Ecco la Milano-Sanremo! di Giuseppe Ambrosini

Ecco la Milano-Sanremo!LA CORSA DAL VOLTO DI SFINGE Ecco la Milano-Sanremo! Salvo sorprese imprevedibili, si attende l'attacco di Coppi-Bar tali sulle salite della Riviera - A Bizzi, Bini, Leoni e duelli il compito di farlo fallire è Sarà, questa, la seconda « San- remo * di guerra. Aleggia nell'ai- mosfera il senso dell'ora che vi-1 viamo; via, lungi dal menomare e dal deprimere l'avvenimento — c/te c itti tesoro dello sport italiano — esso par quasi nobilitarlo ed elevarlo nel suo significato di affermazione di potenza atletica, di vitalità organizzativa, di freschézza e serenità di passione sportiva. Sappiamo che domani ci pungerà il pensiero e il ricordo di camerati chi non ci saia:mo; che non tutti i « grigioverdi » ci appariranno nello splendore della loro classe; che il quadro della gara sarà intonato alle possibilità del momento; eppure la più bella delle corse ciclistiche conserva la sua aureola di regalità sportiva e il suo fascino primaverile e ci riapre l'orizzonte di una nuova stagione, nu trita dei motivi di interesse che la precedente ci ha lasciato e di quelli maturati con il nuovo inquadramento delle forze. Quali sono questi motivi che dovrebbero dominare la corsa di domani? Il primo è l'eterno duello fra chi preferisce la soluzione di forza è Vanticipa sulle salite e chi vuole quella di velocità e l'aspetta sul traguardo. Uomini che guardino . indifferentemente all'una e all'altra — come erano Girardengo e Binda — oggi, si può' dire, non ce ne sono; ognuno ha una preferenza alla quale ispira la sua tattica. Ed ecco, cosi, Coppi e Bartali opposti, per mezzi e metodo di corsa, a Bizzi, Leoni, Ciucili, Bervadei, e a Bini e Bailo, cioè la Legnano opposta alla Bianchi e alla Viscontea. Questa distinzione è certo esatta, ma non rigida e assoluta; che in verderosso ci sono anche un Favalli e un Chiappini pericolosi sotto lo striscione, e in bianco celeste militano un Vicini e un De Stefana e in giallo-blu un Cottur cui potrebbe non dispiacere l'infuriare della lotta sulle salite. Ma è presumibile che i rispettivi direttori sportivi puntino sugli « assi > guidando la squadra secondo le loro preferenze; cioè, che da una parte, Pavesi si valga dei minori per uno di quei còlpj-trappola tipo « Sanremo > e Giro di Lombardia dell'anno scorso o ver preparare l'azione di forza del duo Coppi-Bartali, e, dall'altra, Lattuaàa e Tamassia se ne servano per rafforzare la difesa dei velocisti più che prendere una iniziativa offensiva personale. Come vedete, questo è il tema su cui è filata, si può dire, tutta la passata stagione e che si rinnoverà, speriamo, senza effetti de prèmenti sul tono della gara e senza errori sorprendenti che ne sconvolgano le risultanze tecniche e sportive. Lo svolgimento del tema è, naturalmente, un'incognita, non solo perchè può essere influenzato dall'imprevedibile, ma anche perché si ignorano completamente t frutti della preparazione, cioè la forma di chi, probabilmente, attaccherà e di chi si difenderà. Si ignorano, inoltre, il tempo, le strade e il vento che ci regalerà San Giuseppe, le intenzioni dei € persi per persi » da Milano a Ovada, il tenore della scalata del Turchino sul quale, di solito, i primari stanno a vedere — e del salto della Colletta e dei Piani d'Invrea, cioè tutti i precedenti che influì- bcslhcnendgangstrl'dceaBvfLtsqcsnasspns - scono sulla formazione del gruppo - di comando e sulle condizioni dei -1 suoi- componenti ad Alassio, dove e cominciano gli ultimi 50 Km., irti — delle salite dei Capi Mele, Cervo e d i e o é i Berta. Ma, a meno di incidenti, im- Ìwnsate delusioni, improvvisi croli, o... riusciti giuochi di.prestigio, a questo punto la corsa non avrà schiumato che le mediocrità Ed è evidente che, più la. gara sarà stinta .tranquilla per i primi 230 chilometri, maggiori saranno le probabilità che i veltri tengano poi la ruota degli arrampicatori. A Capo Berta, se non prima, Coppi e Bartali dovranno dare la botta decisiva alle., ombre biancocelesti e giallo-blu. E-qui si presenta un altro dei motivi base della giornata e dell'annata. Il 1941 ha visto un Coppi giocare le mie carte — senza riguardi per nessuno (meno che nella «Mariti») — e ascendere alla vetta dei valori nazionali; e un Bartali ^difendersi da solo, nella stretta fra U zompa¬ H compagno e gli avversati, e discendere a un livello che è parso per lo meno prematuro. Al termine di stagione ho creduto, in due articoli su Stampa Sera, di inVerpretare; tecnicamente e fisiologicamente, le ragioni della fulminea ascesa dell'uno e della troppo rapida discesa dell'altro. L'interpretazione — specie per quello ohe riguardava gli effetti del matrimonio - su certi atleti — non era andata a genio a Bartali. C'è stato chi da essa ha voluto dedurre che io ritenga il fiorentino un astro ormai spento. La deduzione è arbitrària ed errata. Che sia difficile, se non impos stbiie, risedere il miglior Bartali, questo si; ma gli effetti di certe cause della aua cattiva annata possono essersi attenuati, se non annullati del tutto, e io sono il primo ad esser convinto che Bartali possa avere una ripresa, sia pure insufficiente per farlo rimbalzare al posto di dominio che occupava fino al 1940. Dal grado di questa ripresa (certo favorita da una puntigliosa preparazione) potrà dipendere in buona parte lo sviluppo finale della corsa, basato, con tutta probabilità, sull'attacco di Coppi-Bartali sulle salite dopo Alassio. Ne potrebbero derivare ques-tb soluzioni: 1) Coppi riesce ad andarsene da solo a Sanremo, nonostante l'inseguimento di Bartali seguito dai veloci o da essi riassorbito; 2) Bartali se ne va etm Coppi e lo batte in volata; 3) Coppi, o tZ duo Coppi-Bartali, è raggiunto dai veloci e uno di questi vince sul traguardo. Le tre ipotesi hanno, in ordine, probabilità di realizzazione in rapporto alla durezza della gara. Le prime due hanno il loro sbocco naturale nella.vittoria di Coppi o di Bartali; la terza, secondo me, in quella di Bizzi o di Bini. Vi ho prospettato i volti che può assumere questa « Sanremo ». In quanto a scegliere fra essi, lascio a voi l'azzardo. Perchè si ha un bell'essere vecchi del mestiere, aver visto decine di edizioni di questa corsa, conoscere uomini e strade, temperamenti e sistemi di corsa; la Milano-Sanremo si presenta sempre come un enigma, ed è il suo volto di Sfinge che più ci attrae, ci affascina e ci appassiona. Giuseppe Ambrosini