L'unità dell'Europa nella varietà degli atteggiamenti nazionali di Giorgio Sansa

L'unità dell'Europa nella varietà degli atteggiamenti nazionali L'unità dell'Europa nella varietà degli atteggiamenti nazionali Dresda, 18 aprile, A Dresda si sta svolgendo un congresso in cui, per la prima volta dall'inizio di questa guerra, si può udire la voce della generazione combattente; quella voce che, dopo il conflitto dirà, come è naturale, l'ultima parola. Che cosa pensano 1 combattenti? Per saperlo, l'organizzazione studentesca del Reich ha qui convocato i rappresentanti della intellettualità delle prime linee, studenti e professori dei Paesi che partecipano alla campagna' contro la Russia (la quale potrà essere l'amalgama'di pensiero e di darTlnsl^ contorte?-" ecoslha S un LoniiiiLiiic ), e cosi na creato un 5f°i??f „1"Ì5llettuale ^'offe^vai[| di primavera. Il pensiero italiano Sono venuti a Dresda combattenti tedeschi e combattenti italiani, spagnoli e finlandese, bulgari e norvegesi, francesi belgi olandesi, insomma uomini di studio di quattordici Paesi europei, gli uni nelle proprie divise nazionali, gli altri, come g!i spagnoli della divisione azzurra, gli scandinavi e perfino i belgi e ì francesi (guarda quali novità ci reca, questa guerra!) in dr?isa tedesca. « Da tutte le lettere e dalle dichiarazioni dei'giovani volontari dell'esercito dell'Est — ha detto il maggiore Troege, tedesco —■ emerge la grande speranza di una Europa unita, la fede nella unione europea ». Su tale tema — nei suoi aspetti filosofici, a vero dire, più che pratici — si è imperniata la discussione all'attuale congres so. Ma, non ostante che le realizzazioni pratiche non possano ancora trovare espressione nei discorsi e nelle conferenze degli studenti e dei professori combattenti — come non la trovano ancora, del resto, nemmeno nelle dichiarazioni dei politici —, il Congresso ha fornito indicazioni vi varaente interessanti sulle mète a cui si volgono le aspirazioni dei soldati, mète che si possono riassumere in queste parole: comunanza di vita, ma fondata sulla storia, sulle caratteristiche e le necessità nazionali, e sulla giustizia. .Alcuni, come i tedeschi, hanno contribuito alla discussione cercando principii nuovi, formule nuove; altri, come l'oratore spagnolo, hanno affermato la necessità di combinare* l'ideologia con il- realismo; altri in fine, come farà domattina l'oratore italiano, sottolineano che la storia insegna e che non v'è nella storia del mondo maggior maestra di Roma per additare i modi di unificare la civiltà di un continente. Roma maestra La delegazione italiana, capeggiata dal Console della Milizia universitaria di Torino, Mittiga, parlerà per bocca dell'Eco. Serafino Mazzolini, che fu nostro ml; nistro al Cairo e poi governatore del Montenegro. Mazzolini dirà fra l'altro nella riunione di domattina: < Nelle presenti giornate rivivono i secoli. H pensiero non immemore di chi dedica sé stèsso, mente e cuore, vita e averi, al trionfo del nuovo Ordine in una Europa risorta, riva spontaneamente alle sorgenti di questa no' stira civiltà che ci fermenta nel sàngue, ridiscende alle radici onde i bianchi ebbero linfe civili, cerca e esplora le testimonianze iniziali di questa unità europea minacciata da ogni parte, ma ricementata miracolosamente nell'Asse. In questa rievocazione cosi spontanea ed attuale, un nome si presenta sopra ogni altro alla nostra venerazione di europei non degeneri: ed è il nome augusto di Roma. Ed è giusto ricordare il debito che l'Europa civile ha contratto verso Roma, da quando Roma si accinse a crearne consapevolmente una unità, cioè a far di molte nazioni diverse fra loro e divise una entità solidale nella vita pubblica e nella creazione dello spirito, precisamente l'Europa dei bianchi diventata poi e restata guidatrice dei continenti. Se romanesimo e gennanesimo hanno lottato fra loro, le armi in pugno ed a viso aperto, nei secoli che videro la formazione dell'Impero e il euo disfacimento, giova riscoprire l'idea che li pacificò di là dalle battaglie cruente e la costruzione che venne a crearsi di là dai contrasti. Per questa costruzione e per quella idea si stabili e si perpetuò la entità spirituale: « Europa». Quali furono, essenzialmente, i principii e gli aspetti dell'ordine europeo perse' guito e conseguito da Roma? Ecco i principii: principio etico di una giustizia comune o del diritto unico per tutte le genti; principio pratico-spirituale della gerarchia dei valori e delle cose umane; principio spiritualmente nobilitatole della vita, nella divulgazione del patrimonio tecnico e culturale, in cui si rinnovava e ricapitolava il retaggio di tutte le civiltà più antiche». Romanesimo e germanesimo Mazzolini si domanda: « Si ripresenterà il germanesimo come alcuni ritengono, quale rivale del romanesimo anche sul piano spirituale, o della civiltà? ». A questa domanda, ispirata dalla storia medioevale, l'oratore italiano risponde: « Europei entrambi, noi, italiani e tedeschi non abbiamo paura di affrontare cosifatti problemi. Il nostro patrimonio spirituale è cosi ricco che non teme nè menomazioni, nò scalfitture. La verità d'altro lato, la sola verità e non la menzona può fortificarsi nelle nostre posizioni morali, gli uni al cospetto degli altri. E' un fatto che di qua dalle Alpi al romanico venne a contrapporsi ad un certo