Lo shaker

Lo shaker «- Oggetti smarriti — Lo shaker I/altra sera la radio trasmise una commedia estremamente araldica, sfondo un castello storico, protagonisti dei Capodimonte e dei horeaan, di che evocare, insomma, montagne di porcellane e cimiteri di dogi: in questo ambiente di tenibile distinzione si contrapponevano le virtù della Capodimonte ai vizii della Loredan, i casalinghi liquori dell'una alle diaboliChe misture dell'altra, e la Loredan finiva per togliere dal suo baule di viaggiatrice cosmopolita (si parlava molto di evasioni, nella storia), il necessario per comporre code-di-gaUo sensazionaH. Oli ascoltatoli si chiesero, attoniti di tanti moderni splendori, se il baule contenesse per caso anche una ghiacciaia portatile, poiché il tintinnare, classico nei film americani e nei bar frequentati dai giovinetti ambiziosi, dei cubetti di ghiaccio contro le pareti deUo scuotitore ebbe attravèrso le onde della radio violenza addirittura polare, da scontri di iceberg. Questo stravagante vocabolario, nell'originale e nelle traduzioni ugualmente difficile a pronunciarsi, questi riti ohe parvero privilegio di elegansa, e ohe sono scomparsi, senza neppure esser prolungati dall'ombra di una sostituzione, di un surrogato; e ohi avrebbe creduto tanto breve il trionfo del giovanotto capace di sbattere la miscela per non meno di dieci minuti, unendo la dura energia dell'atleta all'estatico rapimento dell'ispirato T Credo che gli Scapoli Brillanti fossero i primi a possedere gli «shaker* »: quegli scapoli che hanno la passione dei cenuri, delle « partics », degli inviti dopo mezzanotte, 'ed esigono la presenza dì almeno tre donne per dimostrar loro la propria superiorità nel cucinare le uova con il prosciutto, e pur sospirando mesti sulla solitudine, raggiano di egoistica soddisfazione: quegli scapoli che hanno passato una stagione in Inghilterra (o lo dicono), e ne sono tornati carichi di principii mondani e di oggetti imporranti, quali, appunto, lo «shaker». Fabrizio, che ne possedeva uno, e giurava di adoperarlo secondo il ritmo appreso dal miglior « barman » del « Colony », e non aveva altro bene spirituale o morale, gli dovette la sua fortuna mondana^ signore abitualmente malinconiche ed orgoglioso lo trattavano come un confidente, un cagnolino ed un innamorato, e lo collocavano nel centro del salotto e della conversazione, che il battere fitto dei liquori e del ghiaccio sul metallo, esoticamente animava, Maurizio, più modesto, ed incapace di accostare duchesse, introduceva l'eleganza e se stesso nelle riunioni domenicali di ragazzine accaldate, di impiegati sottomessi, di madri enormi e di padri taciturni; le famiglie borghesi ne erano fierissime, si sentivano smaliziate ed evoluto. Patrizio infine immaginò di lanciare sul mercato degli « shakers » economici, a venti, trenta lire il pezzo, e dei ricettaiii incoraggianti, tali da utilizzare il succo di limone, la amarena, lo uova con il marsala, e presto nelle « casettine novecento » dei giovani sposi, accanto al mobiletto per piante grasse, al grammofono portatile, alla lampada d'acciaio contorto, lo «shaker» figurò come il regalo - della - cugina • Mary, accanto ai sei bicchieri falsamente paesani della zia Elisabetta. Tuttavia l'uso, nel divenir popolare, non diveniva spontaneo, le ragazze domenicali, le sposine di provincia, gli impiegati di decima oatagoria, assumevano, improvvisamente, la voce di Maurizio per promettere « ora vi do qualcosa di fan-ta-sti-co », e nei luoghetti di villeggiaturaeconomica l'avvocato conquistatore,e scettico del 19ZS, era automaticamente sostituito dall'avvocato conquistatore ed animoso 1935, che scandiva sull'ondeggiare di maraschino, rum, panna-montata, il racconto dei suoi viaggi all'estero e della sua raffinata superiorità. Era sempre una aggiunta, mai un istinto; forse per questo, coloro che l'altra sera come noi ascoltavano la commedia araldica finivano per domandarsi che significasse il misterioso e violento rombare dello € shaker» Loredan. Irene Brìn

Persone citate: Irene Brìn, Loredan

Luoghi citati: Inghilterra