L'isola-fortezza divisa in due

L'isola-fortezza divisa in due L'isola-fortezza divisa in due 20 mila inglesi conte spalle al mare: e arrendersi o perire - La lotta decisiva nella regione di Ciang-gi Sella capitale, crepitante di incendi e di rovine, i nipponici rastrellano i resti delle truppe nemiche (mostro servizio .particolare) Tokio, 11 febbraio. La situazione di Singapore è precipitata con rapidità insospettata. Già stamane, l'agenzia Domei diramava per radio una informazione confermante che le truppe giapponesi erano giunte in vista- detta città, e che in questa sarebbero entrate, con tutta prò babìlitò; entro la giornata. Al momento in cui presentiamo guasti telegrammi per la trasmissione, la notizia ufficiale dell'ingresso dei giapponesi nell'abitato della città che da il nome all'isola non è ancora stata diramata. Ma presumiamo che è soltanto que stiano di ore. L'agonia della difesa Già atamattlna, a Bangkok, a Macao, a Sciangai, le radio ave vano intercettato comunicazioni annunclantl ' l'agonia della * resi stenza britannica. Tutte le notizie concordavano nel senso che la battaglia per la conquista di Singapore stava volgendo alla fine, mentre sulla citta si abbatteva una pioggia di acciaio rovente e di esplosivi Incendiari lanciata dall'aviazione giapponese, rimasta incontrastata padrona del cielo di quell'estremo lembo della terra malacca. Per tutto il pomeriggio di ieri, e la notte, le squadriglie nipponiche avevano bombardato le posizioni britanniche, le opere fortificate e le navi nemiche nelle acque attorno all'isola. Una nave da guerra britannica di 3000 tonnellate è stata messa fuori combattimento. La stazione ferroviaria, situata presso il porto commerciale è stata colpita da numerose bombe e gravemente danneggiata. Tutta la città appariva fumigante per gl'incendi causati dal bombarda mento o appiccati dagli inglesi in fuga. Mentre quest'ipadlddio si abbatteva su tutti gli obbiettivi militari e portuali della città, dal nord le colonne motorizzate giapponesi, che ieri avevano scardinato le opere difensive britanniche di Bu kit "rimari dilagando nella planu ra, si avvicinavano rapidamente a Singapore. La presa di Bukit Ti mah — notano gli esperti milita ri — è quella ohe < ha tagliato il collo alla difesa di Singapore », Caduta la posizione, agli Inglesi non restava via di scampo: la cit-lta era perduta. _ Gii stessi ambienti militari ren-ldono omaggio all'indovinata strategia del Comando nipponico per l'esecuzione del piano di sbarco. Quattro giorni epici Mentre i giapponesi il 7 febbràio eseguivano una finta, costringendo con uno sbarco nell'isola di Ubin il nemico a concentrare la propria attenzione in quella direzione, il grosso delle forze alla mezzanotte del giorno seguente sbarcava nella zona paludosa occidentale, nei pressi di Krangi. Il giorno 10 i nipponici avevano già occupato l'aeroporto di Tengah e si impossessavano delle alture di Kallang-Temah, di Mandai e di quelle di Buleit Ternati, Grazie al diversivo di Ubin, gli effettivi nemici che dovevano fronteggiare il grosso delle forze nipponiche si erano latti più radi, dato che gran parte di essi erano stati inviati sul Iato orientale dell'isola. Questi effettivi dovettero poi essere rimandati sulle linee che tenevano precedentemente, mentre l'ala sinistf'j, delle forze nipponiche, partendo dai dintorni della base navale di Singapore (posta sul lato settentrionale dell'isola): si precipitava verso sud-ovest a sostenere le truppe che avevano attraversato la zona occidentale dello stretty di Johore. Dato il rapido sviluppo degli avvenimenti e l'entrata in Singapore-città delle truppe giappone- si scendenti da Bukit Temali, per dono ogni interesse le notizie ri- giuardanti i combattimenti che precedettero la caduta di tale bastione fortificato. Non sólo la sorte dell'agglomerato principale, o addirittura unico, della « Gibilterra asiatica», è ormai deciso, ma anche quella delle troppe britanniche che, battute e premute da ogni parte, sono andate ammassandosi, inseguite dal fuoco giapponese, nella parte orientale dell'isola. Dove si avrà l'epilogo Si calcola che oltre 20 mila soldati britannici siano qui accerchiati da tre parti, con le spalle al mare. La loro aorte è tragica mente decisa: o arrendersi ai giapponesi (già da Ieri centinaia di migliala di manifestini In tal senso sono stati lanciati dall'aviazione nipponica) oppure lasciarsi distruggere dai bombardamenti aerei, senza alcuna possibilità di difendersi. In quanto ad Imbarcarsi, neanche parlarne: mancano I porti, mancano le imbarcazioni e, soprattutto, manca il tempo. Infatti, dopo, l'occupazione di Singapore-città l'isola resta, ai fini della prosecuzione delle operazioni militari, divisa in due parti da una linea principale che corre da nord-ovest verso sud. Gli attacchi giapponesi potranno guindi svolgersi dal centro verso la co sta orientale, contro i forti e le altre opere fortificate in mano degli inglesi. E' notevole, intanto, il fatto che, nelle immediate vicinale dell'altura di Bukit Timah, si trovano gli ultimi due serbatoi d'acqua ancora a disposizione degli inglesi. E' verosimile che giapponesi se ne impadroniranno al più presto: E1 certo che le operazioni con? tro gl'inglesi e i loro alleati asserragliati nei forti della zona orientale continueranno con la massima vigoria. Già l'aviazione nipponica ha preso a volare sulle posizioni nemiche, affrontando e ab battendo gH ultimi residui della caccia britannica. Quattro «.Hurricane » sono stati abbattuti oggiE ciò, mentre i grossi calibri piazzati sulla costa di Johore continuano a far fuoco sui forti di Ciang-gi, all'estremità orientale dell'isola. E' su quella zona che si svolgerà l'ultimo atto — che è neppure il più importante — della battaglia di Singapore. Questa è già finita con l'entrata — annunciata dalla radio e da dimostrazioni popolari nelle vie di Tokio", in questa giornata sacra alla celebrazione dell'avvento al trono dell'imperatore Jimmu, avvenuta esattamente £602 anni fa — delle truppe nipponiche nelle vie della città-fortezza. Soltanto 52 ore sono trascorse dal momento in cui I primi reparti del Sole Levante ponevano piede nella laguna di Krangi. Cesare Viale

Persone citate: Cesare Viale, Hurricane