A un anno dalla campagna di Grecia

A un anno dalla campagna di Grecia 1841 - A un anno dalla campagna di Grecia Le impellenti ragioni dell'impresa: il nemico sobillato e abbondantemente rifornito dagli inglesi si preparava ad assalire l'Albania - Cometa tenacia e l'eroismo dei nostri soldati hanno conquistato la vittoria Si compie oggi il primo anniversario della vittoriosa conclusione della guerra contro la Grecia. E' storia di ieri, e chiaro vive nel ricordo di tutti gli Italiani il tormentoso periodo di 178 giorni di dura, asprissima lotta del quale il nostro Soldato fu protagonista superbo. Ma altri avvenimenti di decisiva importanza politicomilitare, si susseguono da un anno a questa parte con ritmo celerissimo e tendono ad attenuare troppo rapidamente gli eventi precedenti. Pare quindi opportuno e doveroso omaggio alio'spirito di sacrificio e al valore dei nostri Combattenti il riassumere in brevissima sintesi lo svolgimento di quella campagna che rimarrà fra'le più aspre, per le inaudite difficoltà logistiche superate tenacemente da truppe e da comandi. L'attacco greco prevenuto II 28 ottobre 191,0-XIX le truppe italiane in Albania, nettamente inferiori per numero e per mezzi al contrapposto esercito grecò, attaccano risolutamente in Epiro l'avversario, superano il confine da Erseke al mare e penetrano da più direzioni in t'erritorio greco. Alla gran massa del pubblico non erano nòte le ragioni di questa improvvisazione I resa indispensabile dalle subdole manovre inglesi che miravano a creare nei Balcani un secondo fronte per l'Asse.. La Grecia, i cui governanti asserviti a Londra secondano docilmente t piani britannici, stava completando la- propria preparazione bellica per aggredire l'Albania e conquistarne le basi aeree da servire contro l'Italia. Largamente equipaggiato e rifornito con materiali inalesi e giovandosi della sor presa l'esercito greco pensava di poter avere buon giuoco contro le poche .Divisioni che noi avevamo in territorio albanese. Le vicende iniziali della lotta af. frontata dai nostri oon cuore impavido per prevenire l'avversario, si svolgono a nei favorevoli nonostante che le piogge dirotte di quei aiomi cagionassero gravissimo ostacolo a quelli militari già esistenti. Giunti a contatto della « linea Metaxas » — che dada catena del Pindo al mare chiudeva la strada verso l'Epiro — i «ostri reparti lottano decisamente per,espv,gnar- * la; ta Divisione alpina Julia per fa crinale della catena stessa arriva fin quasi a Metzovo; nostre unità di cavalleria si spingono arditamente e profondamente in territorio, greco, ma l'impossibilita di adeguatamente alimentare fa loro azione le costringe o tornare in- • dietro. Ripiegamento in attesa di rinforzi Intanto contro il fianco sinistro del nostro schieramento nel settore macedone le forze avversarie sviluppano un attacco, de- lineatosi sempre più potente, onde rompete ih difesa di Corda e dividere le forze operanti nel Cordano da quelle impegnate sul fronte dell'Epiro. ,• Si rende quindi necessario assumere un atteggiamento temporaneamente difensivo per consentire l'arrivo in Albania delle nuove forze destinate a -stroncare ogni velleità greca. E poiché la preponderanza numerica del nemico diviene sempre maggiore e le limitate possibilità di scarico dei porti albanesi rendono l'afflusso dette nostre Divisioni forzatamente lento, occorre portare le nostre truppe su posizioni più arretrate e meglio idonee per imbrigliare i reiterati attacchi greci. TI ripiegamento viene elasticamente attuato; combattendo con grande valore i nostri soldati cedono si terreno, ma evitano qualsiasi rottura del fronte, impedendo al nemico di raggiungere obiettivi di carattere strategico. Tutto l'inverno dura accanita la nostra azione difensiva e contro di essa s'infrangono te tre grandi offensive greche aventi per obiettivi Elbassan, Vaiano, Tepeleni; difensiva agile e manovrata che infligge ai greci perdite ingenti e che nel gennaio prima, nel marzo poi con due fulminee azioni controffensive logora profondamente l'avversario e lo predispone a subire nell'imminente primavera il colpo finale. L'offensiva dh primavera Giunge ta primavera e con essa anche il secondo focolaio d'infezione balcanico, quello jugoslavo, scoppia. I mutamenti di governo del il marzo 19!, 1, ta.minaccia contro il nostro schieramento in Albania — che avrebbe dovuto