LA SITUAZIONE

LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE e II 10 marzo jl popolo nipponico festeggia la giornata dell'Esercito in ricordo della grandiosa vittoria di Mukden contro i russii Come un mese fa per la festa nazionale le Forze armate fecero omaggio al Tenno della conquista dì Singapore così oggi la tradizionale ricorrenza è ricordata con alcuni eventi risolutivi nelle vicende del conflitto, lei resa di Giava, l'occupazione di Ran- §in, gli sbarchi nella Nuova uinea. E* un bilancio impressionante di vittorie di cui i sol dati e il popolo giapponese so< no giustamente orgogliosi: ad essi vanno il saluto e l'ammirazione dell' Italia Fascista in armi, • In tre mesi di guerra tutte le posizioni tenute dagli anglosassoni e dai loro satelliti e da cui avrebbero potuto minacciare le basi di partenza dell'iniziativa nipponica sono crollate e, si può affermarlo, ingloriosamente crollate: dietro gli altisonanti messaggi vi erano una organizzazione caotica, un comando incapace e, nei momenti decisivi, una remissività che ha rasentato la vigliacche' ria. Da Penang a Bandoeng cosiddetti alleati non hanno -conosciuto che la fuga o la re 'sa; quale.pagina di valore, pur nella sconfitta, hanno essi deedquche imtocomLa i , , e i o e e d i e o , o e , a o e e e, LalintQncmdla.ormi min oaaoro oirvovca • ma •i e emlei 8 eaa ti 0: n 7. 1; 4; brrle m». le armi" può essere avversa; ipa ?uando non un nome di sacriicio si leva splendente anche nella durezza del destino allora si segna fatalmente una rinuncia che non ammette resurrezioni. • Ora ai generali e agli ammiragli dèi Tenno sono aperte dinanzi le vie verso l'Australia e verso l'India. Chi avesse previsto che si sarebbe arrivati a tal punto appena nel giro di tre mesi sarebbe stato tacciato da Londra e da Washington di pazzo visionario. Eppure, questa è la realtà; e tanta fulmineità di conquiste avrà le sue ripercussioni nelle operazioni future. Australia ed India fino ad alcune settimane fa si ritenevano lontane e.sicure dalla .guerra sui loro territori; le preparazioni di difesa non possono essere che affrettate; è una constatazione basilare che avrà il suo peso. E' vero che i giapponesi allungano le loro linee di comunicazione; ma è uno svantaggio più che compensato dalia possibilità attuale di concentrare i loro sforzi sparpagliati in due grandi fronti essenziali. Ciò dal punto di vista strategico; che da quello economico ì vantaggi sono ancora più grandi. Mentre essi hanno a disposizione immediata il carburante, l'Australia dovrà essere rifornita con patroliere che debbono fare il carico nell'America di là del Canale di Panama. Da qualsiasi lato si osservi la nuova situazione non si può non concludere che la coalizione nemica ha ricevuto un colpo mortale da cui non si potrà riavere. La guerra sarà ancora lunga e dura perchè gli inglesi e gli americani cercheranno con tutti i loro sforzi di mantenere le posizioni nel Mediterraneo e nell'Atlantico; ma che le Potenze del Tripartito mantengano e sviluppino armonicamente la loro pressione (nè c'è da dubitarne) e la guerra sarà vinta. • Cosa vanno farneticando di là dall'Atlantico? Uomini politici e gazzettieri sulle rive del l'Hudson chiedono a gran voce che si passi subito ali offensiva dato che non si può più aspettare passivamente la fine del 1942. Essi possono reclamare il sole, la luna; ma nella pratica come gli anglosassoni potrebbero attuare un concreto piano offensivo capace di rovesciare la situazione? I piani preferiti sono due: attaccare il Giappone dalle coste siberiane; invadere il continente europeo. La prima minaccia è stata presa in considerazione dal Giappone fin dall'inizio del conflitto; oggi poi che i nipponici sono padroni assoluti dei mari cinesi potrebbero affrontare la minaccia colla certezza al cento per cento di liquidarla. In quanto al secondo piano le coste europee sono come una enorme e continua fortezza, le dieci o venti divisioni inglesi che si avventurassero in una simile impresa non ritornerebbero più in patria o distrutte per terra o, più probabilmente, inghiottite dal mare. Una formu- csc5acncdhtggbtdprssddrrfas la dì moda presso gli strateghi da tavolino di Washington è: colpire la Germania attraverso l'Italia. Ma questo è il cardine della strategia ' churchilliana e edehiana; dal 10 giugno 1940 quei tristi figuri non pensano che à realizzare tale obiettivo e vi.hanno profuso i mezzi più imponenti e Vi hanno sacrificato la difesa dell'impero asiatico; invano, che l'Italia è oggi molto più forte di ieri. a. s.