Il piano di Timoscenko finito male

Il piano di Timoscenko finito male Il piano di Timoscenko finito male Berlino, 25 maggio. I giornali di Pentecoste recano le narrazioni di alcuni testimoni oculari della grande battaglia di Karkov, battaglia che certamente occuperà un posto di primo piano nella storia della campagna di Russia perchè scatenandola il comando sovietico si proponeva obiettivi strategici di vasta porta-' ta e perchè con una resistenza manovrata e con un abile contrattacco il Comando tedesco, dando prova di superiorità, tecnica e di sangue freddo, ha convertito una azione nemica, iniziata da Timoscenko forse con qualche vantaggio, in una disfatta: guest'ultima che una bomba di Stuka ha sconquassati prima ancora che fossero impiegati nell'attacco. «Il fuoco d'insieme della nostra artiglieria, dice Gressenbauer, mi ricorda il SS giugno dell'anno scorso, quando sferrammo il primo assalto contro il colosso sovietico. Tutto somiglia a quella giornata, con la differenza che ora i bolscevichi rispondono ai nostri cannoni, giacchè qui sono state radunate centinaia di batterie per appoggiare l'offensiva contro di noi. L'aria è piena di un fragore d'inferno: spari, esplosioni, sibili di schegge. Il quadro è movimentatissimo: fumol fuoco, migliaia di elmetti d'acciaio che punteggiano il terreno e ogni tanto, al sopravvenire di un proiettile, si abbassano fulmineamente per riemergere dalla terra dopo lo scoppio. C'è un urlare di ordini, i motociclisti passano come saette sul campo, dalle strade giunge il rombo delle colonne di rifornimento e delle unità corazzate che sopraggiungono a rinforzare lo nostre linee. Nel cielo volteggiano da cinquanta a sessanta Stuka, che a gruppi di tre o quattro piombano sui bersagli, scaricano le bombe e poi partecipano alla battaglia con le mi-

Luoghi citati: Berlino, Russia