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DizionarioDizionario Parlare scherzoso 11 P^la. i % : re scherzoso, il trattare" con Ironia anche le cose e gii uomini più augusti, è forse la più sincera forma di amore, la più preziosa, la più velata di pudicizia. Amorie sottintende possesso, almeno desiderio di possesso (non dico «volontà di possesso»: é troppo forte). Amando una cosa la facciamo nostra, la pensiamo come nostra. Ed è questo bisogno di rimpicciolire le cose troppo grand', per renderle più facilmente nostre, ammorbidire le troppo dure, flettere le troppo rigide, che ci porta al tratto scherzoso, ironico. Le cose che amiamo cerchiamo di renderle figlie nostre e le trattiamo come tali. Ma non tutti capiscono queste astuzie sentimentali, e vedono Irriverenza e offesa, là dove non è che amore. E si arrabbiano, e si fanno paladini dell'offesa grandezza-. Che inutile furore! Goethe, come si sa, coltiva- Os incisivum va anche l'anatomia. La sua più importante scoperta in questo campo è l'osso lntermascellare, o incisivo, o prema se eli a re (os incisivum), cosi chiamato perchè situato fra i due mascellari superiori. L'osso lntermascellare non è un. osso qualunque, ma un osso per cosi dire « testimoniale », e la sua scoperta portò una profonda rivoluzione nella storia della creazione dell'uomo. Negato da Vesallo e dagli altri anatomici, col sistematico fine di stabilire differenze tra l'uomo e la scimmia, l'osso intermascellare Ai «presentito! da Nesbitt e da Vicq d'Aeyr, e finalmente scoperto da Goethe. Cadde cosi l'ultimo velo che copriva la sconfortante ma innegabile fraternità tra l'uomo e l'antropoide, e Adamo cessò da quel giorno di essere la creatura del miracolo. E' per un grosso e- 3ulvoco che l poeti sono consieratl gli amici della divinità. Di questa invece essi sono 1 rivali più subdoli e tenaci, e non senza ragione gli del diffidano del poeti. Goethe e la vita?06016 «ra tenacemente attaccato alla vita. L'amava e la prendeva profondamente sul serio. La serietà ha molta parte nella fama di taluni uomini. Io per conto mio diffido della serietà. A pungere la serietà, si scopre quasi Sempre attraverso il buco qualcosa che si voleva nascondere. L'ollmpismo di Goethe era un modo di risparmiare le forze e prolungare 11 soggiorno quaggiù. Anche la sua teoria che « non si muore se non quando si rinuncia a vivere», è una definizione Indiretta della sua ostinata volontà di vita. Attaccato alla vita era anche Schopenhauer, e molte volte, al suol discepoli che gli rivolgevano domande anche molto importanti, egli non dava risposta, « per non sprecare 11 flato ». Anche Schopenhauer praticava l'olimpismo, ossia 11 sistema del minimo sforzo per prolungare la vita, e scommise che il suo sistema lo avrebbe portato agli ottantanni; ma mori a settentadue e perde la scommessa. Ma non pagò. Schopenhauer la scimmia conosco la ragione, o per estensione forse della colpa di Darvino a tutti coloro che In quel tempo erano uomini in vista ma non anche riconosciute ànime pie, io, da bambino, mentre più aspra infuriava la lotta tra fede e libero pensiero, spesse volte udii persone anche molto gravi Im- Futare ad Arturo Schopenhauer asserzione che < l'uomo discende dalla scimmia ». Per confutare quest'asserzione, quegli uomini gravi prendevano a te» stimone 11 ritratto del filosofo, e dicevano che se quel miscredente'sosteneva la discendenza dell'uomo dalla scimmia, era per scusare se stesso. Ma era destino che l'autore del Afondo come volontà e rappresentazione fosse paragonato e un antropoide. Quando' 11 piccolo Ar. turo venne alla luce, 11 22 febbraio 1788, a Danzlca, e suo padre, Enrico Floris, che aveva in quella città una. floridissima casa di commercio, scese negli uffici per annunciare il lieto evento ai suol dipendenti, il suo contabile, fidando nella provata sordità del principale, gli disse forte e perchè tutti i suol colleghl sentissero: « Complimenti, signor Schopenhauer, se vostro figlio somiglierà a voi, sarà certamente un bellissimo babulno ». Fede e scienza Per chiedere In prea un amico le opere di Petrarca gli stl)o Sanf Agostino, mandò un sonetto che comincia cosi: S'A cuore o Morte non dà qualche' «ii . , .... («troppio Alla tei», novella ch'ora. ordisco, 15' «'io lui nvolvo dal t*nac« vlseu -Mentre ulte l'iiu eoa l'altro vero Laccopplu... D'un con l'altro vero accoppio, allude probabilmente alla verità cristiana da conciliare con quelle Insegnate dal filosofi dell'età pagana, e particolarmente da Platone. Intorno al 1908, una rivista « di Uberi studi » che si stampava a Lugano e si chiama Coenobium, propose ai suol lettori la tesi se si può conciliare la fede col pensiero scientifico. Sempre gii uomini hanno tentato di conciliare ciò cui si crede per fede con ciò cui si crede per esperimento di indagine, ossia conciliare l'inconciliabile. Grave errore. Fede e ricerca scientifica sono due valori distinti del patrimonio ideale dell' umanità. Conviene lasciare a ciascuno il suo valore intatto e pensare che la ricchézza del mondo è tale, perchè sono tante le verità. Alberto Savinio

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