IL GIUST0 PREZZO

IL GIUST0 PREZZO IL GIUST0 PREZZO orienterà la politica economica del nuovo ordine H problema del controllo dei eosti non nasce ora; e soltanto divenuto più assillante perchè in un diffuso regime dì prezzi politici la loro determinazione presuppone una. vasta e sicura conoscenza dei costi. E non è nemmeno indifferente che il costo sia diverso per la stessa merce da produttore a produttore perchè l'economia dei costi è di pubblico interesse. H buon uso o lo spreco del lavoro è un fatto cui lo Stato non può rimanere estraneo e non tutte le aziende sono egual mente bene amministrate, non tutte possono essere esempio di economicità. A guardarci dentro si hanno delle sorprese, anche perchè la selezione delle aziende, che porta alla sopravvivenza delle migliori, non agisce più quando i prezzi sono tali da tenere in piedi anche le azien de meno economicamente organizzate. La diminuzione del rischio, conseguenza di prezzi largamente rimunerativi, garantisce la vita ad aziende che là meritano meno di altre. Pure da questo aspetto della necessità di rendersi conto del buon impiego del lavoro e del capitale strumentale, la conoscenza dei costi è di pubblico interesse. Lo era d'altronde anche quando l'intervento statale si limitava alla protezione doganale Neanche i dazi doganali protettivi possono fissarsi al giusto limite senza la conoscenza dei costi interni. Ogni intervento statale in materia di prezzi è più 0 meno arbitrario secondo il grado di conoscenza dei costi. I consueti dati contabili aziendali, per la difformità dei metodi e per la scarsa comparabilità, non ci offrono elementi sicuri - o abbastanza appressi mati per la determinazione dei costi unitari. Accanto a questa condizione di una contabilità uniforme per ogni ramo della produzione ce n'è* un'altra perche si possa raggiungere il fine desiderato: la possibilità di accertare la sincerità del dato contabile e cioè la sua aderenza al dato effettivo. La gelosia aziendale, la speranza di lucri particolari derivanti da segreti tecnici ed organizzativi, offrono evidentemente degli ostacoli all'accertamento dei costi. H segreto tecnico, economico, finanziario, nei confronti dello Stato, è andato restringendosi e copre zone della vita aziendale sempre più ristrette. Si conoscono i dati salariali, l'altezza degli interessi passivi, 1 prezzi delle materie prime ed ausiliarie, gli oneri fiscali e molti altri dati che sono di pubblica notizia perchè politicamente disciplinati. Pare non dovrebbe essere difficile estendere questa conoscenza ai nuclei residuali del segreto aziendale o ridurli entro limiti che non importino, nel calcolo del costo, un apprezzabile errore. Naturalmente i costi unitari sono diversi da azienda ad azienda per moltissime ragioni non facilmente eliminabili o non eliminabili malgrado ogni buon volere. Ma se il prezzo politico è tale da garantire la vita ari che alle organizzazioni deficienti, si formano delle rendite a favore di quelle che producono a costi inferiori. Le quali ren dite non dipendono sempre da merito di chi le realizza ma spesso anche da demerito altrui.Si torna al problema della selezione aziendale che è un caso particolare della selezione • umana il quale acquista particolare importanza nelle cristallizzazioni organiche proprie dell'economia regolata. Una adeguata conoscenza dei costi può mettere in evidenza il diverso grado di economicità delle imprese, precisamente come i controlli sul rendimento del lavoro mettono in evidenza le differenze tra lavoratore e lavoratore. Ognuno si rende conto della delicatezza di questa materiaSerene la disciplina giuridica elle contabilità aziendali non vada ad aumentare le complicazioni e gli impacci amministrativi, costosi e defatiganti di una economia regolata che non ha ancora trovato nei suoi settori di applicazione un razionale assestamento. La recente legislazione tedesca sull'uniformità delle scritture aziendali e sui criteri di valutazione e di formazione dei prezzi — che implicano speciali prescrizioni sulla contabilità dei costi e sui profitti — può essere utilmente esaminata e vagliata in rapporto alle nostre particolari necessità. Non è il caso di scendere a dettagli tecnici su questa legislazione normativa che è stata ispirata dal bisogno di difendere l'equilibrio economico e la distribuzione del reddito contro le forze speculative che potevano turbarli. Ma questa politica del controllo dei costi e della disciplina dei prezzi benché dettata dalle straordinarie circostanze della vita economica lascia intravedere che il principio del giusto prezzo in opposizione al principio •'■ del prezzo di concorrenza o di monopolio ispirerà nell'avvenire la politica economica degli Stati. H giusto prezzo, irriso dalFeconomia liberale e darviniana, estromesso come concetto poco scientifico dai suoi cattedratici, ritorna con tutto il suo valore e il suo peso morale ad orientare la politica economicadel nuovo ordine generato dalla Rivoluzione fascista e nazionalsocialista. La politica del giusto prezzo insieme con quella del salario famigliare offre un'idea sintetica del superamento dell'economia liberale ,e del contributo etico dato alla vita dei popoldalle nostre due rivoluzioni. Alberto de' Stefani