Il Patriarca di Venezia esalta i combattenti e il popolo
Il Patriarca di Venezia esalta i combattenti e il popolo Il Patriarca di Venezia esalta i combattenti e il popolo Tutti devono collaborare al raggiungimento della vittoria - Monito agli egoisti e agli immemori Venezia 6 aprile2n38 g g. Venezia, 6 aprile. Ieri mattina davanti ad una fol la di alcune decine di migliala di fedeli, il Patriarca di Venezia Cardinale Piazza, ha celebrato la Messa pontificale nella Basilica di San Marco. Al termine della Messa il Patriarca è salito sul pulpito ed ha pronunziato una smagliante omelia, nella quale ha posto in particolare rilievo- il bisogno che ognuno di noi deve sentire di collaborare con le autorità che ci governano per raggiungere l'Immancabile vittoria. s Questa collaborazione, dice l'eminentissimb presule, deve essere data specialmente da chi ha maggiori possibilità materiali e che pertanto non deve dimenticare le privazioni cui va Incontro serenamente nell'attuale momento la gran massa del cittadini, mentre tutto il mondo è proteso verso una nuova èra di pace e di giustizia. Agli Immemori vlen detto di ricordare le sofferenze dei nostri soldati che arrischiano quotidianamente ls loro vita, che vivono lontani dai loro cari, e che con animo forte e sereno senza tentennamenti sopportano ciò volentieri non solo per il miraggio del loro futuro benessere e di quello del loro figli, ma anche per il bene di tutti, per la Patria comune. Bisogna che scompaia l'egoismo, dice 11 Patriarca, e per farlo scomparire occorre che la via della pace con giustizia sia indicata dal segno della Croce, da quel segno — esclama con tono commovente il Patriarca — che 1 bersaglieri italiani sulle spianate nevose della lontana Russia bolscevica hanno innalzato quale faro luminoso di civiltà, di progresso in faccia al tracotante nemico, alla sua barbarie e alla sua inaudita crudeltà. Nel segno della Croce che i fanti piumati hanno formato con due tronchi d'albero, e che nella notte natalizia apparve illuminato da fasci di luce dei proiettori, vi è, si può dire, una posta che non può fallire, ed è la certezza della vittoria. Sui soldati che con tale sublime ideale sono impegnati nella asperrima lotta, il Patriarca invoca la particolare benedizione del Cielo.
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