Bailo vittorioso in volata di Giuseppe Ambrosini

Bailo vittorioso in volata Il Giro del Lazio "tappa» del Gire d'Italia Bailo vittorioso in volata Bizzi è stato it migliore uomo in gara e Destefanis ha movimentato a lungo la corsa - L'impetuoso Anale di Coppia II percorso, durissimo e dal fondo a tratti pessimo, ha piegato col concorso della sfortuna più di un- campione - Bailo e Leoni a pari merito nella classifica per la maglia rosa (Dal nostro inviato) Roma, 6 aprile. Questa corsa può essere definita un interessante e piccante intruglio di tutti gli ingredienti che contribuiscono a dare all'osservatore la vibrazione dell'imprevisto, il gusto del cambiamento di scena, ma, nella stesso tem- ?\o, ad offuscare il panorama sporivo e a ingarbugliare l'espressione tecnica detta gara. TI merito o la colpa (a seconda che ei consideri una corsa ciclistica un gioco d'azzardo o una prova atletica) di così sorprendente sostanza di questo Giro del Lazio spetta a chi ha avuto la peregrina idea (e a chi l'ha approvata) di far andare i corridori su certi tratti di strada che potevano essere appena accettabili vent'anni fa. La ghiaia sparsa per almeno cinquanta chilometri del colle della Cimetta e della Madonna degli Angeli ha fatto tale strage di gomme che chi se n'è salvato può proprio accendere un cero al suo santo. Sentite: Bizzi è stato messo a terra una volta come De Stefanis, Leoni e Bervadei; Favalli due come Battali, Cinelli, Bergamaschi, Vicini, Ortelli, Grippa; Pedevilla, Valetti e Laudi tre; Marangoni quattro: E non ho interrogato alVarrivo che i primi, dei quali solo Bailo, Coppi, Chiappini ' e On.navesi sono stati esenti da forature. Imaginate gli altri! -, L'elemento fortuna quindi'è stato dominante e determinante, ha provocato una selezione artificiosa, ha spezzettato la gara in azioni a mosaico che nessuno potrà precisare, ha tolto la passibilità di valutare la prestazione dei migliori, cioè di vedere e di giudicare la corsa e gli uomini se non attraverso fugaci e mutevoli episodi. Tra questi naturalmente sceglierò i più salienti che ho potuto vedere e sulla trama dei quali tenterò di dipanare l'intricata matassa. inìzio brillante I/inizio era stato orinante e promettente. I verderossi," scesi con Volpi, De Benedetti e 'Ricci, dimostravano di voler calcare la mano sul tono della gara in base a un piano chiaro e logico. I biancocelesti, dal canto loro, con Magni, Ortelli e Vicini, sostenuti da Valetti e Covolo, lungi dal risentirsi di queste battute agitate, fronteggiavano spavaldamente la situazióne. Dopo la salita di Tivoli anche Coppi tentala sua fuga, ma Ortelli rispose subito e poi anche Vicini. In un'altra fuga provocata da Valetti, appoggiato da Bini, Ricci, Coppi e Magni, quest'ultimo si distinse per l'impeto e il brio che tennero viva una fase ga lappante durata dieci chilometri. Cosi nella prima ora si fecero quaranta di media. La sostenuta ma regolare marcia successiva fu rotta da scatti di Favalli, Zuccotti, Ricci, Vicini e Volpi. La non pesante salita del colle della Cimetta fu fatta in gruppo finché la strada non si fece ghiaiosa e non cominciarono le forature. In cima giunsero con leggero vantaggio Marangoni, Destefanis, Chiappini, Volpi e Succi. Ma il primo e t due ultimi bucarono in discesa, dove furono appiedati anche Favalli, Bartali, valetti, Crìppa, Bollo, Bimi, CineUi, Ortelli. E non vi. assicuro di averli visti tutti questi infortunati. Destefanis e Chiappini si vedevano cosi a Prosinone (km. WS) al comando con l'fy5" su di un gruppo in cui figurava la maglia rosa con Coppi, e S'SO" su di un altro in cui erano Bizzi e Bartali. Questi due anelli, perduti Ottetti e Magni vittime, di un altro tratto sassoso, si fusero, ma non parevano preoccuparsi dei due primi, tanto che al bivio di Priverno (km. 154) passarono ben 6'15" dopo di essi. Sembrava che le due squadre maggiori fossero paghe di avere in testa un uomo ciascuno: uno che avrebbe potuto vincere in volata, l'altro che sperava liberarsi dell'avversario sulle ultime salite. Ma di questa opinione non era Favalli, il quale poco dopo salutava il gruppo e si dava alvinseguimento detta coppia di testa. Gli altri cominciarono a svegliarsi sulla salita di Sezze, deve Destefanis lascio Chiappini colto da crampi. Dopo un /aìsopiano eccoci alla salita della Madonna degli Angeli, sulla quale la corsa si avviò su di un nuovo binario. In cima Destefanis precedeva Favalli, ricongiuntosi a Chiappini, di S'SO"; Bartali, Bizzi, Canavesi e Bailo di 5'15"; Leoni, Coppi, Ricci, Bergamaschi, Cinelli e Crippa di 6'10"; Volpi (di nuovo a terra) di 6'SO"; Mazzarella, De Benedetti e Pedevilla di 6'$5"; Vicini, Bevilacqua, Bini di 8'30". Nell'orribile discesa forarono Vicini, Godio, Bartali, De Benedetti, Leoni e Crippa. Finalmente, dopo diciassètte chilometri di questo ennesimo calvario, prendemmo l'Appia. Chiappini non potè più seguire la ruota di Favalli. A Cisterna (km. 201) la situazione era la seguente: Destefanis; a 35" Favalli, a l'i" Chiappini, a 2'jO" Bizzi, Canavesi e Bailo; a ±'\0" Ricci, a 5'25" Boritali, Coppi, Bergamaschi, Cinelli, I Bervadei; a 6'SO" Leoni, Pedevilla, Crippa, MazzareUo. Rimanevano 46 chilometri e tutto lasciava credere che per quelli dopo il trio in cui Bizzi e Canavesi si prodigavano e Bailo faceva... il furbo, la partita fosse già chiusa. II ritorno di Coppi Andando verso Velletri, Favalli riusci per un po' ad allontanare dalli sua ruota- il prodigioso Destefanis, ma poi se lo rivide a 1 fianco e con aria tuff altro che di suonato. Chiappini, assorbito da Bizsi e compagni, fu 'da essi porI tato sino a l'-iO" dai due primi a " VeDefri. Poco dopo Destefanis dovette fermarsi per gonfiare una j gomma e la sua parte di protago' nista finiva così immeritatamen 'te. Rimasto solo, Favalli piegò ! presto al ritorno degli inseguitori, Yfra i quali Bizzi e Canavesi non [si accontentarono del successo e 1 cominciarono a frustare per libe! rarai di Favalli; ci riuscirono in ' pieno, mentre Chiappini si allori ìtanò sulla salila della Catena do po Gemono; fra automobili e mo¬ I' e a , l tociclette potè di nuovo rientrare ad Aricela. Più spettacoloso, ma penso anche più regolare, fu l'improvviso ritorno di Coppi e addirittura sbalorditivo lo slancio col quale appena in gruppo tentò di andarsene da solo. Ma Bizzi volò a prenderlo; Coppi ci si riprovò e di nuovo Bizzi gli mise il laccio. A questo aperto duello gli altri « assi » stavano prudenti, accontentandosi di tornare a galla appena finita la burrasca. I cinque uomini entrarono al velodromo Appio in quest'ordine: Canavesi, Coppi, Chiappini, Bizzi e Bailo. Il modo col quale il primo tirava la volata ai due che lo seguivano faceva capire l'accordo frai tre. Ma esso non bastò per spuntarla. All'entrata dell'ultima curva Bizzi partì, seguito da Bailo, rimontando tutti al larao; entrò in rettilineo con una macchina di vantaggio su Bailo, ma questi, più fresco, trovò nelle energie risparnliate il necessario scatto per capovolgere sul traguardo la posizione. Favalli giunse solo dopo più di due primi e CineUi dopo più di tre, battendo facilmente Bartali e Destefanis. Soddisfatto del successo regolarissimo maturato da una condotta di gara eccessivamente economa, addirittura sfruttatrice, ma non perciò irrilevante per regolarità, tenacia, e... fortuna, Bailo mi deve permettere'di dire che l'avversario che egli ha battuto in pochi secondi gli è stato nettamente superiore per ore e ore. il vincitore di questa corsa è Bizzi indiscutibilmente, la cui condotta è stata, dirò cosi, il filo maestro della gara, la corrente animatrice di "fughe e inseguimenti centrali. Égli ha scontato questa sua generosità nell'attimo finale e decisivo. Chiappini e Favalli hanno ceduto alla distanza dopo imprese che alla gara hanno dato un volto maschio e risoluto. Fino a che. Coppi non è intervenuto con autorità pari a spavalderia a tentare di dare il colpo risolutivo a una situazione che ai presentava poco promettente per i colori verderossi, essi hanno sostenuto la parte principale nella difesa dei colori stessi. Bartali non è stato fortunato neppure questa volta. Destefanis sostenendo uno sforzo immane per oltre HO chilornetri ha dimostrato oltre che il suo soI lito fegato, di. aver- migliorato in ' fondo. Non sarà più prudente lasciar prendere il volo a questa... mosca anche quando ci saranno davanti parecchie decine di chilo metri! Leoni è stato importunato dalle gomme due volte (s'è anche fermato a gonfiarne uno!) e' in. momenti pericolosi. Vicini, che in principio dava zampate a tutti ha.poi dovuto rinunciare anche a difèndersi 'per là sfortuna. Ma il cesenate è in gran forma; lo confermerà nel Giro di Toscana. Sarebbe stato interessantissimo poter giudicare Ortelli, ma più che dire che fino alla prima foratura mi è parso disinvolto e brillante, non voglio arrischiare. Per un giovane un tale debutto era troppo pesante e rischioso. Perchè, a parte la ghiaia, il percorso era da colossi maturi e non da novellini sia pure di valore. E a tale proposito non si può fare a meno, senza accanirsi sugli organizzatori di questa gara, cgFdcarcfdasdsretd5(919cda22ctrdMtL4pvBs che pur hanno fatto il loro meglio, di dire apertamente che la Federazione ha il preciso dovere di accertarsi della natura dei percorsi che sono sottoposti alla sua approvazione. Perchè in fondo la responsabile è lei. Dopo aver riconosciuto l'opportunità dei percorsi non massacranti e che non fanno consumare molte gomme, dopo aver vietato il servizio delle case al seguito détte corse, dopo avere approvato un Giro .d'Italia, certi percorsi sono un anacronismo e una contraddizione. Leoni ha dovuto passare a Bailo per poco la maglia rosa. Ma è da prevedere ' che il Giro di Toscana farà spuntare un terzo aspirante. Dopo la vittoria, di Bianchi e di Viscontea, la Legnano deve mordere il freno. Sarà il 3 maggio la volta di Coppi o di Bartali? O Vicini e Bizzi porranno la loro candidatura? Su questi interrogativi potete scapricciarvi e almanaccare per tutta la quindicina che separa dall'attesissima prova. Giuseppe Ambrosini 4