LA SOSTA A CAPRERA

LA SOSTA A CAPRERA LA SOSTA A CAPRERA Sono le tredici. La città è tutta imbandierata, e il popolo gremisce le strade inneggiando entusiasticamente. La macchina procede a stento fra lo scrosciare delle acclamazioni. Sull'immenso mareggiare della folla, il Duce, in piedi sull'automobile, saluta col braccio teso romanamente. In piazza Gallura, il Duce discende dalla moc¬ cDsrCnchina -e sale nel palazzo podestà- rile, mentre la folla si raccoglie ' " sulla piazza stessa invocando il Duce con fremito profondo. E allorchè il Duce appare al balcone, il popolo della città, che ha dato il Fascio primogenito della Sardegna, esprime von veemente passione tutto H'suo amore» e itutta la sua-fede. '■' -, Tra la fiera gente della Gallura Il Segretario dei Partito ordina il saluto al Duce. Subito dopo, il Duce rivolge il Suo saluto al generoso popolo di Tempio e alla fiera gente della Gallura. Le infiammate parole del Duce suscitano un irrefrenabile entusiasmo. Successivamente il Duce riceve il Vescovo di Tempio che Gli rende omaggio, e quindi esce dal palazzo podestarile. La folla Gli si stringe intorno in una rinnovata attestazione di affetto. Le madri dei Caduti sono in prima fila e Gli manifestano la loro fede nella viatoria e nella grandezza della Patria. Ora il Duce, fendendo a stento con l'automobile la marea della folla, si reca a visitare i lavori per il sorgente ambulatorio della maternità e infanzia; e quindi entra nell'ospedale civile compiendovi una lunga, minuziosa visita. Non vi è infermo elle non riceva l'alto conforto della Sua presenza; il Duse passa da corsia a coreia, da Baia a sala, da letto a letto, tra le più vive e commosse invocazioni di riconoscenza del degenti, in una onda di infinito amore. Uscito dall'ospedale civile, il Duce lasoia Tempio. La Sua automobile fila adesso, per le strade della Gallura, tra le macchie del sugheri e le rocciose sagome del monti. Alla casa ili Garibaldi A Bassa Outena e a Palati dove il Duce, sceso di macchina, compie alcune ispezioni — le manifestazioni ei rinnovano sempre ardenti; quindi Egli si imbarca nella lancia a. motore che Lo porta alla Maddalena,'dove la popolazione Gli grida tutto il suo entusiasmo e la sua fede. Risalito in automobile, si dirige verso Caprera, dove, giunto, si sofferma alcun tempo, Dopo essere entrato nella pic- a i o colo, casa costruita dall'Eroe dei Due Mondi, e osservata quella smontabile fatta costruire da Garibaldi a Nizza e da lui portata a Caprera, il Duce attraversa la chiostra arborea e visita i giardini e i campi che Garibaldi amava coltivare. Il Duce eosta reverente dinanzi alle tombe dei congiunti e innanzi al masso che ricorda le - spoglie mortali dell'Eroe, sul quae ' le vengono deposti fiori purpurei. " Con visibile" commozione e venerazione, il Duce raccoglie, cosi il Sub animo presso i ricordi più insigni del grande Italiano. t Dà Caprera II Duce -si reca a) semaforo di Guardaveischia dominante fl mare e l'arcipelago roccioso. Il Duce sosta a lungo sulla torretta, osservando la cerchia sterminata: punta Galera-, Tejalone, Santo Stefano, Spargi, Punta Falcone. Nella chiara luminosità del cielo si profila il faro corso di Capo Fimi. Disceso dal semaforo, il Duce è di nuovo fatto segno ad una travolgente manifestazione di affetto. Per percorrere circa 500 metri di strada, l'auto del Duce impiega più di venti minuti, tante sono le sost3 che Egli deve compiere sotto la pressione, sempre più forte, del popolo. Giunto al palazzetto dell'ammiragliato, Il Duce si affaccia al balcone invocato da alte acclamazioni, cui Egli risponde rivolgendo alla folla alcune parole che vengono coronate da uno scroscio fragoroso di evviva e da una fiammante esplosione di fede. Il Duce chiude la Sua seconda giornata sarda, tenendo rapporto ai capi servizio dell'Ammiragliato. Il mattino del 12 maggio, poco prima delle nove, il Duce esce dal palazzetto dell'Ammiragliato, trovando tutto il popolo disteso lungo la marina. Altamente commosso e ardente è il commiato; giunto alla banchina, a stento Egli riesce a imbarcarsi sulla lancia a motore, tanta e cosi fremente è la stretta della folla che non vorrebbe lasciarlo. a Palau, dall'altra parte della riva, il Duce discende dalla lancia azzurra e sale sull'automobile. Attraverso le vie Imbandierate ed 11 vasto clamore della folla, la macchina del Duce inizia, ora, la sua corsa tra le gole selvagge della Gallura, disseminata di massi ciclopici. Al bivio di Laggius il Duce si incontra con una, contadina, che reca sul petto la medaglia d'argento al valore militare del marito caduto in combattimento, attorniata da una schiera numerosa di figli. La donna fa cenno al Duce di fermarsi e il Duce non soltanto sosta, ma scende di macchina e si intrattiene affabUmen te con essa. ■ Poco oltre, il toccante episodio si ripete con un'altra famiglia di contadini. Attraversate poi le vie periferiche di Tempio fra 11 tripudio della folla, 11 Duce, In un suggestivo anfiteatro