II Ruzzante di Ferdinando Neri

II Ruzzante II Ruzzante Il 17 marzo 1542, giovine àncora, moriva a Fndova Angelo Beolco, detto jl Ruzzante ; e dopo quattro secoli, oggi per la prima volta quella data par degna di ricordo « di celebrazione. Un attore, e un autore di commedie?: come lo Strascino, e poi Flaminio Scala, e gli 'Andrena: come Shakespeare, come Molière; e nel suo tempo ammirato, e veramente famoso. D'una t'ama che si raccolse, si restrinse nella Venezia, ed a Padova ; e vi duro, tanto che Galileo, mentre insegnava in quello Studio, apprese a conoscere ed a gustare le scene «piacevolissime» del Ruzzante; e a Padova c'è il suo busto, in un giardino pubblico, e vi sono i «rUzzantini », che recitano di carnevale qualche farsa in dia letto... E in genere, parve quello un nome ed un vanto provin ciale ; con Una curiosa irradiazione moderna in Francia, da Maurizio Sand, il figlio della scrittrice, che in un libro di Maschere e bufoni, del 1860, annunziava la «scoperta» del Ruzzante, sino ad Alfredo Mortier, che si dichiarò con ingenuo fervore il campione dell'autore padovano e ne tradusse — come potè — tutta l'opera. Della quale ora è pronta un'edizione critica, a cura di Emilio Lovarini, studioso finissimo e scrupolosissimo, che ne ha già dato alcune versioni, fedeli e briose, nella collezione del « Teatro dell'Università di Roma » ; e con l'edizione del Lovarini s'inizierà il corpus del .«Teatro italiano », promosso e disegnato dalla Reale Accademia d'Italia. Il primo attore, il primo comico italiano ; e questo basterebbe a salvare il nome del Ruz zante: ancora un giullare, nel l'eBerciziò dell'arte sua, che muo ve dalle feste rusticali della sua Padova: ma le solleva con uno spirito geniale, e creando un tipo (un tipo che si confonde con la sua etessa persona) apre la fortuna delle maschere e i « ruoli i della Commedia dell'arte. L'originalità del Ruzzante, qua le noi possiamo scorgerla nelle sue prime scene, nei «dialoghi» non ancora composti nelle sago me. di una vera e propria commedia, sta .nel vivo, della^suajijn^ tuizio'ne mimica: inteso'il mimo come l'atteggiamento spontaneo di una realtà umana, che si traspone e si rispecchia nell'illusione della scena: come accade alle origini di ogni teatro, nelle età e nei paesi più lontani. In forme ruvide, terragne ; pa re quella stessa realtà, che sorge a quel punto: tajito ne sono consuete le apparenze, e limitate, _ sommarie'le convenzioni sceniche. Due contadini, un soldato, una donna... che parlano nel loro dialetto, col loro accento, con i loro gesti, Benza vergogna. Portano i segni della fatica sulle membra, e nell'anima le loro povere, ed aspre, cupidige, la paura, e una; furberia plebea, e nel. fondo,, net chiuso — donde si può anohe sfrenare, in un sussulto improvviso e selvaggio — una violenza che atterrisce. Per questo, dinanzi a certe eoe ne del Ruzzante, si sente che per esse il «comico» è una formule, approssimativa ed angusta: è 'u «ntimo», invece,- un- senso e-un valore drammatico-, ancora indistinto, còlto pienamente alle sue scaturigini. V - ■ Il Bìlora è un villano, che giunge lacero, affamato, in un campiello di Venezia, a cercar la moglie presso un vecchio gentiluomo che se l'è presa per se ; la ritrova, e quella gli descrive il suo stato: si epiegano con una franchezza brutale, e la moglie • gli da del denaro perchè vada all'osteria. Siamo,- per tutti e «ue, ad un livello morale .molto basso ; e il vecchio, da parte sua, ch'è « quasi più contento d'essere innamorato ora, «lift quando era giovane », è ritratto con un disprezzo e un'evidenza sicura (a frugare nelJa nostra commedia popolare delle varie regioni, credo che a questi tipi del Ruzzante s'accostino, più d'ogni altro, i tipi loschi, scemi e cattivi a un tempo, del Ferravilla). Il marito ricompare ,ben rimpinzato; contento del buon vino; e la donna, richiesta dal gentiluomo ricco, alla presenza di un. amico di Bìlora, se voglia testare dov'è o tornarsene a caBa sua; in campagna, preferisce la prima soluzione, che le è più comoda. Ma qui il Bìlora. ch'è brillo, va in f «ria, e, mentre è scesa