"La Duchessa di Padova,, di Oscar Wilde al «Carignano»

"La Duchessa di Padova,, di Oscar Wilde al «Carignano» TflEATOIi E CONCERTI "La Duchessa di Padova,, di Oscar Wilde al «Carignano» Con Questa tragedia Oscar Wilde un echeggiato il teatro elisabettiano, e particolarmente modi e invenzioni stilistiche e fantasiose di Shakespeare. Ha preso uno schema tragico, che, a dire 11 vero, pur s'apparenta per certi aspetti al melodramma,' al libretti dell'opera In musica ottocentesca, e l'ha trattato alla maniera di quegli antichi. Con arte riflessa, con gusto libresco, ■ s'intende; con finezza di esteta ebe rifa le modulazioni, ricerca gli accenti, ritrova la decorativa ricchezza verbale di un'altra età. La ritrova aggiungendovi con compiaciuta intenzione un che di falso, di artificioso. Qualcosa che ne accresce l'ambigua curiosità, tutta intellettuale, tutta letteraria. La tragicità limane quindi sospesa su personaggi e parole come un'ombra come un suggerimento o un ricordo; non è raggiunta, non è attiva; per definire II ritmo dell'opera, quel suo accrescersi e dilatarsi e stringersi attorno al nodo serrato dall'amore, della vendetta, della morte, si potrebbe parlare piuttosto di fredda concitazione. Fredda, crudele, con una fioritura di canore variazioni, di dialoghi civettuoli e appassionati, di motti barocchi, di gemmee iridescenze, di Imitazione argutamente, eleguntemente shakespeariana. Naturalmente alla Imitazione manca del tutto la vigoria del caratteri, 11 grandeggiare della coscienza, l'orrore, vero, primitivo, del delitti Immani; manca U prorompimento della poesia. Ma pur cosi,,ben rappresentando un momento dell'estetismo che tra Ottocento e Novecento avrebbe sommerso tanta parte della letteratura europea, 6 opera interessante, che pur non riuscendo a suscitaro la fantasia, non lascia tuttavia Inerte l'Immaginazione. Quell'Italia cinquecentesca di maniera, Indeterminata, generica, a tratti convenzionali, passionale e splendida, romanzesca e ardente, come, con altro rapimento fantastico, possiamo trovarla In Shakespeare, e le avventure, le colpe, le vendette, e il giovane cui si rivela che il padre suo, un principe, è stato ucciso pel tradimento di un altro prlucine, o tiranno crudelissimo, e U dovane che giura di non aver pace fino a che 11 colpevole non abbia espiato, ma poi, non appena vede la giovane sposa di costui, subito avvampa, ricambiato, di immedicabile» amore, tutto ciò, e gli sfondi del costume, e quel nomi, un Pollaiolo, Cardinale di Padova, un Cavalcanti, Gran Giudice un Taddeo Bardi, un Guido, una Beatrice, tutto ciò,, pittoresco e approssimativo, non è che 11 « ritratto Immaginarlo > di un'epoca, vista attraverso la sensibilità, la cultura, 11 capriccio di altri scrittori e poeti. Ossia due volte Immaginario. Non un mondo di poesia, ma un mondo secondo una certa poetica. La scenografia, lersera, su bozzetti di Alessandro Brlssonl, 1 costumi di Tltlna Rota hanno in par te sottolinea,o questo carattere dell'opera, che pare vada assaporata cosi — oltre 1 grossi effetti melodrammatici — come restituzione letteraria, raffi nata da un sentimento dell'arte quan to mal « decadente . e prezioso. Opera dunque culturale e decadentistica che non agisce su creature trasfigurate dalla fantasia, ma su residui fantastici trascritti dall'antico al moderno. La rappresentazione ha avuto 11 più lieto successo; Maria Melato ha dato voce soave ed energici palpiti alla Duchessa Innamorata e pura, e poi assassina' e crudele e dannata; e a grandi applausi ha portato 11 pubblico con la vigoria del suo tratteggio scenico. Gino Sabbatlnl js stato 11 giovane Guido Ferranti con appassionata eloquenza; 11 Galnottl ha nettamente accentuato 11 crudo carattere del Duca tiranno, e gli altri attori hanno volonterosamente collaborato allo spettacolo. Battimani calorosi hanno salutato gli Interpreti ad ogni quadro. f. b.

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