Piani germanici per sfruttare tutte le torze produttive di Giorgio Sansa

Piani germanici per sfruttare tutte le torze produttive LA MOBILITAZIONE EUROPEA DEL LAVORO Piani germanici per sfruttare tutte le torze produttive Berlino, 9 febbraio. Sono note le discussioni che si fanno in Germania sull'opportunità di una mobilitazione generale delle riserve di lavoro europee. In relazione con questo problema si sottolinea oggi come già vi siano in Germania due milioni e mezzo di lavoratori stranieri (di cui 1 di polacchi, 270 mila italiani, 250 mila belgi, 100 mila francesi, 93 mila olandesi, 80 mila slovacchi, 35 mila ungheresi, 29 mila danesi, 7 mila romani, ecc.), e che in vari paesi vi sono ancora disoccupati che si potrebbero chiamare al lavoro: in Svezia ve ne sono 45 mila, in Danimarca 31 mila, in Ungheria 9 mila, in Olanda 126 mila, nel Belgio 108 mila, in Francia 310 mila, In Svizzera 11 mila, in Spagna 471 mila e infine tra Romania, ex-Jugoslavia, Norvegia, Finlandia un altro contingente 'di 70 mila per un totale generale quindi di circa un milione e 200 mila. Queste, si dice nei circoli economici del Reich, sono vere e proprie riserve di lavoro, mobilitare le quali dovrebbe essere altrettanto facile quanto utile; mobili' tandole si otterrebbe una intensi Reazione del ritmo produttivo eu ropeo con effetti oltremodo beneflci per l'Industria bellica alla quale spetta di moltiplicare i suoi sforzi perchè nell'ultima fase della guerra non manchi nulla al combattente di ciò che gli darà la vittoria. Non sappiamo ancora se vi sia unanimità In questi circoli in merito alle iniziative da prendere, che in buona parte dovrebbero essere di natura politica, e in merito al modo di mettere in funzione tali riserve di lavoro; se cioè si pensi di attingerle alle varie fonti e portarle in Germania o meno. Il dottor Reittinger ad esempio, che abbiamo ampiamente citato ieri, può essere considerato cóme un esponente di questa tesi la quale si riduce In pratica alla formula: i lavoratori disponibili in Europa siano fatti immigrare in Germania. Egli scrive a sostegno della teoria: « La capacità produttiva industriale deve essere sfruttata dove si trova, per cui energie, materie prime e forza dì lavoro devono essere portate dove possono esse re utilizzate nel più breve spazio di tempo possibile col massimo effetto. Lo stesso principio vale per la creazione di nuove capacità produttive industriali le quali dovrebbero sorgere là dove le co struzionl avvengono più rapidamente e più razionalmente. Senza dubbio al ritorno della pace potranno prevalere punti di vista che tengano conto delle varie aspirazioni nazionali; ma nell'ora presente ciò non è decisivo ». A questa enunciazione di una tesi che non lascia a desiderare in fatto di chiarezza e che evidentemente susciterà vivace interesse in tutti i paesi del continente, Io scrittore fa seguire ì'osservazione che le riserve di lavoro si dividono in due categorie: riserve palesi e riserve latenti. Le palesi sono quelle sopradette: ossia i elisoc cupati. Le riserve latenti sono quelle costituite da forze di lavoro attive ma non pienamente sfruttate. Quando in una azienda vi sono tre persone per compiere il lavoro che due potrebbero svolgere senza fatica una delle tre persone è una riserva latente. Attualmente in Germania si sta ri¬ ducendo il personale delle amministrazioni civili, pubbliche e private, in base a tale principio; e cosi dovrebbe essere fatto, si afferma, anche altrove. Senonchè mentre per ottenere impiego ai disoccupati esteri basterebbero il più delle volte misure economiche m quanto i disoccupati cercano lavoro e lo accettano quando viene loro offerto, per. mobilitare le riserve latenti sarebbero necessarie in ogni paese, si crede, anche misure politiche e cioè ingerenze nell'economia privata tali che non si possono sempre improvvisare: perciò sorgerebbero difficoltà. Tenendo conto di questo fatto I teorici tedeschi ritengono che per il momento sia opportuno accontentarsi quindi delle riserve palesi. Ed è su questo punto che probabilmente si inizieranno discussioni politiche con l'estero, mentre criteri più rigidi e simili a quelli vigenti nel Reich dovrebbero essere adottati per la mobilitazione, delle riserve del lavoro dei paesi occupati. Giorgio Sansa Un soldato dell'Asse, con l'equipaggiamento anti-ghibli. (Foto Boecker - Atl.).