macchina continua a danzare sulle strade che sembrano mortificate d'essere così accidentate. Passiamo accanto ad un mercato.- Non so cosa possano vendere. Ma sono, pochi uomini e molte donne, seduti, ad attendere un invisibile, acquirente. • <E' sempre stato cosi», mi di cono. Il mercato ha, l'aspetto di una funzione. religiosa. Nessuno si muove, nessuno urla; nessuno compera ne vende. Sembra tutti attendano, immobili e cupi, che gpauitewanu, \m--nujoiu e cupi, cne un po' di pietà scenda dal cielo, ' • Una pista volge a sud e solca la campagna. E' l'immediata retrovia del fronte. La macchina mimetica avanza faticosamente: si arresta accanto ad un boschetto che, nella zona pelata, costituisce una rarità. Tra le piante rare e sottili vorremmo essere allietati dalle festose sonorità ariostesche. Invece vi scopriamo i cannoni. Si tratta di una nostra batteria. I cannoni serrati tra le piante, ricoperti di un fogliame artificiale, sembrano dei grossi sospettosi animali, seduti, con il grande naso per aria. n tenente e i suoi artiglieri dimostrano un certo stupore nel veder comparine degli aviatori in esplorazione tra i boschi. « Tra poco inizieremo il fuoco » mi dice. Nell'attesa, i festeggiamenti. Crossi bicchieri d'acqua semiminerale, qualche limone (frutto rarissimo qui), e una barba eseguita magistralmente da un artigliere con spalle potenti. Non sono una leggenda le spalle degli artiglieri. Il loro fisico è degno delle batterie massiccie. S'inizia il tiro. La terra vibro, i timpani sembrano pugnalati. Un sibilo lungo, poi silenzio. Un tenue boato lontano. Il proiettile ha percorso dodici chilometri. Gli artiglieri sorridono: sono soddisfatti del loro aereo fusiforme, rapidissimo e musicale. • Siamo ai caposaldi dell'ottantesimo Fanteria. E' un reggimento celebre. Ricorderò al lettore, in poche parole, la storia di questi fanti meravigliosi. II 15 luglio del 19 kl il Reggimento lasciava Mantova e raggiungeva Burdujenni in Romania. Il giorno 11 agosto il Reparto sostenne il primo combattimento vittorioso sul Bug. Alla fine di settembre i fanti dell'ottantesimo passavano per Cremenciuk, in direzione di Poltawa, e, sul fiume Oreli, agivano sul fianco del gruppo corazzato Kleist, dove in collaborazione con il nostro 79° fanteria, costituivano due teste di ponte dalle quali poi Sono passate divisioni corazzate germaniche. Dal 15 ottobre s'infetta la storia, che ha dell'inverosimile, della colonna Chiaramonti costituita appunto dall'80° Fanteria e da reparti del 79°. Privi di mezzi motorizzati, i fanti ricevettero ordine di correre verso est senza dar requie al nemico, in modo da sfruttare al massimo il successo delle divisioni corazzate tedesche. Si costituì una colonna di uomini che non vollero, per ben £7 giorni, conoscere il riposo. Con centinaia di carretti trainati da centinaia di cavalli sequestrati, il reggimento, combattendo, percorse una media di venti, venticinque chilometri al giorno. OH scontri violentissimi con i russi culminarono il quattro novembre a Nikittowka, dove i nostri fanti, contrattaccati furiosamente, si asset tagliarono, per nove giorni, privi di viveri; in un sobborgo della città. Tutti furono eroi, e l'eroismo colletttivo è simbolizzato dalla motivazione della medaglia d'oro concesso, al fante Randa zzo .Rosario, motivazione che dice: « Posto a sbarramento di difficile posizione, rimasto solo ad una mitragliatrice perchè tutto il rimanente gruppo tiro era stato messo fuori, combattimento, continuava intrepido nella sua azione. Avuto asportato completamente il braccio destro da una scheggia di bomba da mortaio, non abbandonava l'arma e, mentre con la sinistra continuava a tenere l'impugnatura, coi denti premeva la leva di sparo continuando il fuoco e stroncando l'impeto dell'avversario che era giunto a pochi metri di distanza, finché, colpito pmrsinsqeccrstrigurtmslqd«IcfgvsczctclidNeDca8sCteTesdf in pieno da una raffica di colpi, si abbatteva sull'arma che gli era stata più cara della vita...», • /I capitano B. mi porta tra i suoi soldati che vigilano dai caposaldi più avanzati. Rimango con i fanti Barelli, Rosoli, Rotfini, Fiori. Del Vo e Venturini. Sono quasi tutti nativi di Mantova. Attraverso le feritoie mi additano le posizioni nemiche. Chiedo: «E gli aviatori russi vi disturbanot». Un soldato mi risponde: « Sono molto educati i piloti russi! ». In cinque (perchè sempre qualcuno dimenticava un particolare interessante) mi raccontano che pochi giorni prima si erano presentati dogli aeroplani sovietici sulle linee italiane. Dopo uno studio accurato della zona e dopo averla percorsa in lungo e in largo gli aviatori russi decidevano di gettare le bimbe sulle linee... russe. Non si può immaginare con quali applausi i nostri fanti abbiano salutato la riuscita impresa bolsoeinca. Aìtrdversia/i9b «net zona scoperta per recarci ad un altro fortino. Ci accompagnano due ii//tr -v™.' TTV-LL^Sr —7i V. " « fottoten. E. e ir sottotenen: ' te S. che sono spectaitstt in colpi di mano sulle linee nemiche. Mentalità strana posseggono'i rossi., Dall'osservatorio i russi debbono aver notatole hostfe'mo^ deste persone che, innocentemente; si conducevano da un caposaldo all'altro Hanno iniziato un vivace fuoco d'artiglieria. Bisogna dire la verità che sparano bene. Il tiro ci ha inquadrati subito. Un proiettile scoppiava a non più ai cinquanta metri da noi. Mi hanno spiegato gli ufficiali che, alcune volte, per una sola persona che si espone insistentemente all'osservazione nemica, i russi disturbano le loro artiglierie. È' una forma di megalomanìa. I fanti posseggono una sensibilità formidabile. Il proiettile lo sentono: è un sibilo leggero .ma inconfondibile (per loro). Frazioni di secondi, poi lo scoppio. « E' la praticacela! », .dice un soldato, sorridendo. « Bolo che, qualche volta, i sibili sono troppi e la praticacela non basta più.'». Quando avvertono' il sibilo si curvano con diligenza nelle piccole fosse e attendono. In ogni loro movimento, in ogni loro espressione, in ogni loro racconto e una tranquillità lagunare. Qualcuno rievoca, accarezzando la mitragliatrice puntata verso il nemico, un episodio eroico compiuto durante l'asserragliamento di Nìkitowka. Non una frase a tono minimamente drammatico. Alla fine del racconto il fante sorride e ti guarda arrossendo. Quasi a volerti far dimenticare l'episodio il quale, come dicono questi benedetti sol'lati, miniere del coraggio e della serenità, « non ha nessuna importanza ». Maner Lualdi t

Persone citate: Del Vo, Maner Lualdi, Stalin, Venturini

Luoghi citati: Italia, Mantova, Romania, Russia