trova schierate le truppe di una grande unità, che ispeziona e passa in rassegna. Dopo Calangianus, il Duce giunge a Monti; qui lascia l'automobile per salire sul treno che lo porta a Macomer. Durante il viaggio da Monti a Macomer, le stazioni sono strabocchevoli di popolo acclamante. A Chilivari e a Bonorva il Duce è costretto a far fermare, addirittura, il convoglio, così le manifestazioni sono imponenti." Disceso dal treno, il Duco va incontro a questo entusiasmo di folla che non si stanca di dimostrargli tutto il Suo ardentissimo affetto. La comunione tra il Duce e il popolo si fa sempre più stretta ed intima. Da Macomer a Nuoro Alle 15 11 Duce giunge a Macomer. Ricevuto da tutte le gerarchie e autorità della provincia, il Duce si reca subito a visitare il lanificio Alas, passando tra due fittissime ali di popolo inneggiante. Lasciato il lanificio dove Egli ha ricevuto da parte degli operai e delle operaie dimostrazioni estremamente toccanti di dedizione e di affetto, Il Duce, percorre il corso Umberto I fra lo sventolio di mille tricolori ed il grido altissimo dell'esultanza. Le maestranze di alcuni edifici l e, o rte ta a il i a e e o i o a a o a i a . a o l e e a, ae a roe si c- ilsgMildaBp l i l l e e i o i in costruzione gli gridano tutta la loro passione; . Egli si sofferma, sorridente e compiaciuto, fra la gente del campi della piana di ' Macomer, dove compie alcune ispezioni e assiste alla sfilata delle truppe. Lasciata la città, l'automobile del Duce si avvia verso Nuoro, attraverso Bortigali, Sllanus e Bolotana, dove si rinnovano, sempre toccanti e commosse, le dimostrazioni. Lungo la strada dove si profi- , lano i Nuraghi, sono accorsi tutti i pastori della zona, con le loro famiglie, e improvvisano al Duce schiette e vibranti manifestazioni. ■ Ed ecco. Nuoro, dove il Duce giunge alle ore 18. Qui la popolazione si affolla immensa. La gioventù del Littorio e le organizzazioni del Regime sono presenti in un compatto e forte blocco. La esultanza assume i toni più alti e accesi. It Duce sosta al palazzo del Governo, e di li a poco appare al balcone per salutare il popolo che lo acclama con ftemito inesausto. Al popolo il Duce parla", esprimendo tutta la Sua certezza, con quella del popolo italiano, nella immancabile vittoria. La moltitudine ribadisce con una ardentissima manifestazione, questa certezza, e canta con accento fiero ed infiammato l'Inno sardo. Più e più volte il Duce deve riaffacciarsi al balcone, in un clima sempre rovente di fede e di passione. . Quindi, sempre nella sede della Prefettura, il Duce riceve le autorità, della provincia e 11 Vescovo di Nuoro Mons. Beccaro. Alla casa natale delia Oeledda La mattinata del 13 maggio è dedicata dal Duce alle varie visite cittadine; visite che Egli compie sempre a diretto contatto col popolo. La Sua prima visita è all'ospedale di San Francesco. L'incontro tra il Duce e coloro che più hanno bisogno di conforto si manifesta in episodi di Infinito amore. Successivamente il Prefetto gii illustra il piano per un grande teatro del popolo, di cui sono già state iniziate le fondamenta. Entrato nella città vecchia, il Duce si sofferma uh istante dinanzi alla casa dove nacque Grazia Deledda, e quindi tra l'entusiasmo del popolo acclamante si porta al lato orientale della città per' visitare 11 settore femminile della GIL, dove giovinette in policromi costumi stanno seguendo un corso di economia domestica, intessendo caratteristici tappeti sardi che il Duce ammira con molto compiacimento. A visita conclusa, oltremodo squillante e festoso è il commiato con la giovani allieve. Quindi il Duce compie una lunga visita alla moderna e bellissima sede della Gioventù del Littorio dove — tra le più vive dimostrazioni di entusiasmo da parte dei giovani — sosta religiosamente dinanzi al Sacrario che innalza, con la fiamma, il nome di Bruno. Il Duce poi si reca alla sede della Federazione fascista, dinanzi alla quale sono schierate le formazioni dell'Esercito, della Milizia e della GIL, tra una enorme massa di popolo che riempie, nel Suo travolgente entusiasmo, piazza Vittorio Emanuele. Possente è l'invocazione al Duce. Migliaia di bandierine tricolori vengono agitate in un grido perenne di tripudio. Il Duce si affaccia al balcone, e dopo il saluto ordinato dal Segretario del Partito, parla alle Camicie nere e al popolo, esaltando la appassionata fede di tutti gli Italiani nella vittoria che dovrà coronare la gloria immortale della Patria. Quindi il Duce, visita la zona delle case popolarissime, accostandosi alle donne del popolo ed interessandosi affettuosamente ai loro bisogni. Dopo la visita olle altre opere cittadine- il Duce rientra nel palazzo del governo fra dimostrazioni di profonda esultanza. Nel pomeriggio di questo stesso giorno, alle ore 15, il Duce lascia Nuoro tra una massa Infinita di popolo che gli grida tutta la Sua devozione, riassumendola In una sola frase: «Duce, ritorna presto fra la tua gente sarda! »; la fra-