Le Camicie nere nella battaglia di natale

Le Camicie nere nella battaglia di natale BREVE STORIA DELLA "TAGLIAMENTO,, Le Camicie nere nella battaglia di natale Fango, neve, gelo -II freddo e gli Italiani: un'Interessante statistica - Tecnica bolscevica - Trenta ore di combattimento • n nemico aveva l'ordine di "annientare,, i nostri - La splendida difesa dei caposali!, nella testimonianza del prigionieri • L'ordine di operazioni della 962a divisione rossa • eoo i carristi germanici Non gara d'eroismo: 1 eroico era il sottinteso delle concordi volontà dei Legionari n. Fronte del Donez, marzo. 28 novembre: tutta la Legione è a Shel. Compito: proteggere il fianco sinistro del C.S.IJl. Gente oi guarda incuriosita, diffidente: « Voi tussì... » dico ad un tale. <No, TJcrainskl, nemà bolscevick »...Parole. La « Guardia civile Ucraina > infatti acciuffa con notevole frequenza banditi convinti. Sono, per lo più, giovanissimi o anziani. Un Tizio, sorpreso a tagliare i fili telefonici, aveva partecipato alla rivolta del 1905, poi era stato alla testa di non so qua! Soviet regionale. Ma non se ne vantava, a dir la verità.... La stanza dove mf sono allogato è una delle più decenti del luogo. C'è un plano a coda, tre letti lunghi e stretti, moltissimi topi. L'ospitale padrona è stata artista lirica, nel secolo scorso. E' cattolica. Vuol darsi un tono da dama decaduta, ma poi mi chiede con insistenza se non ho sigari o sigarette o tabacco da pipa per lei. Basa non sa che è come parlai1 di corda in casa dell'impiccato; magari arrivassero i domestici pacchi coti le sospintissime sigarette. (Arriveranno in massa, due mesi dopo). Quattro caposaldi msmgMsrp«dstc6tscdva«lcsCon noi vi sono reparti di Cavalleria e una batteria a cavallo. Incontro con Alpini germanici, sotto la neve. Il freddo uccide qualche cavallo. Un bel giorno — chi si rivede! — giungono gli autocarri. Si cambia settore. C'è un sistema per non congelarsi 1 piedi quando si viaggia in autocarro: togliersi le scarpe ogni 3040 minuti, prendersi le piante in mano e fregarle con metodo ed entusiasmo. Al Comando di Divisione un Ufficiale informa: — Non è un bel paese quello dove andate... — Ci stupirebbe, non abbiamo ancora visto paesi belli nel paradiso sovietico. D'accordo, ma quello ha una specialità: le finestre sono senza vetri. — E che cosa c'è al posto" dei vetri? — Niente. I russi prima di fuggire 11 hanno sistematicamente spezzati... Arriviamo a K. Costituiamo, con un battaglione Bersaglieri ed alcune batterie di Artiglieria, 11 Settore X agli ordini del vice-Comandante della Divisione « Celere ». il Settore controlla la zona compresa tra i villaggi di K. M. N. e I. Ad I. c'è un battaglione di Ber' saglieri. Negli altri quattro villaggi è dislocata la Legione, n Btg. « Friuli » ha il primo contatto con .il nemico .il .7 dicembre. Seguono nostre quotidiane puntate esploranti. Quasi ogni giorno •— In questi scontri ohe "non hanno storia, che non fanno neppure episodio dal momento che nessuno li ricorderà — qualche Legionario chiude per sempre gli occhi alla luce del sole. I russi del resto — come sappiamo in seguito a rischiosi, precisi controlli — si rinforzano con uomini ed armi: è quindi indispensabile « disturbarli », conoscerne i movimenti, indovinarne le mire. Tre volte il nemico attacca in forze questo o quello dei nostri caposaldi, nessuna « sorpresa » gli riesce, subisce perdite sanguinose. Un prigioniero spiega: «Il Politruk ci aveva assicurato che non avreste resistito, perchè è vero — ci ha detto — che gli italiani sono grandi guerrieri, ma non sopportano il fréddo». In realtà gli Italiani sopportano il freddo meglio degli stessi russi: le statistiche dei congelamenti (con riferimento, per i russi, ai prigionieri di guerra) lo dimostrano. Durante la campagna Imperiale dell'A. O. a 45 sopra zero, 1 soldati dicevano: « Si crepa dal caldo»; qui, a 42 sotto zero, dicono: «Si muore dal freddo». Ma è soltanto uno sfogo parolaio. Hanno combattuto e vinto là e qua. Perchè gli Italiani posseggono due rimedi contro 11 caldo e il freddo:"lo spirito ed il sangue. Anche gli altri popoli — ai capisce — hanno questi rimedi, ma non tutti nella stessa misura. Ciò dipende, direi, da quella realtà ancora misconosciuta, forse perchè più complessa che non paia, che si chiama razza. Una razza di eterni ventenni anche con i capelli bianchi come quel generale De Carolis, detto «il generale avanti», vice-Comandante della Divisione «Torino», che proprio quei giorni, a pochi chilometri da noi, muore colpito in fronte mentre carica il nemico alla testa di un battaglione. fiatale gsNella notte tra il 24 e il 25 di cembre comincia.il ciclo operativo che si