La Turchia: una nave nel mondo in tempesta di Italo Zingarelli

La Turchia: una nave nel mondo in tempesta La Turchia: una nave nel mondo in tempesta Quando nel mar della Cina e nel Pacifico i naviganti hanno la segnalazione di un tifone, ad altro non pensano che ad evitare la zona del pericolo e questo fa la Turchia, oggi che sono in guerra i tre quarti del globo ANKARA, febbraio. Noi sulla nave turca che fende sicura i mari mentre Infuria la tempesta, ogni tanto, sebbene mai si veda sole, cerchiamo lo stesso di fare il punto e di accertare la rotta del pilota. Se valutiamo esattamente i dati,' la rotta non ha subite mutamenti: ma sappiamo che gli uomini al timone si prospettano ogni eventualità. Quando nel mar di Cina e nel Pacifico i naviganti apprendono dall'osservatorio di Sciangai che c'è un tifone, ad altro non pensano che ad evitare la zona di pericolo: e questo.fa la Turchia oggi che in guerra sono i tre quarti del mondo. Nessuna neutralità venne mai difesa con altrettanta risolutezza e tenacia, nessun popolo riuscì mai in eguale misura a soffocare sentimenti, odii e Alle, ed a mettere al dlsoI pra di tutto gl'interessi nazionali. I L'obiettivo è la salvaguardia dell'indipendenza e della integrità territoriale e le azioni vanno perciò giudicate da questo punto di vista. L'alleanza militare con l'Inghilterra, dell'estate 1939, fu conclusa perchè l'Inghilterra, approfittando dell'atmosfera creata, in Turchia dall'accordo russo-tedesco e dallo sterile viaggio e Mo- sca di Saragioglu, aveva fatto credere sul serio che l'Italia, conquistata l'Abissinìa, mirasse a portare la sua bandiera sulle coste dell'Anatolia, ma l'intrigo ha poi finito col danneggiare gl-'intriganti, perchè quando Londra ha chiesto ad Ankara di scendere in campo in qualità di' alleata, Ankara ha risposto che l'alleanza era basata sopra una ipotesi non verificatasi. Naturalmente a fonte ufficiale una tale versione non si ottiene: con formula più vaga, 11 vien detto, ad esempio, che l'alleanza fu conclusa per garantire una collaborazione di lunghi anni, qual si conviene fra Stati che il mare rende vicini L'Europa è un altra affare.., Non belligerante in Europa, la Turchia s'è proclamata neutra nel conflitto fra Giappone e Stati Uniti e deduciamo, dalla differenziazione, ch'essa distingue: del Pacifico, troppo lontano, la Turchia non si cura, e neutrale vuole dire indifferente; ma l'Europa è un altro affare, perchè in Europa, e nel Levante, la Turchia ha interessi detti sempre vitali, quali sarebbero il suo pezzo di territorio europeo che fa da bastione per la sponda settentrionale dei Dardanelli, l'equilibrio nel Mar Nero, i rapporti con la Russia e la sorte in genere dei piccoli Stati ai suoi confini, la cui indipendenza o soggezione deve riflettersi sulla politica estera di Ankara. Quando nel settembre la Gran Bretagna, dopo di aver messo le mani sull'Irak e sulla Siria, costrinse l'Iran a capitolare, l'ufficiosa Cumhuriet scrisse che la sorte dello Stato confinante aveva dimostrato essere favola che l'Inghilterra combatte per la libertà e per l'indipendenza dei popoli. Dell'Iran e dell'Irak qui si parla come se il Patto di Saadabad fosse ancora in piena efficienza e convinti che la perdita della sovranità nazionale di quei paesi sia soltanto provvisoria, e si aggiunge avere il Patto risposto al suo scopo, ch'era quello di assicurare consultazioni fra i firmatari e garantire la soluzione amichevole di eventuali conflitti fra di essi. Oggi come oggi, la Turchia è tutta intenta a seguire le fasi delle lotte dal cui esito ritiene possa dipendere la linea di condotta che nei suoi confronti assumeranno domani i belligeranti: forse ispirato, VAlcchum ha scritto che la possibilità di complicazioni atte a fare uscire la Turchia dalla sua neutralità l'offrono la guerra russo-tedesca, la guerra in Africa e il vicino Oriente. Del Levante, l'autore dell'articolo, Nedj Sadak, pensa che la strada di cui gli anglo-americani già dispongono per venire in soccorso della Russia (Golfo Persico e Iran) è certamente migliore di quella della Turchia, pia lunga e più difficile. Per attaccare viceversa la Russia dalla parte turca, l'unico obiettivo a cui si può