Gli americani si accorgono di aver sbagliato i conti

Gli americani si accorgono di aver sbagliato i conti Gli americani si accorgono di aver sbagliato i conti Vani conati di fantastici tentativi offensivi -Cripps presenta agli inglesi un fosco quadro dell'avvenire Lisbona, 9 marzo. Uno dei commentatori della Radio nord-americana, Filmar Davies, ha, per cosi dire, « fatto il punto » sulla situazione, non solo per quello che si riferisce agli avvenimenti bellici in Asia Orientale ma anche per quanto riguarda la situazione Interna negli Stati nemici, ove i rovesci subiti dalle forze alleate hanno creato uno stato d'animo giudicato, evidentemente, assai preoccupante dagli organi responsabili del governo, contro i quali si moltiplicano e si accentuano le accuse e le critiche non solo delle opposizioni ma degli stessi sostenitori della politica rooseveltiana. Far piazza pulita Elmar Davies ha esordito dicendo che «lo stato d'animo del pubblico americano può oggi paragonarsi a quello che era lo stato d'animo degli inglesi dopo la caduta di Singapore ». Mentre si riconosce il valore dimostrato dagli olandesi nella lòtta da essi so. stenuta a Giava, si afferma che la responsabilità del suo esito negativo ricade in gran parte sugli Stati Uniti, che non hanno inviato loro tempestivamente i soccorsi necessari. Perchè tali rinforzi non sono stati inviati? Se vi sono stati degli errori, se non abbiamo avvertito in tempo il pericolo — osserva il commentatore — lo potremo sapere a guerra finita. Frattanto però il risentimento del pubblico per quanto è avvenuto è evidente. In Inghilterra 11 malumore del paese ha avuto per risultato il rimaneggiamento del governo. Elmar Davies non ha voluto dire che molti sono gli uomini di governo che potrebbero essere rimpiazzati anche a Washington; malgrado il Presidente Roosevelt abbia sempre dimostrato una certa riluttanza a «licenziare 1 suoi subordinati ». La gravita della situazione è tale, ha ammesso il commentatore, che molto probabilmente neppure un rimaneggiamento del governo riuscirebbe ad alleviare lo stato d'animo del pubblico, ma è certo che Roosevelt potrebbe facilitare i ftropri compiti facendo piazza putta delle teste di legno che lo circondano, ed evitare che gli isola, zdonisti possano trar partito dal malcontento generale. Dopo di aver dimostrato la ne cessità di riformare il servizio di informazioni, che si è svolto fino ad ora in modo da dare agli av versari la Impressione che le « notizie comunicate dall'esercito e dalla marina tendono più che altro a nascondere al pubblico la gravita delle sconfitte subite », Elmar Davies ha proseguito: «Fino a poche settimane or sono il pubblico si era abituato a ritene¬ . re che agli Stati Uniti spettasse quasi una parte di spettatore nel conflitto e che essi avrebbero vinto da ultimo la guerra, sicché gli attuali rovesci non contavano. Ora invece il pubblico non si mostra disposto ad accontentarsi di chiacchiere ed a considerare gli avvenimenti alla luce di tale prospettiva, ma indica esso stesso al governo che cosa si deve fare e vuole, in altri termini, che si agisca. Tre importanti discorsi sono stati tenuti la scorsa settimana: due dai capi delle forze armate americane ed uno dal signor Donald Nelson, capo della produzione bellica. L'ammiraglio King ha detto dei gravi compiti- innanzi ai quali si trova la flotta americana; il generale Marshal, capo dello stato maggiore dell'esercito, ha ammesso che sia giunto il momento di agire ma ha soggiunto che «tale ammissione non implica 'a promessa di una offensiva immediata»; Nelson ha esortato gli operai ad accelerare la produzione. Elmar Davies ha rilevato a questo punto che tali discorsi denotano un cambiamento decisivo nell'atteggiamento di alcune settimane or sono. Evidentemente essi sono stati pronunciati in seguito al crescente malessere delle masse. «Fino alla fine di dicembre, esso ha proseguito, i nostri dirigenti affermavano che il 1942 sarebbe stato un anno di preparativi perchè la guerra si doveva vincere nel 1943. Questo calcolo era stato fatto nella supposizione ohe il nemico fosse stato cosi gentile da non danneggiarci e da non turbare i nostri preparativi durante il 1942 per renderci possibile la vittoria nel 1943. Le cose sono andate diversamente. H calcolo è risultato di fronte ai fatti radicalmente sbagliato. E gli americani che avevano preso sul serio le previsioni del loro dirigenti sono oggi di pessimo umore ». Nè a'farli diventare più allegri è sufficiente la notizia raccolta dai giornali che» dopo le poco ediflcanu»prove fornite quale Ninfa Egeria del governo degli Stati Uniti, la Presidentessa Eleonora Roosevelt aspiri ora a dare prova della sua abilità politica per il rafforzamento delle relazioni anglo-americane. Sembra, infatti, a quel che dicono i giornali stessi, che la solerte Eleonora andrà prossimamente in Inghilterra per respirare aria diversa da quella creata nel suo paese dalla catastrofica politica rooseveltiana. Le prospettive di Cripps D'altro canto anche l'aria delle isole britanniche si è fatta assai pesante, come lo dimostra un discorso pronunziato per il comitato del risparmio nazionale dal Lord del sigillo privato, Sir Stafford Cripps, il quale ha parlato fra Valtro di « oscure prospettive che si affacciano all'orizzonte che diverranno ancora più nere prima che sorga l'alba». Vero è che il rosso Lord si è affrettato ad aggiungere che queste prospettive « non ci scoraggeranno se noi faremo tutto il possibile per mantenere la nostra energica risoluzione ». Parlando del risparmio e, per antitesi degli sprechi, Cripps ha poi aspramente condannato l'egoismo di coloro che sprecano lo spazio disponibile sul- zvmzs te navi mercantili per trasportare oggetti non assolutamente necessari, al costo di munizioni, artiglierie, carri armati che servono — egli ha detto — per salvare tante vite. E' difficile però che anche gli appelli di Cripps valgano a cancellare le ripercussioni che gli avvenimenti di Giava. la caduta di Rangun e gli altri successi giapponesi, hanno avuto nell'opinione pubblica britannica. Un senso di protonda depressione regna dovunque: nelle strade nei ristoranti, nelle fabbriche. Molti si chiedono se valga veramente la pena di compiere sforzi immani quando i disastri si succedono ai disastri nè vi è speranza di potervi rimediare. A rendere gli animi più amareggiati si aggiungono le severissime restrizioni m;l campo alimentare e.tessile che cominciano ad entrare in vigore in questi giorni. Tutti sono-ormai consapevoli che l'Inghilterra deve tenersi ancora sulla difensiva e che una offensiva rappresenterebbe in questo momento un rischio mortale,

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