Anche la propaganda battuta da von Bock di Giuseppe Piazza

Anche la propaganda battuta da von Bock Sui fronti delia Russia Anche la propaganda battuta da von Bock Berlino, 26 maggio. Dal ragguaglio abbastanza con creto e conclusivo degli elementi di cui si dispone su quanto si è svolto ed è ancora li» corso di svolgimento al fronte orientale dopo la prima settimana di maggio, dal profilarsi cioè dell'offensiva tedesca su Kerc a questa parte, la stampa del Reich tfrede di poter ricavare ormai un qua dro sufficientemente chiaro della linea degli avvenimenti, il quale illumina retrospettivamente tutta una serie di atteggiamenti della propaganda nemica, che a fini agitatori! hanno accompagnato i fatti e ne trae a sua volta spiegazione e conferma. Nella tenaglia tedesca La fondamentale constatazione che da questa scorsa retrospettiva sulla propaganda nemica 1 giornali del Reich desumono è che tre settimane or sono l'offensiva tedesca sulla penisola di Kerc, mentre riaffermava l'iniziativa tedesca, non faceva che trarre la conseguenza, ancora una volta genialmente prevenendolo e sventandolo, di un immediato piano offensivo delle armate sovietiche, di cui la fase programmaticamente iniziale ed essenziale doveva svolgersi non già nel settore di Kerc, bensì nel settore di Karkov: là dove esso ora si avvia rapidamente, in maniera che secondo ogni comunicazione tedesca non lascia scampo per le armate di Timoscenko, a esperi mentare la sua catastrofica soluzione. Il plano del maresciallo sovietico, annunciato col noto suo ordine del giorno del 12, in cui dava alle sue truppe il segnale d'inizio < della offensiva, nella fase in cui la guerra ormai entrava, nella fase cioè della liberazione dell'Unione sovietica > era, come pienamente oggi risulta, quello di riconquistare a cominciare dal pernio strategico della città di Karkov tutta la preziosa e vitate regione ucraina, ciò che avrebbe avuto per conseguenza automatica la fase operativa complementare per la liberazione completa della peniso la di Kerc. Questo piano e stato — osserva oggi la stampa del Reich — dalla strategia del Full rer, con la consueta tempestività, completamente rovesciato, e perciò sventato, a mezzo dell'immediato colpo offensivo su Kerc, in grazia del quale quelle posizioni, premessa assoluta di ogni ripresa offensiva delle armate • del Reich nel settore meridionale, sono ora saldamente da due settimane in mani tedesche. E la battaglia di Karkov iniziata da Timoscenko il 12 si è in dieci giorni maturata ad uno sviluppo che una comunicazione britannica del 22 assumeva ancora di caratterizzare nientemeno con la « marcia verso occidente » delle armate sovietiche, nella felice prospettiva — come aggiungeva la Reuter — « di una delle, maggiori battaglie di annientamento che la storia militare di tutti i tempi ricordi » : l'annuncio che il comunicato tedesco di ieri esattamente nella forma sottoscriveva, rovesciandolo però naturalmente nel contenuto, ascrivendo cioè l'annientamento tutto a carico delle armate ■ sovietiche, le quali marciano, si, da giorni e giorni — commenta tutta la stampa — verso ovest, ma unicamente per addentrarsi sempre più, inesorabilmente prigioniere,| tra le mascelle delle tenaglie germaniche. Di questo sviluppo la stampa tedesca segue oggi passo passo il riflesso significativo nelle manifestazioni della propaganda britannica. Si spiegano ora anzitutto — essa nota — certi compiaciuti e ottimistici atteggiamenti della vigilia del signor Churchill e del signor Roosevelt stessi, atteggiamenti che 11 per lì non furono compresi e non erano comprensibili, — non cosi, si eapisce, per il Comando tedesco — a proposito dei quali si osserva oggi al lume del fatti come quei misteriosi accenni ammiccati quasi da strizzatine d'occhi, alla possibilità di sempre nuove sorprese da parte delle armate bolsceviche, si basavano evidentemente tutti sul detto piano offensivo del signor Stalin, il quale doveva «a braccetto del generale Primavera — come scriveva baldanzosamente dall'America il New York Times — rifarsi dell'insuccesso clamoroso della offensiva invernale Speranze frustrate Radio Mosca il 22 caratterizzava l'offensiva di Timoscenko in atto come quella che avrebbe deciso della vittoria finale. E estremamente significativo appare che la propaganda nemica, nelle sue triplici roccafortl di Londra, della Svizzera e dell'America ad una voce scontasse e desse come passato in giudicato il piano di Stalin accordandogli un credito assoluto e illimitato di anticipo sul fatti compiuti: mentre infatti da Londra e da Washington, dopo l'8 maggio e nei giorni seguenti, si negava ogni credito di verosimiglianza e credibilità alla vittoria tedesca di Kerc (del resto soltanto ieri 25 il comunicato moscovita si scomodava finalmente ad ammettere la perdita della penisola) e si proclamava fantasticamente assurda la cifra di 170 mila prigionieri in una battaglia « difensiva », come con frase rivelatrice la definiva la stampa americana, i giornali svizzeri da parte loro fin dal giorno 16 annunciavano lo sgombero tedesco di Karkov e l'ingresso delle trup pe Bolsceviche nella città. Questa scorsa retrospettiva sui riflessi propagandistici della battaglia di Karkov termina per altro miseramente nelle constatazioni, di ben sobrio stile desunto oggi dalle triplici roccafortl di stampa, londinese, americana e svizzera, sulla base della solita e prudenziale «situazione confu¬ stsvgapKssupnlppsdFmtLcrzdspda«pL«tcPdrmgad] sa » che si comincierebbe a notare al fronte di oriente, o della saggia ammissione di un qualche ■* pericolo corso dalle armate sovietiche», fino a quella del New York Times — quello stesso del generale Primavera — il quale arriva fino a non escludere la possibilità che «la battaglia di Karkov ancora una volta si risolva con una vittoria nazista » : sintomi tutti che, da parte di una propaganda usa a tenere le posizioni ben più tenacemente che non gli eserciti stessi e a non lasciarle se non molto tempo dopo, già caratterizzano fino a che punto la stampa tedesca si possa sentire autorizzata a concludere che la geniale strategia del FUhrer ha ancora una volta mandato a monte il piano sovietico, Giuseppe Piazza

Persone citate: Churchill, Full, Primavera, Roosevelt, Stalin

Luoghi citati: America, Berlino, Londra, Russia, Svizzera, Unione, Washington