Gieseking visto da vicino

Gieseking visto da vicino Gieseking visto da vicino , , à a t i n l Se lo stato di guerra lo trattiene In Europa, la-sua attività non sosta. In treno, in automobile, in aeroplano, Lisbona Oporto Madrid Barcellona, è giunto sabato in volo a Roma, l'altra sera ha dato concerto a Milano, iersera lo abbiamo acclamato nei nostro Conservatorio insieme con i soci della Pro Cultura, Berna lo attende;'e non è colpa sua se pel cattivo tempo sul Mediterraneo ha rinviato le visite a Firenze e a Napoli. Alto, robusto, roseo e fresco, calvo e brizzolato, lo sguardo calmo, 11 gesto misurato. Parla l'italiano con sicura correttezza. Non ha ancora, compiuto i quarantasette anni. Nacque a Lione, dove suo padre, un tedesco, dimorava, e da lui, medico, botanico e zoologo, e dilettante di pianoforte, di violino e di' flauto, hai ereditato- l'amore della musica e della entomologia. Abita a VViesbad-jn una casa cinta da bosco e campo, è in nume ristì yetrlpé serba, classificati per genere e specie, circe ottomila lepidotteri, non è gran cosa, dice, da lui raccolti, e ancora rimpiante la preziosa oollezione di farralle delie Alpi, marittime e della Corsica, òhe suo padre perde, quando, nell'altra guerra, fu internato.- Ora, nei giorni di riposo, cura il suo parco. Passò l'infanzia in Riviera, da Nizza a Melitene, a Sanremo, a Nervi, pòi a Torino e a Napoli, dove a quattro anni e mezzo fu, da un cortese maestro avvicinato al pianoforte. A Nizza tentò il violino con Eugenio Gandolfo e presto, lo abbandonò pel pianoforte, che più 10 attraeva, e si die a studiare facili pezzi graditi nelle riunioni familiari.. Non frequentò mal scuole, apprese a scrivere con la guida del padre, lesse poi quanti fibripoté, e cosi provvide e provvede alla sua cultura. Intanto la vocazione pianistica gli s'era chiarita. La famiglia, trasferitasi nel 1911 presso Minden in Vestfalia, consenti che tre volte la settimana egli si recasse ad Hannover, distante dodici chilometri, per prender lezio ni da Karl Lelmer, il quale nel 1897 aveva fondato in quella città 11 Conservatorio ed era reputato un buon pedagogo. Nel '13 si stabili con la madre in quella città, frequentò regolarmente l'istituto, e tentò i primi concerti come accompagnatore o solista. A venti anni era già in grado di svolgere In sette serate il ciclo cronologico delle trentadue sonate di Beethoven. Reclutato nella fanteria durante la guerra del '14, non andò al fronte, essendo nato in Francia, e prestò servizio.nelle bande e nei circoli di trattenimento per militari a Borkum. Congedato nel dicembre del '18, tornò ad Hannover e riprese a dar concerti. Grotrian, li fabbricante di pianoforti, gli die agio di rivelarsi a Berlino e In altre grandi città. L'anno seguente, centoventitre concerti divulgavano il suo nome e gli procuravano inviti in tutti l paesi d'Europa.- Includeva nel programmi i maggiori musici del Sette e dell'Ottocento, specialmente Bach, Beethoven, Schumann, Brahms, poco Liszt, pochissimo Chopin, e otteneva grandi lodi, ma più veniva pregiato, anche a Parigi, per l'interpretazione di De bussy. In ogni caso gli si ricono sceva con la superba tecnica la potenza Interpretativa; sorprendeva poi l'immedesimazione nello spirito impressionistico, la disciplina formale e la vaghezza colo¬ rsstrslPsDpfezatslmbmirtptmsdsaksnTtsifnembnfidstTmalntsmc i ò e r l . a à. e e ti el el nn, o a aa o ¬ ristica, donde l'arte di Debussy