essere preso e stritolato netta morsa greco-jugoslava — sono fatti ben presenti netta mente di tutti. Tempestiva invece s'inizia razione dell'Asse contro le due Nazioni balcaniche. Mentre il 6 aprile le forze Tedesche varcano i confini jugoslavi da nord ad est, le nostre Forze li oltrepassano dite giorni dopo da ovest, raggiungendo la zona a nord del Lago di Ocrita ove poi si congiungono con le truppe germaniche ivi giunte: la separazione materiale delle forze greco-jugoslave è compiuta.. A nord nel settore di Scutari, città sulla quale la cupidigia jugoslava punta gli sguardi bramosi, la battaglia infurbì violentemente per più giorni, ma a la aprile, ricorrenza detta Pasqua, le forze avversarie vengono separate in maniera definitiva e ributtate oltre confine: la strada su Cettigne, Cattaro e Ragusa è aperta e a tappe forzate, in quattro giorni, le località verranno conquistate. Netta stessa giornata del 13, la nostra IX Armata scatta all'attacco delle forze greche rafforzatesi potentemente su posizioni apprestate durante l'inverno. Di bal¬ zo, viene superata Pogradeo e.nel pomeriggio, alle H, Corciaèradr giunta e oltrepassata dai nòstri mirabili fanti che in paco più di zi, ore avevano percorso combattendo olire 60 chilometri.- All'alba del giorno 1± anche la XI Armata si scaglia con. impeto irrefrenabile contro-, le formidabili posizioni nemiche tra il massiccio del Tomori e il mare. La lotta divampa feroce nelle zone che hanno visto per mesi e mesi- gli implacabili combattimenti fra le opposte forze: il Mali Bpadarit, la Quota- 731, Monastero, le .catene del Trebescines e detto Shindeli, il monte Solico, la valle Bhushiza, le posizioni sul litorale tornano ad essere teatro di lotte violentissime; da una parte è la volontà'.assoluta di vittoria dei nostri, dall'altra il bisogno di non cedere per evitare l'immediato completo annientamento, di tutte le forze greche. La vittoria afa lo slancio, la tenacia; l'eroismo dei nostri soldati prevalgono sull'avversario che deve- cedere e ritirarsi in disordine; mentre la IX Armata, vincendo resistenze successive, si avvicina sempre prù a Ponte Perati, l'XI Armata con azione diretta e con quella' delle forze agenti sul litorale punta a Borgo Tellini; sono questi i due soli varchi che consentono il deflusso iti Epiro dell'esercito greco impegnato in Albania. Lungo la valle detta Vojussa ajtre forze dell'XI Armata procedono pure, su Ponte Perati. Si battaglia ancora accanita mente per una settimana, poi le nòstre ' Divisioni raggiungono e superano in più punti il.confine, penetrando nuovamente nel territorio' ellenico, conquistano i due varchi e,, il 22 aprile, il fato delle armate greche si compie. In fatti in pari tempo l'Armata co razzata tedesca, annientate .le fot ze ellèniche nella piana della Tessaglia, aveva lancialo i suoi mezzi corazzati attraverso .il pa*so di Mètzovo su Gianina e netta Ciamuria settentrionale. La Grecia è vinta. Tutte le forze greche sono in saccate fra le truppe tedesche ri salenti da sud e le Divisioni ita'liane prementi da nord. La' sera del 22 viene chiesta dal comando delle forze armate detta Macedonia e dell'Epiro la capitolazione senza condizioni. E il 23 aprile cessano le ostilità. La guerra terminata. . - ... • / gravi sacri fid fisid richiesti ai soldati Italiani durante sei mesi e sopportati con uno stoicismo e una capadtà di adattamento veramente meravigliosi erano ripagati, netta maniera più brillante dalla vittoria radiosa. Bè in taluno poteva ancora sussistere qualche incertezza sui pericoli che nei Balcani si creavano per l'Asse ad opera della propaganda anglo->sovietica, essa si è ori -certamente dissipata, dopo che la guerra tontro' là Russia bolscevica' ha luminosamente dimostrato di quale enorme importanza fosse per l'Asse l'avere le spalle e i fianchi ga-rantiti da una' situazione bellica pienamente chiarificata. Là vittoria contro la. Grecia deve rimanere splendente nella storia del Pòpolo 6; dell'Esercitò Italiani per » somma grandissima di sforzi materiali che ha richiesto, per la volontà ferrea .che ha sostenuto la chiaroveggente iniziativa presa- dall'Italia nei Balcani, per l'inesausta purissima fede fascista e l'ardente amor di Patria, che hanno sempre permeato il cuore di tutti i combattenti, per i quali era certezza il motto: Vinceremo. '

Persone citate: Corda, Cordano, Pindo, Vaiano