L' impotenza navale britannica riconosciuta da un esperto inglese

L' impotenza navale britannica riconosciuta da un esperto inglese L' impotenza navale britannica riconosciuta da un esperto inglese "Stiamo scontando le conseguenze della errata politica di Londra e di Washington (Nostro servizio particolare) Lisbona, 13 febbraio. Si assiste in questi giorni a un curioso tentativo da parte della stampa anglosassone di minimizzare l'importanza della base navale di Singapore. Il ritornello di certi organi di informazione o di propaganda sembra essere quello che Rangun è di gran lunga più importante di Singapore. Evidentemente, in materie di questa natura esiste più di una persona che ha tutto da guadagnare da un intorbidamento delle acque. E' certo che in materia di strategia navale la perdita di Singapore non solo è incolmabile, ma è tale da trascinare essa stessa, a scaden za più o meno breve, quella di Rangun. « Se il peggio dovesse accadere — scriveva il critico navale del Daily Mail alla vigilia della caduta di Singapore — sarà bene ricordare che continuare a addizionare con ottimismo le navi da guerra americane a quelle inglesi da una parte e quelle del Giappone e dell'Asse dall'altra non potrebbe dare una risposta soddisfacente. Il potere navale moderno, e non importa quanto possano essere grandi le navi e valenti gli equipaggi, se viene privato delle sue basi è un Sansone senza capelli. Con la caduta di Singapore, di tutti i nostri porti l'unica base navale dell'Impero britannico di prima classe e la più vicina per operare contro il Giappone sarebbe Plymouth ». Queste sono le amare conclusioni a cui questo critico militare non può impedirci di giungere: «Nell'ultima, guerra — egli scrive — con la Francia, l'Italia e il Giappone come alleati avevamo a nostra disposizione in ogni parte del mondo buoni porti e ottime basi navali. Avevamo l'uso dei porti dell'Irlanda meridionale e della base di Queenstown. L'intero Mediterraneo era pieno di basi, mentre adesso, come sappiamo a spese nostre, abbiamo soltanto Malta, Gibilterra e Alessandria. Di queste, Malta, che sarebbe la più necessaria, ha dovuto sopportare qualche cosa come 1500 attacchi aerei e sembra essere stata di pochissima utilità per le navi di grande superficie. « Hong Kong e Manila se ne sono andate, e Singapore è sul punto di essere perduta. Rangun, bocca della strada della Birmania, è minacciata; Surabaja è in pericólo. Nel Pacifico sud-occidentale corriamo il rischio, come nell'Estremo Oriente, dì rimanere senza una sola base dalla quale la marina, ed in conseguenza l'esercito .e l'aviazione, possano operare. « La grande base navale russa di Vladivostok è chiusa a noi dal trattato russo-giapponese di non aggressione. Che cosa dunque — si chiede amaramente lo scrittore inglese — potrebbe costituire una base navale adatta per una squadra anglo-americana, una base abbastanza vicina al campo di battaglia nemico, in modo da poter permettere alle nostre navi di compiere il viaggio di ritorno con un largo margine per tutte le evenienze? « Questo esclude dunque a priori le basi e i porti della costa americana del Pacifico e la piccola base britannica di Esquimolt. nella Columbia britannica. Sfortunatamente,, come il nemico sa benissimo, basi navali di questo genere non ne esistono sulle coste dell'Africa o dell'Australia. . ,. « Durban, la nostra base migliore, possiede un bacino che può alla meglio ricevere una nave da battaglia. Ma nè Durban nè Si mona town nè i piccoli bacini australiani di cui 11 più importante è certamente quello di Cockatoo, nella baia di Sydney, sono equipaggiati come basi navali di prima classe. « Porto Darvin, nell'Australia, già minacciato dai giapponesi, è appena un ancoraggio senza importanza. Trimcomalee, a nord di Ceylon, non è preparata a ricevere una grande flotta. Aden, la grande fortezza a guardia del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano non è una base navale. «Quelli che parlano di future azioni navali o di operazioni combinate contro il Giappone dovrebbero studiarsi le carte degli Oceani, Indiano e Pacifico, e con l'aiuto di un paio di compassi misurare le distanze fra le coste americane del Pacifico e le piccole basi britanniche di seconda classe che ho ricordato. « Noi stiamo scontando adesso le conseguenze della sbagliata politica inglese ed americana e della mancata costruzione di basi adeguate, insieme col fallimento, nei riguardi della salvaguardia delle basi americane avanzate, di Guam e Manila. E tutto questo, unito alla cocciutaggine con la quale abbiamo continuato a costruire grandi navi da battaglia senza preoccuparci. di provvedere alle basi ed ai bacini di carenaggio che permettessero la riparazione delle navi danneggiate sotto la linea di immersione » conclude tristemente l'ufficiale inglese. G- G. Napolitano

Persone citate: Napolitano, Sansone