DIETRO LO SCHERMO
DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Una nuova diva - La proposta di un architetto - Limiti e tentativi - Una biografia del Pontefice - Matilde Serao soggettista L'architetto Già Ponti, assai noto a quanti seguono la nuova architettura italiana, k'a ora rivolto la sua attenzione anche al cinema; e •propone allo schermo scftewi e sviluppi che sarebbero tanto importanti quanto significativi. Premesso che sarebbe assai lieto di poter vedere tutto un film, protagonista del quale fosse un'opera architettonica nel suo divenire e nel suo trasformarsi; si abbandona con fervore a vagheggiare una cinematografia dove l'architettura, se non protagonista «assoluta» (come dicevano i mattatori), fosse almeno personaggio, e non dei secondari; e rende conciso questo suo desiderio con le seguenti parole: «la assunzione degli effetti di una architettura creata apposta ad elemento artistico e drammatico del film ». Di ciò, egli dice, la massima par te dei registi e persino degli architetti scenografi se riè dimenticata, o non ne ita avuto il proposito intero; interni ed esterni architettati per i film sono quasi sempre puramente ambientali, o descrittivi e documentarti. Superfici, archi, scalee, volte, cupole, cuspidi, rilievi, volumi, tutto uno spettacoloso repertorio, non giocano se non'raramente con l'azione, non vi si compongono, non assorbono l'attore o l'azione stessa, non dialogano con essi, non intervengono nella emozione dello spettacolo, non sono partecipi della partitura: non sono maiy insomma, come lo stesso Ponti ripete, diventati personaggio. Come vedete, tanto per limitarci alle sue più semplici affermazioni, siamo su di un terreno dove i 'propositi non difettano certo d'ingegnosità e d'ingegno; e ne dobbiamo essere grati al valoroso architetto, dal momento che il terreno del cinema ss talvolta non difetta d'ingegnosità è soltanto assai di rado ricco d'ingegno. Ben vengano quindi proposte audaci, rinnovatriot; ma, dopo aver loro dato il benvenuto più cordiale, vediamole un po' più da vicino. L'ottimo architetto è come l'ottimo scrittore, l'ottimo musicista, l'ottimo pittore, l'ottimo scultore, l'ottimo regista: è un artista. E usspaelncldsptprlsmtlttEvetdrcdSnstbpppliiuiimiiiniiiiimiiiiiiiimiMiiiiiiiimiiiimiiiimmim l'artista vero non vive che perl'arte sua. Nulla di più logico che, per uno scrittore, i inastimi valori di un film possano e debbano essere il soggetto e le battute del dialogo; per un pittore, l'incessante composizione del quadro; per il musicista, un ritmo di montaggio che possa servire un predominante ritmo musicale; per lo scultore, un'incessante ricerca di valori plastici, soprattutto espressi con un sagace uso dell'illuminazione; e per un architetto, infine, i valori architettonici. Mentre sarà sempre e soltanto il regista, l'artista dello schermo, a considerare il film nel suo insieme di elementi tutti cinematografici, i soli che per l'appunto possano farne unfopera d'arte cinematografica. A voler seguire quegli altri desideri e propositi, si avrebbe un cinema letterario, o pittorico, O musicale, o plastico, o architettonico; che sarebbe cinema come sarebbe poesia la pagina che volesse essere musica, o pittura, j via dicendo; mentre la pagina dì un vero scrittore ha in sé tutti i suoi valori coloristici, plastici, musicali, architettonici, ma è soprattutto e soltanto la pagina di uno scrittore E cosi dicasi della pittura di un vero pittore che è soltanto pittura, e cosi della scultura che è scultura, della musica che è musica, dell'architettura che è architettura; e del cinema, se lo permettete, che sa essere cinema. Nessuno sarà più di noi d'accor- . do con il Ponti nel deplorare moj- te delle attuali scenografie che ap- paiono in un film,. Dozzinali, capricciose senza sapore, prevuntuose senza energia, posticce, caramellate, talvolta persino assurde CU più elementare, pedestre n senso: ma ne dovremo dare la colpa agli architetti che le hanno escogitate T Ai registi che le hanno accettate, piuttosto; o a chi le ha fatte loro accettare. Esattamente come agli stessi rimprovereremo un'eccessiva indulgenza, per un- soggetto banale, per una sceneggiatura corriva, per interpreti mal scelti, per un commento musicale inadatto, e via dicendo. Se è vero l'apparente paradosso che la musica ideale per un film è Snella che non... si sente, vale a ire che non si avverte troppo, ohe non viene prepotente e presuntuosa in primo-piano, che sa discreta ed efficace dare il suo contributo al film donandogli un appropriato alone sonoro; così, su per giù con gli stessi attributi, si potrà dire che la architettura ideale per un film è quella che non... sì vede: tanto ne sarà diventata parte essenziale e integrante, suscitatrice di atmosfera,.rivelatrice di ambienti; e quando un suo elemento giustamente verrà in primo piano, avrà allora la stessa importanza di un volto o di uno sguardo, basta ricordare alcune inquadrature dell' Atlantide di Pabst. Lo stesso Ponti ha però sentito tutti i pericoli della sua nuovissima diva. Questa trasfigurazione architettonica degli schermi non sia, egli avverte, una nuova « avventura cerebrale » delle nostre arti; non si debba cioè seguire un metafisico personaggio che trascini fazione a difficili effetti virtuosistici; ma sia come una voce alta e viva che « contribuisca a rendere più emozionante, più toccante, più commovente, una vicenda profondamente umana ». Eccola, la paroletta che attendevamo, questo piccolo aggettivo: umana. E' l'umanità di un film, quella che conta, la sua humanitas, quando esiste; e quella tutto e tutti debbono servire, dal regista agli attori, dal musico all'architetto. Altrimenti si cade nel tentativo, astratto e astrattistico, voluto e involuto; che potrà essere interessante, ingegnoso, intelligente fin che si vuole, ma sarà pur sempre e -soltanto un tentativo. * •* H Centro Cattolico Cinematografico per la prima volta produrrà un film di lunghezza normale . sarà Pastor Angehcus, una diffu sa biografia dell/attuale Pontefice e e e e i r — Dèi Don Giovanni, del quale già si dette notizia, ferve la preparazione; mentre Fabrizio Sarazani ed Ermanno Contini ne stanno ultimando la sceneggiatura, F. L. Lunghi cura la scelta delle pagine mozartiane che costituiranno il commento musicale del film. — Noi- 'vivi,' dal romanzo- di Ayn Rand, sarà diretto da Goffredo Alessandrini; e Vlvlane Romance sarà Carmen. — Lieselotte Von Grey interpreterà Cercasi bionda bella-, presenza, in preparazione con la collaborazione dell'Ente Nazionale della Moda. — La maschera e il ■ volto, 11 notissimo «grottesco» di Luigi Chiarelli, è diventato una sceneggiatura, ad opera di Augusto Genina; il quale è perciò l'assai presumibile regista del film. — Maria Cebo tari, per la regia di Guido Brignone, sarà Maria Malibran. — Anche Matilde Serao fra i « soggettisti »: dopo ì la novella Via delle cinque lune, è la volta del romanzo Addio amore. m. g.
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