Viaggio sul Reno

Viaggio sul Reno Viaggio sul Reno Il 1» luglio 1787 Aurelio Bertòla, poeta erotico e insegnante di Storia nello Studio di Pavia, partiva per un viaggio sul Reno. Sua speranza era stata d'aver compagno l'Idilliaco Salomone Gessner — del tonerò - Gessner felice alunno! lo apb.strofò poi Foscolo diclass tenne —; ma il Gessner noti :ondiscese, eJ allora egli si mise i cammino con Giuseppe di Beroldingen, barone tedesco, viaggiatore e uomo di lettere, da lui conosciuto durante il soggiorno di Napoli. (Là il Bertòla era stato professore di geografia all'Accademia di Marina: Avvezzi, o bel Posilipo - Te gli occhi a vagheggiar, - Te cupidi a cercar - Sempre verranno.) E la turistica vacanza, la lenta e un po' capricciosa navigazione che durò varie settimane, ebbe felicissimo esito: che dalle impressioni dell'andata, del ritorno, rielaboràte a tavolino con accortezza d'arte, il Bertòla trasse le 46 lettere del Viaggio sul Reno e ne' suoi contorni, pubblicate nel 1795, e indirizzate alla marchesa Orintia Romagnoli, allora bella donna di venticinque anni, che, « curioso impasto di galanteria e di letteratura, d'intrigo e di patriottismo, mezza pasto Tella d'Arcadia (Fiordlligi Taum anzi a ) e mezza carbonara >, nella lunga vita, dice Antonio Baldini, c ebbe tempo di vederne e farne di tutti i colori >. Il Baldini, che, nel 1928, in un amenissimo articolo illustrativo, diceva che del yian.gio si sarebbe dovuta fare una ristampa, l'ha curata In questi. ultimi tempi per la collezione In Ventiquattresimo di Felice Le Monnier, diretta da Pie tro Pancrazi, che riserba all'attento lettore cose ghiotte, delicate e rare. Il titolo è stato modificato, ed è ora: Viaggio pittoresco e sentimentale sul Reno, quel « pittoresco » e quel « sentimentale » volendo indicare il modo migliore d'intenderlo e assaporarlo, oggi Non comune figura quella del Bertòla, come il Carducci ebbe a rilevare; monaco, soldato, professore, critico < non degli ordinari » introduttore in Italia della letteratura tedesca (Idea della poesia allemanna del '79, Sulla bella letteratura allemanna dell'84), e traduttore dal tedesco, e compositore di Lettere campestri e di favole, e autore infine di questo Viaggio che il Carducci disse « primo viaggio romantico ». E anche il Baldini accenna a una sensibilità preromantica e quasi romantica, ma aggiungendo, tuttavia e subito, che « il suono malinconicamente schopenhaueriano del corno dalle foreste e dai manieri non incanta più del necessario il Bertòla... », Diciamo che il carattere, saliente in lui, di uomo e letterato del Settecento, specie di abate galante e sensitivo, che di donne ne conobbe, pare, un po' troppe, se è vero che anche questo contribuì a intaccare la sua complessione delicata e a procurargli prematura morte; il suo carattere settecentesco, con un che di freddo e di razionali- e stlco tra le accorte ingenuità di una scrittura figurata e animata di vezzi che, se anche non sono mitologici, ricordano quel garbo allegorico e prezioso nel dar persona e vita alla natura e ai sen- ' timenti; il suo settecentismo, diciamo, valse a moderare gli impeti del cuore, e a risolverli in un certe ordine concettoso, predisposto, e manierato. Ma nitido il disegno, perspicua la visione. < La. valle che allargasi disegualmente per alquante miglia, è fertile e popolata. Si sale indi dolcemente per tortuosi vialetti or lambiti da freschi ruscelli, or ombreggiati da bei gruppi boscosi e si giunge a quelle selve di viti di che i colli son ricoperti. Dal contorni del borgo di Weyer signoreggiasi una deliziosa gradazione di pendii, l'ultimo deY quali ci rappresentava l'immagine di una marina dolcemente agitata ». In questa paginetta, che sa di ben rilevata topografia, trattenuta sul passo di diventar lirica e poetica da non so che discrezione e asciuttezza di descrittore e osservatore paesista, ti par di scorgere la bella ordinanza, la limpida, spaziata prospettiva di una stampa settecentesca. Cosi, con questa nitida vista, e non solo cosi, ma con gusto anche più mosso e arioso del paesaggio, delle nuvole che si aggruppano, si sfaldano, sorvolano, dei cieli cangianti, dell'albe, dei tramonti, Bertòla ilare curioso