La maglia rosa a Leoni... tricolore

La maglia rosa a Leoni... tricolore Una Sanremo cominciata male e finita bene La maglia rosa a Leoni... tricolore Dopo 70 chilometri dìcorsi vuota un'azione di sorpresa crea una serie di fasi movimentaté'e sbocca in una volata di otto uomini - Bevilacqua e Favalli ai posti d'onore^ la cattiva giornata di Coppola sfortuna di Barrali, il sacrificio di Bizzi 3 i a i e ti re di nei 0 tmi' a iite. a aal S. i t (Dal nostro inviato) Sanremo, 19 marzo. A vederla fare i primi possi, deboluecia e incertOj pallida e pia-" cida, questa «.Sanremo » l'avreste detta destinatn a vita, grama! e a morire senza un gesto degno ai ricordo.-Invece,- come un'iniezione miracolosa (sotto forma di una azione, mista che forse non aveva alcuna intenzione d'essere seria) ha riprèso forza, s'è fatta vispa e colorata, ha cominciato a muoversi disinvolta e decisa e poi ha proceduto a passi spediti, con balzi improvvisi,te ha vivamente in-, teressato se non proprio emozionato. Questa varietà di andamento, questo capo cosi diverso*dalla coda, hanno la loro origine nell'iniziale diffidenza dei - componenti le maggiori squadre, una delle quali, quella detta Lagnano. avendo il suo uomo di testa. Coppi, in infelice giornata, aspettava forse il momento buono per tentare U colpetto d'astuzia, e l'altra, quella, detta . Bianchi, dopo aver saggiamente provveduto a sventare ogni sorpresa, assegnando ad ogni elemento un compito ben definito, attendeva l anch'essa l'occasi Me per passare dalla difensiva, suo sistema preterito, all'offensiva. Due óre senza storia Cosi accadde che fin quasi a Tortona, cioè per settanta chilometri, la corsa stentò a prendere l'abbrivio; furono due ore di nebbia, di marcetta sonnolenta dì cui non vale rilevare gli episodi inconcludenti. Dirò solo di una fuga provocata da Valotti insie me a Ricci e Magni F., sostenuta per tredici chilometri anche dà Succo, Cristoforo, Fazio e Laudi, e infine annullata — dopo che si era prodotto un distacco di un minuto e £7 secondi a Costeggio alle parte di Voghera. Fin qui non si era arrivati ai 35 di media, di gran lunga inferiore ai US e ZOO dell'anno del primato. Che meraviglia se poi la media totale risulterà la più bassa di quest'ultimo triennio) Chi fece la iniezione di cui sopra fu Debenedetti, cui sorrideva, penso, l'idea di passare primo a Tortona che lo tiene come un idolo. Il suo tentativo di involarsi ,fu mandato a vuoto da Leoni e Fazio, nonostante l'ausilio di Chiappini. Ma il verde-rosso non si diede pace, e in vista di Tortona scattò di nuovo portandosi con sè Servadei e Succo. Questa mossa fu anzi la vera e prima radice da cui la corsa germogliò. E' vero che Servadei tolse, con una buona volata, a De benedetti la soddisfazione alla quale mirava, ma intanto il trio prese vantaggio. Gli altri non se ne preoccuparono troppo, che ognuna delle due squadre di grido calcolava sulla presenza, in avanguardia, di un suo uomo. Fu cosi che a Novi (km. 9\) il distacco sali a l'3B", ridotto a un primo esatto a Ovatta. Pareva che il Turchino avrebbe dovuto sommergere i tre fuggitivi e dare un colpo di spugna a questo episodio; invece fu proprio il contrario, perchè esso ne provocò altri e tutti insieme diedero un volto alla gara sfavorevole per la maggior parte degli inseguitori. Li esporrò come lì ho rilevati saltando da un gruppo all'altro: Bucce non resse al passo di Debenedetti e Sei-vadei; ad un passaggio a livello chiuso se la svignarono Pedevilla, Marangoni e Bratto che andarono a prendere quelli che lì precedevano; Cottur fece altrettanto dì forza, imitato poi da Bevilacqua e Destefanis. In festa, così, figuravano fra gli