La produzione standardizzata con l'appoggio della Banca del Reich di Giorgio Sansa

La produzione standardizzata con l'appoggio della Banca del Reich L'ECONOMIA QERMANICAI La produzione standardizzata con l'appoggio della Banca del Reich Berlino, 18 marzo. Il discorso pronunciato dal ministro dell'economia e presidente della Reichsbank, Funk, all'assemblea generale dell'istituto di emissione, viene considerato negli ambienti finanziari ed economici di Germania come un opportuno incorniciamento' teorico di quello aforzo di super organizzazione e intensificazione che si sta compiendo nel campo industriale in questo terzo anno di guerra, sforzo il quale richiede, come è comprensibile, anche un particolare contributo da parte degli organismi finanziari della nazione". Tipizzazione dei prodotti Gli. interessi della Germania chiamano oggi a raccolta con una insistenza più viva che in passato tutte le energie attive e inattive. (Per inattivi», bisogna intendere, sia detto fra parentesi, anche l'incompleto sfruttamento per cui là dove ci sono forze in soprannumero bisogna' che siano messe a disposizione dello Stato per altri compiti e in primo luogo per quello militare). Funk ha fatto sapere a tale riguardo che uno dei mezzi per conseguire lo scopo sarà una ulteriore tipizzazione del prodotti: di un articolo qualsiasi, per dirla in parole povere, non si fabbricherà più che quel tipo o quei pochi tipi che siano indispensabili, sopprimendo ogni variazione di carattere voluttuario.. Solò cosi si desume dalle parole del ministro è possibile allo stesso tempo produrre molto e mantenere i prezzi a un livello basso, e solo cosi è, possibile provvedere sino a un certo limite a quei bisogni civili che altrimenti sarebbero collocati all'ultimo gradino della scala delle necessità e probabilmente trascurati del tutto. Insomma in questo terzo anno di guerra si attua, sotto la spinta delle necessità belliche, una standardizzazione della produzione: essa sarà fra l'altro il risultato di quel raggruppamento di imprese industriali finora concorrenti che è stato testé ordinato dall'alto. La finanza naturalmente non può rimanere assente da ' questa riorganizzazione vasta e profonda dell'economia del paese.'Lasciate a se stèsse, le indùstrie dovrebbero ispirarsi a criteri mercantili che in un'epoca come la presente , non conducono al miglior risultala >JaWpunto di vista dell'interesse comune. Senza l'appoggio Onnipresente dello Stato, rappresentato in tal caso dalla Banca di emissione che guida e controlla gli altri istituti finanziari, molte indùstrie si* troverebbero, nella esecuzione dei compiti loro assegnati dallo Stato, sull'orlo del fallimento. Il ministro ha riconosciuto che l'attuazione di. tali compiti farà nascere il timore della? mancanza di mezzi liquidi: non è poco infatti chiedere alle industrie di versare alla Stato i soprapròfitti, per cui non si formano più quasi riserve, di adottare nuovi metodi produttivi, di ribassare' i prezzi, di lavorare di più con maestranze ridotte e altre cose ancora. Sono . compiti, di fronte al quali anche i più arditi potrebbero sentire titubanze se non sapessero che dietro a loro, poiché si tratta dell'interesse dello Stato, sta appunto lo Stato. Ed esso è rappresentato in questo campo dalla Banca del Reich, alla quale incombe oggi perciò la vitale missione di guidare la nave produttiva fra gli scogli della razionalizzazione. Il danaro e le merci zqtlgascsdbctmroppp—vXln altro punto importante- toc cato da Funk nel suo discorso è quello che egli ha chiamato Io « squilibrio inevitabile in tempo di guerra fra i beni e il denaro >. In altre epoche tale situazione di fatto ebbe altro nome: essa deriva dall'aumento del reddito (In se. gulto alla scomparsa della disoc cùpazione, all'aumento del salari dato 11 continuativo impiego delle etesse maestranze e il diminuito afflusso di giovani, alle somme versate dallo Stato alle famiglie del soldati, al consumo delle riser< ve, all'espansione del credito) < dal contemporaneo diluirsi delle merci disponibili sul mercato. Esiste cioè nel paese troppo denaro circolante in confronto dei beni acquistabili; ' ma mentre una delle ultime misure escogitate per livellare tale discrepanza fu l'istituzione del « risparmio ferreo »' che ac cantona in favore del lavoratori sino al termine del conflitto parte delle somme guadagnate col loro lavoro e pone queste somme intanto a disposizione della finanza di guerra, Funk ha annunciato che si ricorrerà ora anche ad altri metodi e cioè parallelamente si produrrà per i bisogni civili'(un metodo che ad ogni modo non do. vrebbe avere se non una applica zlone limitata) e si prosciugherà quella parte dei redditi che non trova sfogo nel risparmio o nell'acquisto di merci con una maggiore tassazione. Nel terzo anno ai guerra cioè — ma non c'è da stupirsene — i tedeschi dovranno contribuire ancora più che in passato con tasse e imposte al costo della guerra stessa. Funk ha accennato poi al problema delle relazioni economiche con l'estero. Al riguardo va sottolineata sopratutto la sua affermazione che i crediti di « clearing > intereuropei costituiscono oggi nei vari paesi la migliore copertura della circolazione che si possa desiderare, una copertura preferibile — egli,ha dichiarato — a quella dell'oro. Secondo le vedute del ministro tedesco tali crediti di « clearing » specialmente in grazia della stabilizzazione contrattuale del corso dei cambi rappresentano quantitativi ben determinabili di merci che potranno essere importate in futuro nei paesi creditori dal paesi debitori; e siccome nella maggior parte dei casi è debitrice la Germania, i detti paesi sanno che possono contare sul contributo dell'industria di quest'ultima per la necessaria riorganizzazione del dopo guerra; quel che Funk non ha detto, ma che traspare dalle sue parole è ^S^^iicSffl & sca diventa sempre più stretto. Egli tuttavia ha posto in rilievo l'accresciuta interdipendenza delle economie europee e il nuovo senso di solidarietà continentale che sono il frutto di tali sviluppi. Quale esempio del modo di collaborare vantaggiosamente in Europa, Ferdinand Fried, il noto filosofo economista bavarese, cita oggi il recente patto tedesco-da nese nel campo valutario. Come è noto il cambio fra la corona danese e il marco è stato fissato in maniera di attribuire alla prima un aumento dell'otto per cento e ciò allo scopo di rendere più accessibile ai .consumatori di Danimarca i prodotti industriali tedeschi e di abbassare in quel paese il còsto della vita; nel contempo per non danneggiare l'agricoltura danese che esporta 1 suoi prodotti in Germania il governo del Reich ha consentito a pagare perigli stessi prodotti ùn prezzo più alto. Ecco in qual modo soddisfacente possono regolarsi 1 problemi entro lo spazio europeo, osserva Fried. Con 1 vecchi metodi, egli dice, un slmile risultato non sarebbe stato possibile e si veda infatti quel che tocca alla Svizzera che possiede immensi crediti In dollari In America. In nessun modo pratico essa può valorizzarli, per cui il dollaro in Svizzera si è deprezzato. La valutazione del dollaro contrasta stranamente con la valutazione — dice Fried — che gli svizzeri continuano a fare delle prospettive di successo anglo-sassoni: ad ogni modo se le simpatie svizzere sono da una parte gli interessi di quel paese sono nettamente dall'altra, dalla parte europea. Altro segno questo della solidarietà continentale economica. Giorgio Sansa

Persone citate: Ferdinand Fried, Fried, Funk

Luoghi citati: America, Berlino, Danimarca, Europa, Germania, Svizzera