La tenaglia giapponese si stringe su Mandalay

La tenaglia giapponese si stringe su Mandalay La tenaglia giapponese si stringe su Mandalay Le colonne partite dal Tai giunte a 150 km. dalla città birmana - Continua la ritirata degli anglo-cinesi sul resto del fronte - La regione dei petroli definitivamente perduta Bangkok, 18 aprile. La situazione degli anglo-cinesi m Birmania peggiora sempre più. Cominciando dalla loro estrema ala. sinistra, èssi ammettono «ffIcialrnent*. che le, avanguardie nipponiche provenienti dal confine dei Tal sono n'unte a 20 Km. da Loikan,- capoluogo dèlia' provincia di Kareml. Lólkan si trova a circa 150 Km. a sud-est di Mandalay. E' questo movimento aggirante che maggiormente mi naccia la capitale della Birmania settentrionale e le linee di comunicazione di tutto lo schieramento anglo-cinése. Contemporaneamente, la pressióne nipponica al centro del fronte ed all'ala occidentale (vallata dell'Irawadi dove si trovano i giacimenti di petrolio) si fa sempre più violenta. Da Sciangai, la Dome! riceve una informazione secondo la quale la situazione è attualmente la seguente: , . « Le truppe imperiali britanniche che hanno il compito di difendere la valle deWIravadi ripiegano versa il nord con una manovra che non è senza pericolo per le truppe cinesi che occupano il vicino settore del Sittang. « Le avanguardie nipponiche sono riuscite ad avanzare sino alla stazione ferroviaria di Pyinnama, situata a mezza strada fra Bangun e Mandalay, di dove si dirama un'tronco che, dirigendosi verso il nord-est, arriva, nell'alta valle dell'Iravadi, ai limiti settentrionali dei campi petroliferi . « Appare sempre più probabile che le due colonne giapponesi tendano a riunirsi, o, quanto meno à compiere una grande manovra di accerchiamento che obblighi le forze alleate anglo-cinesi a ripiegare immediatamente verso U nord, ili direzione di Mandala}/. " L'agenzia ufficiosa britannica informa da Calcutta che le truppe britanniche sono in corso di es¬ sere ritirate perchè dopo 75 giorni di .combattimenti ininterrotti e le gravissime perdite hanno bisogno ai riposo, asse saranno sostituite dalle truppe cinesi che il generale Ciang Kai Scèk ha messo a diipasizione del generale'Wavell. -, La Reùter non precisa se questa nuova- linea sia di seconda ó terza schiera'. Il nocciolo deWinf emozione è che gli inglesi si ritirano dalla prima schiera perchè vi grandinano troppe cannonate. Su tali perdite, è sintomatico il seguente bollettino diramato stamane dal Qìtartier generale Imperiale: « Nelle operazioni In Birmania Il nemico ha perduto, dal 10 marzo al 14 aprile, 120 aeroplani, abbattuti o distrutti al suolo, 62 carri armati, 37 cannoni, 148 autocarri e numeroso altro materiale bellico, oltre a 4.500 morti e feriti. Sono stati fatti 500 prigionieri. Le perdite giapponesi ammontano a 16.1 caduti e 429 feriti ». Tale bollettino riassuntivo dimostra innanzi tutto che mentre le fonti ufficiali inglesi tacciono, la pressione nippontea oltre Bangun e Pegu e lungo V Iravadi continua. Risulta inoltre chiaramente che la difesa in Birmania è affidata principalmente alle truppe di Ciang. Kai Scek. Purtuttavia, la resistenza inglese dev'essere veramente considerata giunta allo stremo, se il Comando giapponese ha diramato stamattina questo comunicato: « Le forze terrestri giapponesi operanti nel settore détta Birmania, dopo la caduta di Rangun hanno distrutto le truppe riunite deB'/nghilterra, dell'India e di Ciunq King e stanno inesorabilmente inseguendo i superstiti ». L'agonia delle Filippine Le artiglierie di Corregidor reagiscono debolmente Tokio, 18. aprile. Da Manila giunge notizia che Suasi tutte le batterie dell'isola di orregidor sono state ridotte al silenzio; solo qualche cannone spara ogni tanto, ma le ore détta piazzaforte sono contate. Anche da fonte americana si ammette ormai che la situazione di Corregidor è disperata. Si ha l'impressione che i difensori difettino soprattutto di munizioni. Il Ministero della Guerra statunitense dice ohe non è più a contatto con le forze americane dell'isola. Le ultime notizie ufficiali si