mirare è il Caucaso: < Ma gli eserciti tedeschi, leggiamo, si trovano in località dalle quali il Caucaso si raggiunge meglio che attraverso i deserti" e le montagne di Anatolia; e inoltre che necessità ci sarebbe di far la guerra anche alla Turchia? ». Cosi ragionando l'autore non ritiene che la Germania possa sul serio pensare a mandare le sue truppe motorizzate in Egitto e nell'Africa del nord attraverso la Tracia, il mar di Mannara, la va- sta Anatolia — s intende combat-Wtendo contro l'esercito turco —, quindi la Sirla e il deserto che la divide dall'Egitto. < Noi, egli dice, non crediamo che la Germania abbia mai preso in esame una simile impresa, e per questo consideriamo ridicole le voci ogni tanto messe in giro in merito a preparativi in Bulgaria >. E prima di giungere alle conclusioni ultime — riassunte nella frase che garanzie assolute per la neutralità non ne esistono e che il paese deve continuare a vivere ccrtdidtqgp Wcni vorrebbero sentirsi dire con l'arma al piede e a prepararsi come se dovesse entrare in guerra domani — non mancano, naturalmente, le riflessioni riguardanti la Russia, per forza di cose incomplete (il nostro tentativo d'integrarle sarà modesto). L'autore si limita ad esaminare la questione degli Stretti durante la guerra e dice che essa ha ormai perduto l'antica importanza per due motivi: 11 primo è il conflitto fra Germania e Russia e il fatto che la Russia si trova a fianco all'Inghilterra, giacchè dominando la flotta russa il Mar Nero la flotta inglese non ha bisogno di entrarvi. Il secóndo motivo è che essendo Creta e l'arcipelago greco nelle mani del tedeschi, oggi è impossibile aiutare la Russia per la via degli Stretti, avendo l'esperienza dimostrato che gli aeroplani distruggono facilmente 1 convogli e le navi da guerra che s'av.vicinano troppo alle coste; d'altronde è palese che l'Asse ha fatto tanti sacrifici per impadronirsi della Grecia e di Creta, prima d'Iniziare la guerra contro la Russia, unicamente per questo scopo. Dato ciò, gli Stretti che mettevano la Turchia in una situazione difficile quante volte la Russia s'ingolfava in una guerra, hanno perso valore perchè l'Inghilterra è con la Russia e per effetto del piano attuato dalla Germania a partire dall'estate scorsa. Nulla da temere Senonchè l'alleanza anglo-russa crea possibilità che non si eliminano affermando ch'essa rende superfluo il passaggio della flotta britannica nel Mar Nero, ed è qui che le riflessioni* dello scrittore si rivelano incomplete, chièdendosi ognuno se l'Inghilterra non sia capace di fare alla Russia concessioni o promesse che concernono l'integrità territoriale della Turchia. La riprova l'abbiamo dall'interesse assai vivo col quale qui s'è seguito il viaggio a Mosca del signor Eden, che ritornato in patria ha avuto la bontà di assicurare che « la Turchia non ha nulla da temere da una vittoria degli alleati ». La Turchia, gli ha risposto, in un altro articolo, il signor Nedj Sadak, non ha da temere dalla vittoria di nessuno: la frase del signor Eden è incomprensibile. Più esplicita è stata la Yorkuhire Post parlando del potere magnetico che i minareti di Agia Sofia esercitavano sugli Zar e dicendo che siccome le parole di Eden hanno fatto sparire ogni equivoco al riguardo, i timori degli uomini di Governo di Ankara risultano dissipati; e alla Yorkshire Post si dice: < Noi non sappiamo nulla della Russia degli Zar, però sappiamo che i minareti di Agia Sofia sono in grado di resistere ai fulmini più forti ». Huseln Yalcld s'è consolato con lo scrivere che senza dubbio, a Mosca, i Soviet non hanno formulato nessuna proposta che potesse da lontano assomigliare ad un tradimento della nazione turca, che ha dato tante prove di amicizia ed è sempre rimasta fedele agl'impegni assunti. Ma il nocciolo della questione è un altro, e poco monta che anche l'ambasciatore inglese sir Knetchbull Hugenssen, rientrando ad Ankara dal convegno, abbia dichiarato che a Mosca non si poteva parlare della Turchia che in maniera amichevole: il nocciolo della questione sta nel fatto che i turaverela Russia rinunziato alle aspirazioni che da secoli non si stanca di nutrire. Italo Zingarelli

Persone citate: Iran, Sadak