Dopo una strenua dilesa gli "azzurri,, cedono agli ungheresi

Dopo una strenua dilesa gli "azzurri,, cedono agli ungheresi \sport La Coppa Tersztyanszky di sciabola Dopo una strenua dilesa gli "azzurri,, cedono agli ungheresi II salone del Conservatorio è gremito di pubblico impaziente; le due squadre, dopo gli inni nazionali sono salutate calorosamente dal pubblico. Oli « azzurri » portano al braveio il nastro nero, in segno di lutto per la gloriosa fine del loro Presidente onorario, l'A.R. il Duca d'Aosta. Si iniziano gli assalii, con ritmo deciso: le squadre si equivalgono gli atleti si prodigano per ottenere un vantaggio: verso la fine del' la prima parte, gli italiani riescono anche a- portarsi in vantaggio, ma gli ungheresi, all'ultimo assalto, pareggiano. z,'ini2io arila seconda parte vede partire decisamente gli ungheresi : gli italiani, però, tengono duro : ansi, al settimo assalto, riescono quasi ad agguantare i rivali. Proprio nel momento cruciale dell'incontro il presidente di giuria si impappina, non riesce a dominare la situazione: ricostruisce qualche azione... capovolgendo il risultato. Gli ungheresi ne approfittano, si portano in netto vantaggio. Nulla da fare — nemmeno questa volta — per gli sciabolatori italiani. Non vogliamo con questo infirmare la vittoria magiara: forse essi sarebbero riusciti a prevalere lo stesso. Però la decisione, che avrebbe dovuto verificarsi negli ultimi assalti, è stata, questa voltd, presa da quella Dea bendata, che, negli incontri italo-magiari, non si decide mai a prendere a braccetto gli « azzurri ». Nel campo ungherese ai è notato — come sempre — il perfetto grado di forma degli schermitori. Tutti hanno portato il loro contributo valido al successo, anche i meno noti. Mobili, attenti, decisi, hanno cercato di sfruttare tutte le attuazioni; sernsa buttar via nien te. Squadra omogenea, — quella magiara — e, certo,, uno dei fattori delle sue quasi ventennali affermazioni deve anche ricercarsi in questa omogeneità, che fa sì che ogni uomo contribuisca alla vittoria. Il migliore ungherese è slato Gerevich, mobilissimo, dal pugno dolce e potente : lo segue un giovane, nuovo ai cimenti della, squadra nazionale: Pesthy. Forse non hatroppo convinto (qualche assalto gli è stato regalato dalla giuria) ma ha saputo bene imbrigliare gli avversari, scon c&rtandoli con attacchi ed uscite in tempo. Rajcsanyi è stato il solito sciabolatore, pieno di cuore, con una scherma personalissima non bella, ma efficace. Rajczy e Berczelly —. due vecchi volponi di pedana — hanno portato il loro contributo di vittorie, pur senza strafare. In com¬ plesso, una delle migliori « nazionali» che gli ungheresi hanno tratto dal loro inesauribile invaio. Ora parliamo degli italiani: un elogio pieno ed incondizionato merita il nostro Dare: egli ci ha fatto l'esordio più brillante che una « matricola » della nazionale può far aperare: cinque vittorie su sei incontri, cinque -iHtforie chiaro come il aole, ottenute con atile sem- Slicc e con ottima soelta di tempo, ravo Dare. Gaudini, sfortunato o mal giudicato in qualche assalto, ha reso meno di quel che ci attendevamo: però il gigante romano ci ha fatto assistere ad azioni di punto, di arresto e di attacco, veramente pregevoli: forse, se insisteva di più... Pinton, contrariamente a quanto aveva fatto sperare, ha reso meno del normale: egli, sempre plastico e potente, si è troppo fatto sorprendere auì tempo, montano; con un allenamento scarso, ha fatto tutto il possibile per essere di aiuto alla squadra, e ci è riu acito. Il padovano Rocca — invece — ha pagata, questa volta, la matricola. Emozionato, fermo, è stato al disotto del suo normale rendimento. Dobbiamo, ora, parlare di Maaciotta. Vi confessiamo che a parlar di lui ci è molto difficile. Ci sembra — in tutti i mòdi — che abbia compiuto il suo dovere, avendo riportato, dopo Dare, il maggior numero di vittorie tra gli « azzurri », malgrado che i suoi postumi di guerra gli abbiano impedito dì attaccare, acattando sul suo piede... ancora in convalescenza. Se proprio i lettori ci tengono a leggere commenti su di lui, dovranno, questa volta, tne-uarti altrove, per evidenti ragioni... Il risultato finale è stato di 21 a 15 -Ai favore dei magiari. I risultati particolari sono: Ungheria Gerevich 6 vitt., Pesthy e Rajcsa nyi 4 vitt., Palocz e Rajczy 3 vitt. Berczelly 2 vitt. Italia: Dare 5 vitt., Masciotta 3 vitt., Gaudini, Montano e Pinton 2 vitt., Racco 1 vitt. Hanno presenziato alla gara il Federale, il Podestà, il Segretario del Goni, i Consoli d'Ungheria e di Germania, il vice-Queatore e rappresentanti delle Forze Armate. Quel che conta è ohe U distacco tra gli sciabolatori ungheresi ed italiani si sia mantenuto in limiti esigui: abbiamo in noi — più ferma s più assoluta — la certezza che possiamo raggiungere i nostri avversari, e forse anche — chissà? — superarli. Ed abbiamo fede che questo giorno potrebbe non essere troppo lontano. Aldo Masciotta

Persone citate: Aldo Masciotta, Masciotta, Montano, Pinton, Rocca

Luoghi citati: Aosta, Germania, Italia, Ungheria