Autarchia europea di Giorgio Sansa

Autarchia europea Autarchia europea Il movimento migratorio in Germania nell'interesse della comunità economica continentale à o i e à i o à Berlino, 18 febbraio. Un chiarimento delle Idee tedesche sulla mobilitazione generale del lavoro europeo è stato dato autorevolmente dal direttore ministeriale dott. Beisiegel, il quale ha preso la parola all'Associazione commercianti e industriali di Berlino in sostituzione del Segretario di Stato Syrup, attualmente ammalato. Abbiamo capito dalle argomentazioni di Beisiegel che nei circoli governativi del Reich, nei quali ci si preoccupa di dare il la all'orchestra economica continentale affinchè la produzione avvenga in perfetto accordo e sia la più alta possibile, si è convinti potere l'Europa affrontare una lunga guerra solo sfruttando in modo totalitario le sue risorse agricole e Industriali. L'agricoltura europea è potenzialmente bastante al fabbisogno dell'Europa, l'industria europea può trovare a casa propria i quantitativi sufficenti di materie prime; ma perchè il problema creato dalla guerra sia risolto in pieno occorre che ogni palmo di terreno venga coltivato (come ad esempio avverrà in Germania dove è proibita la floricoltura a favore della orticoltura), che ogni giacimento minerario sia sfruttato, che ogni cascata d'acqua sia trasformata In energia elettrica e Infine, che ogni materia greggia trovi la sua officina di lavorazione e alano quindi, al bisogno costruite officine nuove. Tutto ciò sarebbe destinato a rimanere pura teoria In ogni caso, si ragiona a Berlino, se non si facesse appello a tutti 1 governi perchè tutta la ma no d'opera disponibile sia al più §resto chiamata al lavoro. Sul connette ci sono 225 milioni di uomini in età lavorativa; non uno di loro può rimanere inattivo in momenti come questi. Il dott. Beisiegel ha dichiarato di ritenere che a tale proposito si dovranno concludere accordi fra Stati allo scopo di abolire quel fenomeno di squilibrio continentale che è la disoccupazione. E' Inconcepibile che vi sia ancora disoccupazione nello spazio europeo quando ogni palo di braccia può essere utilmente impiegato, quando cioè esistono paesi, come ad esempio la Germania, che di mano d'opera hanno urgente bisogno tanto che oggi nel Reich si fa fuoco e fiamme onde spingere gli imprenditori a produrre di più con maestranze ridotte. Certo la soluzione ideale sarebbe quella di impiegare la mano d'opera disoccupata negli stessi parai in cui essa si trova creando magari le imprese che la possano assorbire. Ma gli ideali richiedono spesso troppo tempo per essere realizzati; e oggi il tempo manca. Ripetendo cose già dette dal consigliere ministeriale dott. Reithinger in un articolo da noi citato in altra occasione, 11 dott. Beisiegel ha dichiarato perciò che gli ideali aspetteranno un'epoca migliore. Le circostanze del momento attuale esigono di far presto. Ora si può ottenere il risultato voluto senza dannosi indugi solo determinando uno spostamento dei -disoccupati dai paesi in cui la mano d'opera è esuberante verso 1 paesi in cui essa scarseggia o in altre parole mandandoli in Germania. Tale movimento migratorio, egli ha detto, è nell'interesse della comunità economica europea. La Germania offre al lavoratori stranieri che intende impiegare in numero crescente (già più di due milioni e mezzo come si sa ce ne sono nel Reich) parità di diritti con 1 lavoratori tedeschi per ciò che riguarda la tutela, l'assistenza in caso di malattia, le assicurazioni sociali, le condizioni nelle officine, il salario; essa garantisce loro la possibilità di inviare in patria i risparmi e infatti negli ultimi due anni, a detta di Beisiegel gli operai e 1 contadini stranieri hanno spedito all'estero più di mezzo miliardo di marchi (circa 4 miliardi di lire); essa promette di fornir loro non solo vantaggio se condizioni di vita materiale ma di provvedere anche l'assistenza morale e spirituale. Su questi punti è disposta a stabilire con gli al¬ chnqsgsdzpqadRlsa tri Stati patti chiari e di far conoscere ai lavoratoti stranieri in anticipo tutti i diritti di cui godranno nel Reich. Qui non si pensa tuttavia alla sola guerra. La guerra induce ad aver fretta a far le cose d'urgenza e quasi sempre a improvvisare; ma i tedeschi con un occhio guardano all'avvenire, al nuovo ordine continentale di cui già gettano le basi per ciò che li concerne, nei territori occupati e considerano che questa augurata emigrazione di masse in Germania dal resto dell'Europa sarebbe fattore di unificazione tecnica da un lato e morale e politica dall'altro. Non basta unificare il sistema organizzativo, è consigliabile unificare anche le idee. Qui si è convinti, come ha detto per esempio 11 menzionato dott. Reithinger parlando qualche tempo fa all'Istituto di studi italo-tedeschi, che l'industria germanica potrebbe diventare la scuola delle maestranze europee dalla quale uscirebbe una generazione di operai che contribuirebbe poi allo sviluppo Industriale di quel paesi dove l'organizzazione è ancora agli inizi. Per cui c guardando le cose dall'alto — ha detto Reithinger — la mobilitazione delle riserve di lavoro europeo non sarà solo un modo di contribuire alla guerra bensì anche un avviamento allo sviluppo futuro del comune benessere economico del continente ». Giorgio Sansa Il gen. ifuloi Terauoi, recentemente nominato comandante in capo delle forze nipponiche operanti nei fronti del sud, (Foto Atlantic).