Voce lontana

Voce lontana Voce lontana Sposatasi appena ventenne, Pia a,veva rinunciato, prima ancora di tentarle con un. certo impegno, a tutte le intime e coscienti conquiste che avrebbero dovuto darle, oltre ad una definita personalità, la sufficiente indipendenza per affrontare eventualmente, l'esistenza da sola. Durante tutto il corso della sua limpida ed accondiscendente adolescenza la vita era stata per lei come un tranquillo paesaggio — mare e campagna a primavera — come un innocuo passaggio tra la gente e le cose. Docile e arrendevole, s'era quindi affidata interamente alle esperienze ed alla volontà del marito: come lina esile pianta che, in' un giorno inatteso, qualcuno avesse appoggiata ad un solido tronco. Sino a che lei e il suo uomo vissero poi accanto, ella rimase 6empre al di fuori dal bene e dal male, senza avere una sua segreta sofferenza o una sua inappagata aspirazione. Viveva di riflessi e di sensazioni del tutto esterne: come se il suo cuore fosse stato un placido specchio d'acque cui il continuo ondeggiare di una fronda sospesa su di esso avesse data l'illusione di un arcano moto interiore. * *. Poi, dopo il richiamo del marito alle armi e dopo la sua improvvisa partenza per uno dei più lontani fronti, a poco a poco Pia aveva finito per regolare la sua impoverita esistenza sul ritmo delle lettere ohe quasi ogni giorno egli le faceva pervenire. Appena destatasi, rfbn si preoccupava che di sapere quanto tempo fosse mancato all'arrivo del postino. Poi si chinava per ore intere sui sottili fògli strappati febbrilmente alla restia busta. E leggeva, con una attenzione ed una intenzione che le prendevano tutti i sensi, ad una ad una le parole dell'assente: talvolta interrompendosi per ripetersele a bassa voce, come tante carezze, per sentirsele entrare nel sangue, quasi fossero Btate calde del respiro dell'uomo, quasi si fossero riauimate sul velo della carta come una mano che lentamente si schiude. Il marito non le parlava mai di propositi o di progetti per il futuro, non la voleva illudere 6U di un suo probabile ritorno per qualche giorno di licenza, non si perdeva a dirle delle sue imprese di guerra. Per non rattristarla con inutili nostalgie, non accennava a perdute gioie e a lontane ore di serena felicità. Le scriveva semplicemente co; me se tra di loro non fosse-mai avvenuto alcun effettivo distacco, come 6e tutti e due fossero stati ancora vicini, spalla a spalla, a discorrere di una cosa qualunque : di una cosa forse inutile e vana, forse impossibile, ma bella, la più importante e cordiale, per la durata del tempo in cui egli, sotto la sua solitaria tenda di soldato, si perdeva a confidarsi come in un blando vaneggiamento, e bella per la durata del tempo in cui la eco *ii ogni accorata parola, simile ad un intenso amplesso che ti lascia in ogni fibra il languore di un dolce affanno lento a placarsi, rimaneva nell'animo di chi poi lo ascoltava. * In alcune lettere, le più serene e riposate, era come se avessero fatta assieme una lunga passeggiata attraverso un irreale paesaggio: sì che, a sera, sino al momento di prender sonno, la donna avvertiva a quando a quando il balenare di un fievole sorriso che le sfiorava la fronte, quale l'improvvisa ombra di una foglia quando s'attraversa un sentiero illuminato dal fioco lume della luna. Allora, chiusi gli occhi, premeva dolcemente il capo sui guanciale, quasi' si fosse sentito il respiro di lui vicino alla nuca. In altre lettere, egli invece riusciva a legarla fisicamente a se sino allo stordimento. Di veramente suo, Pia non aveva quindi mai anticipato e presagito nulla: nemmeno il desiderio. Se infatti la quotidiana lettera tardava a giungere per un disguido qualunque, per lei era lo stesso che nella vita fosse esistita una giornata di meno. Co me l'arida rosa di Gerico, che non dischiude i petali e non ria"pre le foglie rattrappite 6e non la si pone in un coccio di tepida acqua. * * Poi, dopo le buie settimane trascorse nel far ricerche del ma rito prigioniero, quando Pia ri cevette la prima cartolina che egli le inviò dal lontano campo di concentramento, ridusse ed accentrò tutta la sua esistenza alla paziente attesa delle brevi notizie che egli, a regolari intervalli, riusciva a farle giungere. L'ansia di sapere divenne allora per lei tanto intensa da non provare alcun senso di vuoto e di inutilità tra una pausa e l'altra. I lenti giorni impiegati ad aspettare avevano per lei una ragione di vita più necessaria e indispensabile del moto e degli incontri con il prossimo, tanto il tormento e il costante timore li rendevano colmi e completi. Priva di fantasìa com'era, le bastava poi una semplice cartolina vergata con il frasario più convenzionale per evadere dal latente stato di panico ed entrare in quello di una incondizionata fiducia. - Allora si ripeteva per ore ed ore consecutive le parole lette sull'avaro cartoncino: — Sto bene. Sono tranquillo. Tanti saluti a tutti e a te in particolare. Sto bene. Sono tranquillo. Tanti saluti a tutti... — sino a fare della monotona nenia una specie di ritmo in assonanza con il battere del cuore. .- Finiva infatti per imprimersi talmente in tutta se stessa questo valido senso della notizia ricevuta dal confidarla poi ai ge- nitori ed. ai suoi conoscenti pri-1 ma ancora che essi glie l'avessero domandata simulando forse una curiosità superiore alla loro ansia. — Sta bene. E'- tranquillo. Tanti saluti a tutti...: — ed era come se, ogni volta, si fosse presentata a gente estranea, era come se lei stessa fosse stata la notizia concreta, la notizia in persona. Perchè le sue paiole non si staccavano più dal suo corpo essendo divenute tutt'uno con esso, I sensi che talvolta s'era sentiti sollecitare e accendere nello sfogliare certe lettere del marito erano andati quindi lentamente placandosi e tacendo. Come finì per sopirsi a poco a poco nel suo cupre il desiderio di vaghe evasioni : per lasciar libero spazio alla sola ansia di sapere se egli continuava ad essere sano e salvo. E più il tempo trascorreva, più la sicurezza d'essere immune da una qualsiasi crudeltà si faceva forte in lei. La vita avrebbe ripreso il suo normale corso dopo. A guerra conclusa. Quando egli fosse tornato a casa e si(fosse nuovamente posto al suo fianco. Pia non chiedeva nulla per se. Come se si fosse imposta la totale assenza da ogni estraneo sentimento e da ogni partecipazione sino a che l'altra metà della sua esistenza, quella veramente attiva e cosciente rappresentata dal marito, fosse rimasta avulsa dalla sita. Pier Angelo Soldini

Persone citate: Pier Angelo Soldini

Luoghi citati: Gerico