beato, se ne va sul fiume, da Spira' a Magonza, da San Goar a Coblenza, da Andernach a Bonna, a Colonia, a Dusseldorf. E porta con sè il senso dell'idillico, e quello del patetico; e v'è rincontro con i pescatori, giocondi e innocenti, che lo incantano, e la «cupa ma pur dolce malinconia » che in certi siti, dall'alto silenzio, gli si insinua nel cuore; e v'è la preoccupazione di soccorrere, in certo modo, con la immaginazione, la natura che tende alla dovizia e compiutezza del bello: « l'osservator medesimo si sente provveduto di materiali pittorici; sceglie, adatta, mesce, dispone... »; e quella di trarre dalla natura vantaggio all'arte, tutta settecentesca, dei giardini; « e io vorrei lusingarmi di giovare a que-, st'arte non poco, dove sapessi delineare con esattezza quel fantastico che qui brilla sotto mille sembianze ». E frequente poi vi appare l'idea, tra rustici spettacoli, di una romanzesca agitata felicità, « felice aria di confusione », che a Baldini fa finissimamente, sovvenire l'« allegro di confusione » di Beethoven. Il Reno, con quella sua mutevolezza e diversità, dai pacifici e prosperi vigneti ai dirupati orrori delle gole montane, dalla sontuosità o placidezza delle rive, delle città, dei villaggi, all'antica,, nibelungica, medievale favolosità dei misteriosi recessi, degli ardui castelli, proprio consentiva e s'accordava, osserva ancora il Baldini, alla straordinaria volubilità'dello scrittore, al suo carattere per certi aspetti quasi femmineo. Quale appare dal grazioso ritratto che ne fece Isabella Teotochl Albrizzì, e che si può leggere nell'appendice al volumetto: « Ama i piaceri allorchè son brevi ed improvvisi; i lunghi l'annoiano, i meditati lo stancano ». E di un che, d'improvviso, Istintivo o simulato, egli pur usa e si compiace nel racconto di viaggio. E' la sua comica delicatezza e piacevolezza di descrittore; comica nel senso di un medio stile, ameno accorto e soccorrevole, di una leggiadra commedia, della curiosità e del sentimento, ch'egli conduce e deduce con « volubile » garbo, con pronta ed entusiastica malizia, o con scaltrita spontaneità, dal vivo delle impressioni; sicché il suo esporre ti pare lavorato un po' preziosamente e astrattamente, e pur nato 11 per li, come certo linguaggio scenico, di quel secolo goldoniano. Paesaggi, stati d'animo, prospettive, avventure, campèstri situazioni, sono i momenti, le scene, i personaggi, 1 curiosi accidenti dello spettacolo , , i o a i ] a i i i i i . e a i o . e e o , r a o o r è e ch'egli, scrivendo, procaccia a sè e agli amici. E se Baldini sottolinea quel gusto scenografico — direste < che Bertòla 11 suo fiume se 10 vada regolando come uno scenografo che saggia eli effetti che può cavare dalla batteria dei riflettori» —; questa sfumatura o allusione a una soggettiva e vaga condizione di commedia, non ci sta forse del tutto male. La più dolce delle sorprese non istà ella in questo, che i desideri si scontrino coll'oggetto nel momento stesso In che nascono ? ». Oh non è proprio questa l'ottima regola di una sicura e sempre rinnovata festività comica, sentimentale e teatrale ? E IV elegante Ilarità », la « piacevole incertezza », 11 « romanzesco brillante e sontuoso », il * più bel disordine », non sono altrettante posizioni e atteggiamenti di cara, un po' schietta un po' artificiosa, commedia settecentesca? Una appena accennata istintiva commedia di viaggiatore e navigatore idillico, di precettor servizievole, di amico confidente, di paesista sensitivo. Quegli stupori, quelle feste del cuore, quegli entusiasmi candidi, son tutti veri, certo, ma egli ve li porge con grazia accorta con intenzione. Non è solo scenografia, è forse il discreto atteggiarsi, sulla scenografica immaginazione, di un- protagonista sensibile, che sfoggia un poco sensibilità, guato e scoperte, tra 11 serio e il faceto, tra il sentimento e la sorpresa, tra la grazia dello spirito e quella, civettuola e mossa, del ben dire e del lepido rappresentare. Compiuto spetta-, colo. E Baldini licenzia il volumetto con le parole: «Alle mani di cosi amabile guida e scaltro compagno affidiamo il lettore ». f. b.

Luoghi citati: Coblenza, Colonia, Italia, Magonza, Napoli, Pavia