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Dizionario Dizionario niela Palmer, colei che alcuni anni sono si faceva chiamare Klkl Palmer. Il nome non è soltanto indicazione, ma anche qualificazione e non di rado esaltazione. Quando a uno diamo nome Vittorio, o Andrea che significa « coraggioso », o Evaristo che significa «perfetto», gli conferiamo una qualità e desideriamo clonargli un destino. Magica del pari Pintenzione che ci fa mettere nome Angelo o Leone o Pia. Ma quale destino in una onomatopea che nemmeno la giustificazione ha delle onomatopee come nomi di anlmali domestici, e che è di imitare una voce, un grido? Se il nome è una forma di magia favorevole, nel soprannone, a parte la sua bambolegglante scemenza, si cela forse anche una forma di magia sfavorevole. A uomo chiamato Bubi, o Rirl, o Clcci (abbiamo un esempio vicinissimo di adulto chiamato Cincin) una vita eroica o soltanto seria è preclusa. Infinite le maniere, e non tutte consapevoli, con le quali cerchiamo di vendicarci sugli altri, e talvolta sui più cari, al ciò che ci scontenta in noi stessi, ci addolora, ci. umilia. La mania dei soprannomi non è dei soli nostri gagà. (A quale umoristico foglio dobbiamo questa brutta parola? Gagà oltre à tutto è sbagliato. Gagà come argotica voce, significa un vecchio barbogio ricercato nel vestire). Bibln si chiamava una delle più belle dame della Milano di Stendhal, e quel Buondelmonte che nel 1215, a Firenze, mancò la fede a una donzella Amidea e diede origine alla lunga e sanguinosa lotta tra gli Amidei e 1 Buondelmonte, si chiamava Cecé. Tosi, cognome del pit10*a tore milanese cui quest'anno è stato assegnato il premio «Mussolini» per la pittura, viene probabilmente da «tonsi», come tosa viene da « tonsa ». Alle giovani longobarde che andavano a marito si tagliavano 1 capelli, e nelle Leggi di Liutprando (46,1, c.2) le donne nubili sono dette « figlie In capelli ». € Si quis Longobardus, se vivente, suas filiàs nuptiis tradiderit, et alias filias in captilo in casa reliquerit... ». L. A. Muratori per parte sua, (Rer. Ital. Script. I, n, p, 51) dice che le longobarde nubili erano chiamate intonse, e che da qui è venata la voce tosa, viva ancora in Qualche dialetto della 'Lombardia. Nell'atto I, scena III dell'Adelchi, Brmengarda esclama, rivolgendosi a sua madre: Quella Brmengarda tua, che di tua [mulo Adornavi quel di, con tanta gioia. Con tanta pietà, a cui tu stessa il (crina Recidesti quel di, Tedi qual torna! Si confronti la tonsura della spòsa longobarda, con la tonsura della novizia. Entrambe hanno scopo nuziale. Si recide 11 crine della novizia che va sposa a Cristo, come si recideva il crine della fanciulla longobarda che andava sposa all'uomo. Non si capisce tuttavia perchè alle' donne che andavano spose, e avevano bisogno dunque di tutu i loro strumenti di bellezza, si tagliassero i capelli, che tra gli strumenti di bellezza, e soprattutto a gusto dei barbari, sono tra i più pregiati. Bisogna credere che presso i Longobardi le donne con i capelli corti fossero più pregiate, siccome tra gli allevatori di cani spagnoli sono più pregiati quelli con la coda mozza. Per parte loro, le giovinette di Delo consacravano la prima chioma ad Apollo e ad Artemide, i divini fratelli generati da Latona nell'isola « galleggiante », ai piedi di un palmizio. Urbanistica ^a Pri«?a ";ìela tura di Milano risale al 1265 e fu opera di Napo Torrianl, il « grande » Sodestà. Da allora sèmpre Ulano godè fama di « ben selciata ». Stendhal loda più volte le vie di Milano e a pagina 17 di Roma Napoli e Firenze dice: « Milano è la città. dell'Europa che ha le vie più comode ». Si legge inoltre nella Novissinia Guida Artaria del 1815: «Le strade di Milano, anticamente cosi anguste e tortuose, hanno assai guadagnato attualmente sotto ambo i rapporti. Il selciato, che ai potrebbe chiamare un elegante pavimento, è composto di ciottoli posti in piano e ben connessi; poi nel mezzo della via e per tutta la sua lunghezza corrono due lastricati o trottatoi di granito su cui ruotano le carrozze ». L'urbanistica però va soggetta al tempo, e ciò che al compilatore della Guida Artaria sembrava il massimo della comodità, agli Artari del 1942 diventa supremamente scomodo. Oggi gli edili milanesi vanno a snidare fino nei suoi ultimi rifugi Inelegante, pavimentazione » dei ciottoli e dei trottatoi, e la sostituiscono con una lucida crosta di asfalto. Ma sono sicuri di non ammollire con questo l'animo dei cittadini? Quando i selci del Corso Umberto, a Roma, cedettero 11 passo, è il caso di dire, molti anni sono, al cubetti di asfalto, un giornale vivamente deplorò questa sostituzione, perchè «l'animo del quirite non avrebbe più avuto modo di temprarsi sugli antichi selci romani». Contraddizione per gli dèi antichi. Profondamente mi dispiace però che Dante in un punto della Commedia invochi Apollo, come nel I canto del Paradiso: O buono Apollo, all' ultimo lavoro Fammi del tuo valor si fatto vaso, Come dimandi a dar l'amato alloro e più oltre (terzina 10) lo chiami addirittura «padre»; e in altro punto {Inferno, canto I, terzina 24) chiami gli dèi antichi, e dunque anche Apollo, « falsi e bugiardi ». Alberto Savinio

Persone citate: Alberto Savinio, Amidei, Artari, Klkl Palmer, Latona, Mussolini, Napo, Palmer