Mobilitazione civile

Mobilitazione civile Mobilitazione civile Tutti gli italiani debbono lavorare e produrre H provvedimento in corso sulla disciplina dei cittadini in tempo di guerra e la loro precettazione ed assegnazione a compiti determinati, si inserisce nelle generali direttive del Regime a riguardo della mobilitazione del potenziale di lavoro del Popolo Italiano. Esso non deve considerarsi dunque soltanto in rapporto ad una particolare e transitoria necessità, ma va riferito alla politica del lavoro nazionale. Lo stesso passaggio del Commissariato per le emigrazioni interne alle dipendenze del Ministero delle Corporazioni e la sua trasformazione in Sottosegretariato, avvalora questa interpretazione di un provvedimento che potrebbe sembrare a sè stante e fuori della struttura funzionale e organica del Regime. Può darsi che anch'esso serva a inoltrarci verso quella mobilitazione integrale del lavoro nazionale che corrisponde alla dottrina della Rivoluzione e ai suoi principii economici, nonché al maturarsi del diritto e dell'obbligo del lavoro. La futura potenza economica dell'Italia e il suo contributo di opere alla civiltà del mondo, sono affidati allo sviluppo di queste attuazioni giuridiche e organizzative. Ci si era limitati fino ad oggi a considerare prevalentemente o soltanto la disoccupazione completa che si riconduce al processo naturale di sostituzione dei lavoratori e ai casi inerenti alla vita loro e a quella delle imprese da cui dipendono Accanto alla congiuntura eco nomica che influisce sulla do manda di lavoro, la rotazione nelle generazioni dei lavoratori e le vicende individuali, danno il proprio contributo ai quadri della disoccupazione completa. Un acceleramento nel processo di sostituzione di chi se ne va dai quadri con chi entra nei quadri, riduce quella disoccupazione completa che non per la sua durata, ma per la sua qualità può dirsi fisiologica. I termini del problema si estendono ora nel generale con' vincimento e come sostanza ri' voluzionaria, alla disoccupazione parziale e cioè allo spreco dell'uomo nelle sue possibilità effettive ed educabili. Vista da questo aspetto la mobilitazione civile, anche in rapporto alle presenti straordinarie necessita, acquista il valore costruttivo di una politica generale del lavoro, fondata su opportuni accertamenti continuativi e locali e assecondata e permessa da programmi tecnici e da finanziamenti predisposti in dipendenza delle disponibilità di lavoro non totalmente o non adeguatamente impiegate. La collaborazione metodica, volenterosa e appassionata tra il Ministero degli Interni e il Ministero delle Corporazioni, suggerirà la più adatta tecnica capillare di accertamento del lavoro parzialmente disponibile. Inteso questo compito in tutta la sua vastità e continuità, le amministrazioni dell'Interno e delle Corporazioni, reciprocamente completantisi, trarranno da esso impulso al loro rinnovamento e aggiornamento con l'esercizio di una funzione più vasta e diuturna nella quale lo Stato cerchi anche l'ultima mano che possa collocare un mattone nell'edificio della Patria, perchè quella mano non rimanga inerte. II cittadino — qualunque sia la sua posizione — è tale, secondo il concetto nostro fascista, in quanto lavora e dà quanto può dare; e se la struttura del sistema non gli consente questo dare, è questa struttura che va mutata o integrata. La occasione è propizia quant'altre mai, mentre la struttura economica viene posta alla prova dei fatti e il massimo rendimento e impiego di tutti gli Italiani è la condizione della vittoria e della sua fecondità ed estensione L'8 settembre 1927, il Duce anticipava, come sempre, nel porre i termini di questo problema, la cui appropriata soluzione porta appunto a evitare le dispersioni di energie e di sforzi. Con questa impostazione è lo Stato che deve, nell'interesse generale del Paese, cercare il lavoratore senza accontentarsi della presunzione che basti il lavoratore a cercare, sia pure attraverso i benemeriti uffici di collocamento, un datore di lavoro. Questa integrazione del vecchio concetto privatistico, fiducioso nelle forze private della domanda e dell'offerta, costituisce il presupposto della mobilitazione civile e cioè economica. I suoi sviluppi non possono prescindere da una nuova e permanente attività amministrativa, saggiamente indirizzata. Alberto de' Stefani LadcgcrnsfsddsdrpvrpnCvdtagtd

Persone citate: Duce

Luoghi citati: Italia