A Riom

A Riom A Riom e i o n ì n e o n e e r a e o n . , . o e o i e Gay La Chambre confessa che al momento della mobilitazione la Francia non aveva che 50 bombardieri Vichy, 4 marzo. Il presidente Caous inizia l'udienza odierna alla Corte di Riom con l'interrogatorio dell'ex ministro dell'Aeronautica, Guy La Chambre, il quale è accusato soprattutto di avere, con la sua debolezza di fronte all'agitazione ri voluzlonarla, aggravato l'insufficienza della produzione delle officine francesi e di avere spesso, con artificiosi rapporti sui risultati della produzione, addormentato la vigilanza degli organismi Incaricati di assicurare la preparazione della difesa nazionale. Guy La Chambre, fin dall'ini zio si difende rigettando tutte le responsabilità sui suol predecessori e descrivendo lo stato pietoso in cui l'aviazione francese si trO' vava nel gennaio 1938, allorquando egli fu nominato alla carica di ministro dell'Aeronautica. Non vi era nemmeno un prototipo di bombardiere pesante, leggero o me, dio, che fosse stato messo a pun to, mentre questi apparecchi ve nivano tutti costruiti già in serie dalla Germania. Si sarebbe potuto armare appena un migliàio di apparecchi in Francia e non vi erano che cinquecento cacciatori Guy La Chambre afferma di ave' re scosso l'inerzia dei costruttori e di avere guadagnato sei mesi sull'esecuzione del famoso piano n. 5; poi incrimina gli uffici del ministero dell'Aeronautica e i suoi predecessori per i loro programmi insufficienti. Fra il 1936 e il 1938 — dice — vennero ordinati soltanto 761 apparecchi, ossia pressapoco la quantità che il Reich produceva in un mese. Ma soltanto 83 vennero costruiti. L'accusato spiega poi che le officine erario xroppo poche, che mancavano di personale e di materiale. Quanto a lui, mobilitò tutte le possibilità ' dell'industria e fece anche ordinazioni di macchine utensili agli Stati Uniti, alla Svizzera, all'Olanda e alla Germania. Non esistevano che due prototipi, il « Liorè » e il « Morane ». II numero degli operai delle due principali officine « Morane », che nel 1936 era di 35 mila, nel 1937 era caduto a 15 mila. Il presidente dichiara che la Francia aveva nel settembre del 1939 soltanto 510 cacciatori, di cui 442 moderni, 390 bombardieri tutti di vecchio modello, 170 rico- fnitori di cui 52 soli moderni e 40 aeroplani da osservazione di cui nemmeno uno moderno. Nella stessa- epoca la Germania disponeva di diecimila aeroplani moderni. Guy La Chambre nega queste cifre. Dice che gli aeroplani, se non c'erano, erano però stati ordinati. Ritorna poi sulle sue dichiarazioni precedenti circa la mobilitazione industriale e parla dei crediti da lui chiesti al Parlamento soggiungendo che il suo compito era soltanto quello di fare eseguire le ordinazioni dello Stato Maggiore. Ricorda anche che è soltanto nel dicembre 1939 che la produzione prevista dal piano quinquennale doveva raggiungere il suo massimo. Prima della guerra si costruivano 35 aeroplani al mese, mentre durante il periodo di guerra se ne costruivano trecento al mese. A questo punto però deve fare una frave confessione: al momento ella mobilitazione non esistevano che cinquanta bombardieri oltre a 542 bombardieri cosidetti di « transizione » che in realtà non erano che aeroplani ricognitori. Insiste poi sulle tergiversazioni del comando militare nelle ordinazioni di bombardieri. Parecchie serie si rivelarono difettose e ciò ritardò la produzione. Quanto ai bombardieri a tuffo, Guy La Chambre afferma che la responsabilità della loro -mancanza incombe all'Alto Comando il quale non seppe ricavare gli opportuni insegnamenti dalla campagna polacca e non pensò a provvedere l'aviazione di apparecchi di questo tipo. I tecnici, del resto, non ammettevano l'utilità dell'aero plano contro 1 carri armati. A proposito delle ordinazioni agli Stati Uniti, l'accusato pretende di avere incontrato l'ostilità dei circoli aeronautici francesi. In totale però, egli ordinò agli Stati Uniti 850 cacciatori e 715 bombardieri. I Ho la coscienza — conclude — di aver ottenuto il massimo ottenibile ». Guy La Chambre inizia quindi col presidente una lunga disputa a base di cifre. Al momento della mobilitazione vi erano, secondo l'accusato, 1470 velivoli In linea. Inoltre 1625 erano usciti allora dalle officine, invece di 1745 previsti dal piano. L'accusato insorge contro l'affermazione secondo la quale soltanto" 490 apparecchi sarebbero stati utilizzabili. Gli apparecchi incapaci di volare immediatamente, non sarebbero stati che 209. II presidente gli rimprovera di non essere-intervenuto per accele rare la fabbricazione. Ma Guy La Chambre risponde. — Era impossibile passare oltre il parere del tecnici. H presidente allora viene all'aipiù grave, quello dell'equi voelle cifre formulate da Guy fare co ne: La Chambre davanti al Parlamento. Secondo il rapporto del generale Bergeret, la Francia ai primi del 1940 disponeva soltanto di 850 apparecchi equipaggiati, mentre Guy La Chambre pretendeva che ve ne fossero 2250 L'accusato dichiara di non avere mal alterato nessuna statistica e insorge con violenza contro l'accusa df falso elevata contro di lui e rivendica la responsabilità della sua gestione facendo notare che egli preparò un pianò a lungo respiro e non fece ordinazioni In massa e spettacolose. Parla poi dei suoi sforzi per sviluppare T'industria citando specialmente la crea zione di quattro fabbriche di eliche. Nel corso ulteriore dell'udienza torna più volte a rigettare la responsabilità sui suoi predecessori e ripete la cifra dei 35 aero Slani al mese che venivano prò otti, mentre dopo, organizzata da lui la produzione, fra 11 1» gennaio 1939 e il 20 marzo 1940, vennero fabbricati 3300 apparecchi. Però riconosce che fra questi vi fu uno scarto del venti per cento. I difetti vennero constatati soprattutto sul Liorè 1,5 e sui Bloch 151 e 152 Egli impose le dimissioni del costruttore Marcel Bloch. Guy La Chambre accusa poi gli speciali sti di non avere utilizzato tutti i 3500 aeroplani disponibili nel mai gio del 1940 e cita parecchie tesi monianze di ufficiali secondo le quali all'armistizio restavano ancora 2500 velivoli che non erano stati impiegati. Non vuole incriminare lo Stato Maggiore perchè è normale che questo volesse mantenere delle riserve per proseguire la lotta. Cita alcune parole del generale Vuillemin il quale dichiarò che al momento dell'armistizio l'arma aerea aveva effettivi superiori a quelli di cui disponeva al 10 maggio del 1940. L'accusato afferma In seguito che non era possibile rilevare al Parlamento 11 numero degli aeroplani messi in linea perche questo era un segreto delia difesa nazionale. « Non ho mai mentito, grida Guy La Chambre, e sfido chiunque a provare il contrario ». Il suo interrogatorio continuerà domani. f L'edificio dove ha sede l'alta corte di Riom,

Persone citate: Bloch, Marcel Bloch, Vuillemin