conchiuderà esattamente un mese più tardi e si chiame rà «Battaglia di Natale». Dopo ogni guerra vi sono nomi che diventano simboli, gesta che entrano naturalmente nella leggenda, E' probabile che tale sorte toccherà alla «Tagliamento» Cercherò di descrivere- la parte avuta dalla mia Legione nel ciclo di Natale con la disadorna semplicità che merita la grandezza del fatto. Che i bolscevichi avessero atteso la grande ricorrenza religiosa per' aferrare\ l'offensiva contro di noi, non deve sorprendere. La scelta rientra nella tecnica della propaganda anticristiana' dei Soviet. Un sistema che ha il prò e il contro. L'aspetto negativo più grave sta in ciò: che Fawersario può facilmente prevedere le conseguenze di quella tecnica, e prepararsi. I nostri animi erano preparati. Contro il caposaldo di Mal., tenuto dal battaglione « Friuli » rafforzato da due plotoni cannoni delle nostre armi di accompagnamento e da una batteria a cavallo, il nemico tentò verso le 0,80 del 25 una incursione che fu Immediatamente respinta. Nove prigionieri diranno che, per l'errore di un ufficiale, le truppe destinate contro Mal. non si erano incontrate all'ora prevista, e cioè alla mezzanotte del 24. L'attacco in forze fu quindi rinviato alle prime luci del 25. I russi avevano ricevuto l'ordine di annientare il pre sidio italiano occupando stabil- mente il villaggio. Due battaglioni sovietici, con mortai lanciafiamme mitragliatrici e appoggio di artir gUerla, si gettarono sulle difese di Mal. Essi furono letteralmente spezzati dalla tranquilla precisa reazione del nostro caposaldo. Il prigioniero Simeon Sacko dirà: «Ho visto cadere almeno settanta dei miei compagni, fra cui diversi sottufficiali ». Ho parlato con altri sei prigionieri che hanno dichiarato: «Verso la fine, il 50 od il 60 % dei nostri era fuori combattimento». Alle IO lo scontro cessava. Sul terreno tra le ultime case di Mal. e le bianche pendici del boschetto Tre Croci nereggiavano molti cadaveri russi. Giova aggiungere che al battaglione « Friuli » era stata levata, verso le 8,30, una intera compagnia chiamata d'urgenza a K. per essere mandata a M. La difesa di M M. è un villaggio-chiave, bisogna passare di 11 per scendere ver? so un grosso e importante centro di industrie. M. era tenuto dal battaglione « Emilia », meno una compagnia, due plotoni mitraglieri che presidiavano N. In II aveva sede anche il Comando di Settore ed era schierato un nostro brillante gruppo di Artiglieria. L'attacco russo cominciò intorno alle 6 del 25 dicembre. Già alle 10-10,30 il presidio era praticamente circondato da migliala di armati, tanto è vero che non poterono entrare nel paese una pattuglia inviata da n., pur esso attaccato, a chieder soccorsi, - nè la compagnia del « Friuli » che, già impegnata lungo il percorso, dovrà poi unirsi alle minime forze di K. e contendere vittoriosamente per molte ore quest'altro capo-IssgtcldllpntfCm1didstcvttnnt Idi N, saldo al preponderante avversario. Tutte le testimonianze dei prigionieri — parecchi dei quali catturati nelle successive fasi del ciclo operativo — concordano nell'affermare quanto segue: 1) la difesa di M. fu tenacissima; 2) le 'perdite russe enormi; 3) dall'alba del 25 fino a pochi momenti prima della ritirata russa, avvenuta a mezzogiorno del 26, gli attaccanti ricevettero continui rinfòrzi; 4) contro gli «indecisi» i Commissari politici dietro la prima schiera fecero uso delle armi. M. doveva essere presa a tutti 1 costi. Ciò appare chiaramente dall'ordine di operazioni n. 0042 in data 23 dicembre 1941 firmato dal Comandante della 962.a Divisione Ftr. russa. Un Ufficiale, il tenente, Mikael Semlonovic Din, che catturammo il 28 a W., ave-' va con sè l'originale del documento. M. era considerata « la «rima tappa decisiva» nel piano d'azione. Ma a M. c'erano le Camicie Nere. Poche centinaia di Italiani, combattendo incessantemente, spostandosi di continuo sui vari tratti del -vasto fronte, tennero testa a non meno di tremila russi a piedi e a cavallo protetti dai grossi calibri Tutti 1 nostri furono combattenti al cento per cento, anche i- rancieri, anche i cuochi del battaglione. Gli 'Artlglie ri, quando divenne inutile sparare i cannoni perchè il nemico era troppo vicino, intervennero con : fucili e le bombe. Dopo SO ore consecutive di battaglia e mentre 1 Legionari del battaglione «Emilia » si disponevano a morire tutti sul posto, il provvidenziale arrivo dei travolgenti carri armati germanici precipitò in disperata fuga le truppe rosse. Senza perdere un minuto, una Cp. del nostro battaglione partiva alla riconquista /

Persone citate: De Carolis, Mikael Semlonovic Din

Luoghi citati: A. O., Emilia, Friuli, Torino, Ucraina