L' agonia di Corregidor

L' agonia di CorregidorL' agonia di Corregidor Uri intimazione di. resa respinta - Lozione tfergrossi calibri e degli aerei giapponesi continua infernale ■ L'apparizione dei "carri armati volanti,, - Un convoglio nemico di imbarcazioni da guerra disperso - A Botaang: 50 mila prigionieri con 4 generali Tokio, 14 aprile. Secondo le informazioni americane, Corregidor è in agonia. La agenzia americana Exchange dirama testualmente cosi: € Stando alle ultime notizie ricevute da Corregidor, sembra che la resistenza della fortezza si avvicini atta fine. Le provvigioni di viveri e di acqua sono ancoro sufficienti, ma le munizioni diminuiscono rapidamente. « Coi grossi calibri messi in postazione in questi giorni, I giapponesi bombardano senza tregua le posizioni di Corregidor da quelle della penisola di Bataang. Un'intimazione di resa dell'Alto Comando nipponico è stata respinta. Gli americani sono decisi a continuare la lotta fino all'ultimo, ma non si fanno nessuna Illusione sull'esito finale di essa. Essi si battono per guadagnare tempo. Questo è II senso dell'ultimo messaggio ricevuto dal Governo americano. « Il Ministero della Guerra, a mezzo di un suo portavoce, ha dichiarato che la situazione potrebbe decidersi probabilmente in cinque-sei giorni. L'artiglieria nemica getta una pioggia incessante di granate sull'isola, mentre gli attacchi aerei continuano senza tregua. < Se la situazione dei rifornimenti non può ancora dirsi grave, bisogna tener conto del fatto che tutte le linee di comunicazione sono bloccate». Fin qui le informazioni di fonte americana. In base a quelle diramate dai circoli militari di Tokio, risulta che ancora ieri cioè lunedi, i bombardamenti aerei detta fortezza da parte del l'aviazione giapponese, sono stati violentissimi. In un forte situato nella parte settentrionale dell'isola, sono state avvistate grandi esplosioni, seguite da incendi in se» diversi punti. Un'altra infor- mozione Doniei dice ohe l'aviazione giapponese ha messo in opera, pei bombardamenti di Corregidor, grossi apparecchi chiamati c carri armati volanti » del genere, evidentemente, delle famose « fortezze volanti» del nemico. Un convoglio nemico di piccole navi da guerra è stato assalito da queste fortezze, e disperso. Oggi è stato ufficialmente annunciato che sino a tutto il 12 aprile sono stati contati, nella penisola di Bataang, 50 mila prigionieri, dei quali 6700 americani ed il resto filippini. Fra.i prigionieri si trovano quattro generati, e cioè il generale di divisione King, che era II comandante delle truppe di Bataang, I generali di divisione Jones e Parker e il maggior generale Francisco, comandante delle truppe filippine. Inoltre le truppe nipponiche hanno conquistato un Ingente bottino, che include 106 cannoni, 320 mitragliatrici, 700 armi automatiche, 10 mila fucili, 104 carri armati, 220 velivoli e un'enorme quantità di munizioni di ogni specie. Nei loro articoli \di fondo, i giornali inneggiano atta vittoria riportata netta penisola di Bataang, sottolineando che essa costituisce un gravissimo colpo per la propaganda nord-americana, affaccendatasi sinora a fare del generale Mac Arthur un eroe ed a far credere che la flotta degli Stati Uniti sarebbe giunta in tempo in suo soccorso. La stampa ricorda cóme le fortificazioni detta penisola siano cadute dopo una battaglia durata pochi giorni e rileva che il destino di Corregidor è ormai segnato. Tale vittoria segna la fine di una storia di umi¬ liazioni subite dalle Filippine, durante quattro secoli. Il presidente del governo provvisorio filippino, Vargas, ha rivolto un appello alla popolazione, dicendo, fra l'altro, che dopo la caduta d Bataang T'opera di ricostruzione deve essere condotta senza indugio. L'occupazione della penisola di Bataang — ha aggiunto Vargas — ha salvato l'esistenza di numerosi giovani filippini, la cui opera è quanto mai necessaria atta vita civile nazionale. Un comunicato ufficiale informa da Manila che sono stati colà giustiziati, dopo un sommario processo militare, cinque cittadini detta provincia di Panbang, col- ìevoli di sabotaggio a danno del e piantagioni. Infine si apprende che alle riuscite operazioni di sbarco e di occupazione dell'isola di Cebu, compiute dalle forze nipponiche, ha partecipato anche un reparto d'artiglieria di 110 uomini, costituito esclusivamente da soldati indiani.

Persone citate: Jones, Mac Arthur, Tokio, Vargas

Luoghi citati: Botaang, Filippine, Manila, Stati Uniti, Tokio