altri, ben quattro maglie bianco-celesti e una sola verde-rossa. La corsa degli « assi» Ma e Bartali e Coppi e Bìzzi, mi domanderete, che cosa stavano facendo vedendosi saltar via di sotto il naso tanti pericolosi avversari 1 Ecco: Bartali aveva forato dopo Rossiglione; Coppi non se la'sentiva-di forzare; Btzzi aveva avuto la consegna di fare da ombra a Coppi. In quanto a Leoni, Cinedi e Vicini, credo riflettessero che non conveniva a loro andare a disturbare così schiacciante maggioranza di marca al comando e ci dovessero pensare gli altri. Anche Volpi, Brambilla, Ballaiino, Gregari, Speratidio e Cristoforo tentarono di riportarsi di punta, ma non ci riuscirono. A disputare i premi in cima al Turchino rimasero quindi in otto, anzi in sei, perchè alla fine Servadei mollò e Pedevilla dovette fermarsi per la catena. Con un bello scatto finale Cottur passò quindici metri prima di Destefanis e Debenedetti, affiancati e seguiti da Bevilacqua; Servadei giunse a 1'; Volpi a l'IS"; poi, dopo altri, Bissi e CinelH in capo alla fila, a l'hO"; Bartali a l'S5". Caduti in discesa Ricci e anelli, appiedato Ballarino, terminato il turbinoso carosello ohe ci portò sulla riviera, si constatò che le redini della corsa lungo U mare assurrissimo, sotto un sole quasi estivo, con una leggera bava di vento contrario, le avevano prese Bevilacqua, Destefanis, Erotto, Debenedetti, Cottur e Marangoni. Il fatto che solo Debenedetti era rimasto in difesa dei colori rossoverde rendeva necessario un rinforzo che credette portarlo Favalli, approfittando della confusione al rifornimento di Savona per fuggire dal gruppo che s'era andato formando dopo Arensano, forte di circa J>0 uomini, e che era rimasto compatto e inerte anche sugli strappi della Colletta'e dei Piani d'Invrea, mentre i fuggitivi aumentavano il vantaggio a S'15", Ma a sua guardia del corpo Lai-, tuada aveva-messo Leoni che non si lasciò mettere nel sacco e riparti subito con Favalli e Martini. I tre, e specialmente i primi due, cominciarono a filare alla garibaldina e in una decina di chilometri, a Bpotorno (km. 191), si portarono a meno di un primo dai primi. i>iefro di foro s'erano venuti formando tire gruppi: il primo con Chiappini, Bailo, Servadei, Vicini, Brambilla, Magni F. e Zuccotti era a t'1^0"; il secondo, con Bartali, Grippa, Vinelli e Bini era a S'IO"; U terzo, in cui erano rimasti Coppi e Bissi, era a S'46". Le cose precipitavano, come vedete, a favore di chi fuggiva e a danno di chi inseguiva, meno che per Favalli, Leoni e Martini, che a Noli piombarono sul sestetto di ' \%^;£$1,%ESP^^ o, cedeva, ma non potè fare di più H'e e l e R m R a o o. zi nli R y mn zca e. A ier ole iA ti A i. à oi bla. molnL n n. e ua n a n a r o l ò e e che diminuire i\ distacco a due primi a Ceriate, dove quello di Coppi e Bìzzi ne aveva mentemeHp che cinque.. Perduto Martini, ohe' aveva già dato tutto, l'avanguardia assunse la sua formasio'nè'definitiva: otto uomini, che saranno quelli della volata. Preso in mezzo a tanti biancocelesti, Favalli non poteva pensare che a difendersi. Leoni, invece sospettoso della presenza del veloce avversario e pienamente fiducioso in sè, non solo gradì che Bevilacqua e Brotto animassero la salita di Capo Mele e quella d% Capo Cervo (dove, però, non mutò niente), ma su Capo Berta, diede ordine a Destefanis di filare a tutto gas. Il che Destefanis fece così bene che arrivò in cima precedendo Favalli di quindici metri, Leoni, Bevilacqua e Marangoni di ottanta, Brotto di centocinquanta, Cottur di duecento e Debenedetti di duecentocinquanta. Il coivo, quindi, era tutt'altro che riuscito perchè era costato più caio a Leoni (che proprio