momento il gotico e che nel gotico sjinflgurava un'anima che non era romana ma sostanzialmente germanica. E' un fatto che In concordanza col gotico presero piede altri gusti, altre mentalità, altre costumanze non romane, ma alla loro volta sostanzialmente germaniche. Il gotico anzi potrebbe essere definito quale una anticipazione in sede artistica di quel che assai più tardi sarà la riforma in sede religiosa per la quale da tre secoli e più l'Europa, già unita nel Cattolicesimo, nemSrò smsc• i nIII> dividersi, e si divise difatti, in due differenti Europe nuovamente rivali. Ma la storia europea nell'Evo Moderno quale che sia stata non vale a cancellare la storia europea dell'Evo Medio e di quello Antico. Il problema dal quale abbiamo preso le mosse, il problema cne qui ci occupa è un altro. Ed è quello concernente le origini stesse della civiltà europea, che è la nostra. La FpzletannsqzzlacQfmdtpfdmdsBcdngfgtiuphzsma n a , e è e immensa creazione civile dell'Europa moderna è tanto più valida e tanto più si legittima ai nostri occhi ed agli occhi altrui quanto più si determina, caso per caso, nei caratteri che le sono andati imprimendo le nazioni creatrici >■ Sopravvivenza del piò forte H più notevole contributo germanico alla discussione di Dresda l'hanno dato le argomentazioni del dott. Hans Baehr, ohe ha svolto in nuova forma la teoria della sopravvivenza del più forte dicendo che la si deve modi' flcare prendendo come «lemento 061181 & ^l mumtà- In seno alla comunità eu-j roDee. potranno continuare le com- ir)etìzic-ni «vili, ma di fronte al [resto d«I mondo l'Europa sarà | un'uniti compatta. ropea potranno continuare le com:iohvud«La comunità europea di tetta per l'esistenza ricava renergirf da due poli.: dalla sua unità e dalla sua varietà, fissa non è un sistema di stegole parti unife-mi. beasi un complesso di centri nazionali propri, con. caratteri peculiari che si sono messi «raccordo per cooperare all'ordine europeo. So-j uiiiiimnutnHi»Miiii!uriiiiurajnnunmiHiimiiiiia li u e ciù ei me reae où i' no da valutarsi positive — ha detto Baehr — tutte quelle forze che mirano all'unità europea e quindi sorreggono e potenziano la forza totale europea, negative, invece quelle correnti ohe vogliono il disgregamento e quindi minacciano di provocare la sconfitta di tutti nella lotta comune ». Notevole In fine come abbiamo .detto è stato li contributo spaninolo. Il prof. Juan Manuel Castro-Rial, Ordinario di Diritto Internazionale all'Università di Valladolid, che torna dalla Russia jdove in qualità di tenente della Divisione Azzurra ha combattuto contro il bolscevismo, ha detto: <I/ora storica è destinata a creare con mente politica rivoluzionaria un nuovo sistema In Europa. Ma questa leggera aspirazione verso una comunità non ha nulla a che fare con le varie specie di egemonie capitalistiche finora conosciute. Noi non desideriamo una semplice trasposizione del centro di gravità degli imperialismi oppressori. Se si fosse trattato soltanto di strappare all'Inghilterra la sua egemonia politica per sostituirla con una simile e altrettanto ini o perialistìca non tutti I popoli di ^l^pTaT^b^^1^:^. -j to entusiasmo. Gli attuali noe - j„n„ -,„im„„ i«f-„~„„i«-„i. al à :ichieri de]la politica internazionale hanno dichiarato che quello,che si richiese e,ai cerca non è nè una nuova egemonia nè un nuovo imperialismo bensì un'armonica collaborazione di tutta quanta la politica nazionale del continente. Per potersi affermare, il nuovo ordine della comunanza europea ha bisogno di un principio durevole. I popoli debbono adoperare una missione nel grande quadro del destino. Questa missione non a a a i r -j iainiiiMiiiiiiiiiiirmiiiiiniiliniii[iiiiiiiiiiiiiiii n e i a e o i o a n n a può essere la stessa per tutti i gruppi nazionali del continente perchè ognuno possiede caratteristiche proprie, razziali, ' geografiche, economiche e sociali ». Castro-Rial in altre parole è contrario alla standardizzazione delle nazioni. Egli ha detto che non si può ancora .prevedere "quali funzioni saranno assegnate ad ogni pòpolo. « Ma si può affermare fin da ora — egli ha dichiarato — che' l'idea di una Europa in marcia significa- la realizzazione di una missione specifica per ciascuna, entità nazionale. La gioventù spagnola che combatte in Russia rappresenta il desiderio di tutta una generazione che esige per la Spagna un compito concreto nel mondo. La consegna rivoluzionaria è questa: una Spagna più grande in una Europa più giusta Siamo decisi — ha.detto C&stKK! ? S1 ~ ? guadagnare alle porte della nostra Patria tutto quelle che ci spetta secondo là storia, secondo la tradizione e secondo le esigenze politiche attuali». •; , k'pra-tere spagnolo che indossa la divisa'germanica e, non ootan- dei più rfc-tr esponenti del pensiero falangista e perciò le sue parole, acquistano particolare slgnl- h Ctong?iesso,M',«uuderà domani con una - conferenza del prof. Hunche sull'Europa economica. Sin da ora si è precisato lo scopo di questa riunione: esso è da un lato quello di scoprire le idee dei combattenti, • dall'altro quello di esortare la gioventù combattente a tarsi progagandlsta della unificazione del continente europeo. Giorgio Sansa nnni»iiii)!!iinniuMHiniiuiinH!iiiiitiiiiiuHiiniiijrM

Persone citate: Baehr, Eco, Hans Baehr, Juan Manuel, Mazzolini, Mittiga, Rial, Serafino Mazzolini