risultava, qua! è, saldamente costrutta e leggera e aerata. SI notava la pienezza dei suono, poderosa, quand'occorreva, é 'l'evanescenza, in altri momenti, fino all'ultimo grado della percettibilità. Più. d'uno, sosteneva, che il tocco secco convenisse alle mùsiche di Debussy. Egli senti invece .i'appropriatezza del tocco morbido e fluido, brillante senza virtuosismo ed espressivo. E in questa convinzione, sempre più salda, amò ed ama Debussy e Ravel specialmente pel colore, pei timbri, per il bel suono. Del metodo dei suoi studi e della sua finalità informa 11 volumetto Modarnes Klavierspiel, pubblicato col nome del maestro Lelmer e suo nel 1931, e tradotto in italiano, in inglese e In francese. r Se ne. ricavano alcuni punti intéressanti. Questi, per esempio: Ascoltarsi. Autocritica. Pochi pianisti sogliono ascoltarsi con tanta, attenzione da controllare minuziosamente la qualità del loro suonò, lei più delicate sfumature delOntensltà e del..ritmo; e restano stupiti se altri muovano loro appunti su tali elementi della ese- k8Hbujb* fu o'U'm' ih! Mirare alla naturalézza. I musicisti che nel campo internazionale ottengono 11 maggior favore, To'scahini e Krélsler, devono tanto' consenso alla' naturalezza, alla semplicità e purezza della loro interpretazione; E però egli rifugge dalle manierate esagerazioni ultraromantiche. Suonane a memoria. Occorre esercitare e. presto e comunque la memoria del pianista. Per suonar bene un pezzo bisogna tenerlo nella mente, • e perciò ripeterlo finché resti impresso, ricominciandone innumeri volte i passi distinti, analizzandolo nella struttura melodica, armonica, ritmica. Tale esercizio conduce a suonar a mente una composizione senza averla mai provata alla tastiera, In quanto alla tecnica afferma la necessita di rilasciare i muscoli, (e qui giova il gergo del pia nisti), evitarne la rigidezza, attaccare il suono con il braccio, lasciar cadere la mano liberamente ma con sufficiente peso, e sentire, come diceva RubinStein, il fondo del tasto, ottenendo cosi una so norità più rotonda, piena, morbide di quella che si ha con l'attacco delle dita. Il suo pensiero è sentenziosamente espresso cosi: «La tecnica è un prodotto del lavoro spirituale ». Ammiratore dell'arte di Debussy, gli avvenne di avvicinarsi alla musica contemporanea, senza perciò distogliersi dalla moderna e dall'antica, e della contemporanea divenne un convinto divulgatore Si distingue cosi da un Backhaus. Ama la nuova musica, quella che non trascura ciò che è proprio della pianistica, che trova consonanza negli ascoltatori, che non è atonale per partito preso, che ha nerbo e sentimento. Bisogna cercare 11 contatto col pubblico senza abusare del passatismo e del modernismo. Per esemplo, cinque recenti pezzi per pianoforte di Pfltzner, ben equilibrati, sono ottimi, e piacciono. Del resto, bisogna secondare le predilezioni del diversi pubblici. Nel suo repertorio c'è da scegliere. Con l'orchestra, concerti del maggiori dell'800 e pezzi di Pfitzner, Strauss, Casella, Marx. Da solista, tanto di Bach, di Beethoven, di Schumann a lui carissimo,-di Brahms, di Debussy, di Ravel, di Casella, e pa¬ sqSrmssqiltunqnpvGpstlaGdsandvcbtdtleaidtvMAmtvdsfs recchio di Domenico Scarlatti, Mozart, Schubert, Chopin, Liszt. E qui, tornando alla magnifica udizione di iersera, Mozart, Clementi, Schumann, dodici preludi di Debussy, comincerebbe il resoconto. Invece si termina. Le quattro pagine... A. Della Corte