in quel momento era stato preso da crampi alle gambe come Cottur) che a Favalli, vittima designata ma fallita. ., , Questi brevi distacchi furono annullati in breve spazio, che Favalli non poteva sperare di poter difendere il suo piccolo vantaggio su Leoni da solo fino all'arrivo. Sullo stesso Berta, ben k'30" dopo, Bartali e Vicini staccarono di poco Cinelli, Magni, Bailo e Crippa, ma anch'essi tornarono poi in loro compagnia e' iniziarono un inseguimento finale, tanto brillante quanto inutile, che negli ultimi ventotto chilometri fece loro guadagnane ben Ire minuti. Come ha vinto Leoni pdPcnqfatsdBmrdacFnnmMrc«daapIfnTre «omini ponevano la loro candidatura per la volata: Favalli, Leoni e Bevilacqua. Prima di imboccare il rettilineo finale i Wa«co-ceIesii presero una formazione ideale: Brotto in testa per condurre Leoni, la cui ruota era protetta da Bevilacqua, Favalli dovette sbrigarsela da solo; attaccò all'uscita di curva sulla destra, si portò in testa, ma allora saltò fuori Leoni che, portando Bevilacqua, io superò di scatto; a SO metri aveva partita vinta, e, sicuro di dò, non si impeono fin sul nastro, senza accorgersi che il compagno lo stava rimontando, e per poco non ci riusctua. Da tutte queste note mi pare debba risultare che questa vittoria bianco-celeste dopo tre anni di sconfitte è frutto socialmente di intelligenza e di disciplina. Il che conferma una mia vecchia idea: che anche una squadra composta essenzialmente ai veloci può manovrare con successo se le idee sono chiare e ardite, il compito ben definito, lo spirito deciso e gli occhi aperti. Servadei e Brotto, Bevilacqua e Destefanis hanno con la loro iniziativa e il loro sacrificio fatto maturare la vittoria di Leoni. Bisogna riconoscere che la fortuna non ha voluto essere ospite di casa Legnano. Battali è stato duramente provato dal lungo inseguimento dopo, la foratura; ha tentato riprendersi, ne ha avuto l'illusione, poi s'è rassegnato alla sorte. Non credo ' di poter giudicare la sua auspicata ripresa o meno da questa prova. Coppi ha completamente deluso. Questione di format Effetto dell'indisposizione che gli ha sconvolto lo stomaco a cinque giorni dalla gara? Giornata cattiva? Non saprei precisamente; fa'se un po' di tutto quésto. Certo egli era l'ombra di se stesso, fisicamente e moralmente. E ora Leoni è titolare della maglia tricolore é'di quella rosa. Se l'è guadagnate tutte e due onestamente, grazie atta sua inteilioenea sveofia, atta volontà già matura, atta serietà esemplare, alla buona tenuta atto sforzo e alla distanza, quando è in vena, e a quella punta di velocita che è segno di puro sangue. Data anche la recente riduzione di percorsi non sarà facile svestire il reatino dell'una o dell'altra maglia ohe oggi può indossare. Ma più che di una muglia, egli sarà lieto e orgoglioso di avere vinto la più bella corsa italiana, anzi del mondo. Giuseppe Ambrosini ORDINE DI ARRIVO 1. Looni, Km. 281,600 in ore 8,10' media Km, 94,469; 2. Bevilacqua, a mezza ruota; 3. l'avalli a una ruota; 4. Cottur a una macchina; 6. Debenedetti; 6. Ma-raiiRoni (lo degli indi penitenti); 7. Brotto; 8. Destefanta, tutti con U tempo del vincitore; 9. Cinelii m l'+B"; 10. Bartali; 11. Bailo; 12. ILagni P.; 1(5. Servadei; W. Grippa; 16. Chiappini; 16. Vicini: VI. Kicci a S'35"; 18. Bini, 19. Biizi; 20. Zuccotti; 21. Coppi; 28. Landl. Seguono Brambilla, Martini, Bolle, l'alio, Bellini, Bergamaschi, Introni, Oa naveal, il uni G., Succi, Gre-gori, Pe •'"villa, Godio, Tacca, Sperarono, San. ta-robrogio. Zaffaroni, Oovolo, Orvietofori, Multi. Sosterò, Battietini, Iacritti TO, partiti 58, arrivati in tempo massimo 44. «dcdmndcbtVlMASD9