riferiscono ad alcuni giorni fa, quando — contemporaneamente all'attacco a Manila — aeroplani statunitensi, partendo dall'Australia, con un volo di circa 3000 chilometri, sono riusciti ad atterrare a Corregidor e hanno riportato in Australia alcuni ufficiali che si eremo recati colà fuggendo da Bataang. ■ Tra i salvati figurano anche due giornalisti, i corrispondenti del New York Times e deHTJiited Press. La censura australiana ha permesso che questi due giornalisti ammettessero pubblicamente che Ut situazione nell'isola di Corregidor era senza speranza. L'ufficiosa giapponese ■ Dome! comunica che le operazioni militari vere e proprie nell'isola di Cebu (Filippiìve) sono terminate e che hanno avuto inizio le operazioni di rastrellamento nella zona collinosa di Sayao, venti chilometri circa a nord di Cebu. Sulle operazioni di totale occupazione e di rastrellamento nelle Filippine si apprende, frattanto, che atte ore 15 di ieri le navi da guerra giapponesi che hanno collaborato con le unità dell'esercito allo sbarco in tre differenti punti dell'isola di Panay (Filippine), hanno innalzato, per la prima volta, lo stendardo détta Marina da guerra imperiale nipponica nel porto di Iloilo, capoluogo dell'isola. L'entrata détte navi da guerra giapponesi nel porto di Iloilo è di speciale ed importante significato, perchè le numerose isole che si trovano- nétte vicinanze sono considerate come possibili e convenienti basi per i sottomarini nemici. ■ • L'occupazione dell'isola di Panay da parte nipponica assicura, pertanto, il controllo di queste isolette, con le quali le regolari comunicazioni saranno ben presto ristabilite. L'incursione tal Giappone Un gesto di propaganda senza multato (Nostro servizio particolabe) Tokio, 18 aprile. Oggi poco dopo mezzogiorno (ora locale) mentre la vita cittadina si svolgeva con l'abituale vivacità di traffico che segna ogni sabato l'esodo della popolazione dai quartieri degli uffici verso le proprie abitazioni, e il cielo di Tokio splendeva di un te.rsissimo azzurro primaverile, è stato dato l'allarme aereo. Poco dopo si udivano rombare i motori degli aerei e si sentiva a distanza qualche detonazione, quasi coperta dal rumore della reazione contraerea. Il fatto, nuovo pel Giappone, si è risolto rapidamente senza apportare sensìbile disturbo alla popolazione che ha conservato calma esemplare dirigendosi ordinatamente alle proprie mète e collaborando alle misure difensive, mentre pel nemico non ha avuto altro significato pratico che quello di un gesto, dato che i danni in via di accertamento, sembrano lievi. E' uno di quei gesti intorno a cui gli americani faranno una congrua campagna propagandistica, ma che non servirà minimamente a variare l'andamento declinante delle loro sorti circa le quali proprio oggi, e alla stessa ora, Roosevelt stava facendo una ' dichiarazione nella quale avrà dovuto spiegare al paese e giustificare la gravità della situazione sia nel Pacifico che nell'Atlantico. , Ancora una volta il nemico ha voluto dare alle proprie popolazioni l'illusione di essere attivo sulla breccia, come ha fatto recentemente col tentativo di sbarco a Saint Nazaire e col colpo di mano di ieri a sud di Creta. Mentre in Inghilterra si rimprovera pubblicamente il governo di mancare di qualsiasi plano strategico che possa in qualche modo portare anche a un solo risultato soddisfacente, Roosevelt ha disposto un'analoga azione contro il Giappone il cui valore è solo dimostrativo non potendo creare gravi conseguenze nè materiali nè tanto meno morali. Se l'azione in se stessa dimostra un notevole ardimento da parte degli aviatori che l'hanno eseguita in pieno giorno, appunto per questo chi l'ha ordinata doveva sapere in precedenza che sarebbe stata votata all'insuccesso. Occorre ben altro che isolati e sporadici colpi di mano per intaccare te. sempre più solida struttura dell'Asse le cui poderose azioni nel prossimo avvenire dimostreranno invece di avere quella sostanziale efficacia che manca a tutte le iniziative dei nostri nemici Cesare Viale'

Persone citate: Ciang, Ciang Kai Scèk, Iloilo, Imperiale, Roosevelt