la notte, affronta il» « vecchio strascicone », lo" ingiuria, lo batte: « Dammi .ora la mia femmina:.. » ; e poi che l'altro è caduto, si china a guardarlo: « Poh ! credo che sia morto... » ; e il giuoco beffardo è finito con un assassinio: si direbbe, per un caso, per un destino (i due termini vaniscono l'uno nell'altro, in quell'oscura agitazione), come nella vita. Sono stoffe d'uomini vili, frusti, docili nel loro vizio ; che vi si turbano e s'infoscano, ridesti come in una follia dell'istinto. Il teatro del Cinquecento, che una vecchia e pigra abitudine di letterati considerava «unicamente nella sua fredda eleganza esteriore, nasconde, come nelle sue pieghe, nelle scene di costu me nelle ■ farse' ' • giullaresche, un'energia,.una vitalità,, di cui ogni, tanto si rivela un nuovo esempio: come nelle pagine segrete e « spavalde » della Veneziana. I caratteri comici del Ruzzante si profilano acerbi, ridicoli, talora con un tocco fantastico, ch'è il suggello del suo estro di poeta. Ruzzante, quando torna dalla guerra, evoca nel suo linguaggio, ch'è rimasto" quello del contadino, le sue prodezze militari : e una fuga disperata dinanzi al nemico: non istette a raccogliere una scarpa, perduta sotto l'urto d'un cavallo: « Non avrei tolto «u neanche un occhio, se mi cadeva ». E alla battaglia di Ghiaradadda: « Compare, non vidi se non cielo e ossa di morti ». Poco dopo, quand'egli è stato battuto da un bravo (che gli porta via la Gnua, la 6ua donna), il compare che ha assi¬ snbcdUdc■umttti[sumsrp«nsm stito alla scena lo assicura che non vedeva « se non cielo e bastonate ». Ma Ruzzante — cioè la sua maschera — se non dispone di un gran coraggio, ha Una potenza d'immaginazione, o d'allucinazione, tutta sua: ha ceduto, non ad un bravo, ma ad ■una schiera di cento bravi e domanda: « Sono andati via tutti ? ». L'altro è fermo a ripetergli ch'era uno solo; e Ruzzante: se avesse?saputo ch'era, uno, l'avrebbe legato, lui e la Gnua insieme, e poi... « La sarebbe stata da ridere ! ». TI compare, [strabiliato: « Diavolo! ve la sgrignate voi, che pare sia stata una burla, che sia stata come le commedie che si fanno ». Proprio, come le commedie ; e lavivezza dei tratti reali, della città, del contado, avvalora quelle figurine, che .direi più maniache che appassionate: vibranti su di una corda sola, su alcune note più sonore o più acute. D'intorno ai poveracci, sono i campi deserti, fra le jjuerree la carestia ; e gli usurai son più bramosi del loro sangue « che non scavalla magra d'erba nuova » : « So che diventeremo sottili, che sembreremo uomini morti che siano stati appesi al fumo I ». . Il tipo di Ruzzante domina ancora nella. Moschetta; nel « mariazò » della Fioriva — che rinnova con grazia un tema tradizionale della letteratura pavana — ; poi, nell'Anconitana, si acconcia siila parte del servo, come nelle commedie antiche. La Piovana e la Vaccài in sono foggiate Ormai sui moduli plautini. Quando l'opera del Ruzzante era meno conosciuta, la critica assegnava un altr'ordine alte singole commedie, tracciando quasi una liberazione dello scrittore dalle barriere letterarie -per far capo alla rappresentazione diretta della vita rustica, quale ci è data nei « dialoghi »: il Sì/ora, il Menato, il Jhr.-.imtr. reduce. E questo perchè i frammenti scenici del Ruzzante sono in verità più felici, e parevano' l'ultima conquista della sua arte ; e poi anche, per un pregiudizio che si vince difficilmente.-; Basta nominare Plauto, e subito i visi si allungano,- come se-presentissero l'uggia, il tedio scolastico delle cose rimorte. Commedia erudita! Imitazione classica ! Ma Plauto è un grande poeta comico, e un compagno, un fratello maggiore oji tutti gli autori comici moderni: dall'Ariosto al Goldoni ; e in quel primo Cinquecento, affascinato dalle forme classiche, egli recava una voce nuova, gioconda, immensamente gradita. E quel che ne trasse-j^ Ruzzante, rjur serbando la sua vena d'ispirazione « pavana », fu, anche questa volta, un elemento costruttivo della Commedia dell'Arte. « Ferdinando Neri

Luoghi citati: Fndova, Francia, Italia, Padova, Venezia