La quaresima degli obesi di Concetto Pettinato

La quaresima degli obesi GLI AMERICANI E LA GUERRA La quaresima degli obesi Addio paradiso terrestre! Crolla la persuasione insolente di 135 milioni di uomini di possedere la formula magica della prosperità, di essere il sale della terra, I padroni di tutto l'uman genere La nuova guerra mondiale introduce gli Stati Uniti d'America nella grande famiglia dei popoli Che la tirano corta. Si può pensare quel che si vuole delle conseguenze militari, economiche, soeiali, morali implicate pel Vecchio Mondo dal suo conflitto con la Confederazione stellata: nessuna considerazione potrà impedirgli di provare un certo contento per la fine di quella colossale ingiustizia che consisteva nella felicità dell'America. Nulla da rimproverarsi L'America non è più un paradiso terrestre. L'Eden transatlantico era già uscito, a dir vero, leggermente malconcio dalla prima guerra mondiale, e l'Adamo yankee non sentiva più intorno a sè l'intatta euforia dei primi anni del xx secolo. Le marce della fame intorno al Campidoglio di Washington, la new Deal, la dittatura rooseveltiana e molte altre cose avevano lasciato indovinare da un pezzo a quell'uomo infallibile come dentro i boschetti onusti di poma strisciasse subdolo un serpente. Comunque, le preoccupazio- , l a o i o ni.non avevano ancora fatto breccia sul serio nel profondo ottimismo del Nuovo Mondo. Babbitt tradiva qualche ruga, e la prosa dei Sinclair Lewis, dei Dos Passos, dei Lewisohn e delle altre celebrità del Parnaso semitico di Greenwich Village non contribuiva a rasserenarlo; ma, tutto sommato, la vita procedeva ancora abbastanza liscia, fra Manhattan e la Golden Gate, e se qua e là faceva una grinza era tutta colpa degli Europei, di quegli sciocchi, turbolenti e molesti Europei che, a forza di agitarsi e di battersi, s'erano ridotti poveri in canna e non potevano più comprare quel che l'America aveva bisogno di vendere, tranne a dar loro, insieme con le merci, il dvnaro per pagarle. In quanto agli Americani, poverini, non avevano nulla da rimproverarsi: la ragione stava dalla loro e, come credere che, presto o tardi, con le buone o con le cattive, non riuscirebbero a rimetter la testa a partito a quei guastamestieri ? Intanto, e questo è l'essenziale, l'America restava l'America. Il dollaro correva, il whisky anche, le cafeterias di Broadway rigurgitavano di clienti, Hollywood sfornava pellicole a tutto andare, i G-Men non riescivano a turbare del tutto i sonni degli uomini intraprendenti, le estati a Long Island serbavano il loro fascino, l'automobile famigliare faceva il proprio dovere, le bistecche all'uovo, il grape-fruit comparivano fedelmente su quasi tutte le mense e il frigorifero in cucina conteneva sempre un mezzo pollo o un litro di latte da cavarsi la fame prima d'andare a letto. A paragone dell'Europa nevrastenica e denu trita, costretta a stringersi la ct'n tola, a mangiar pane di segala, a rinunziare al caffè, a rivoltarsi t vestiti, a camminare a piedi, a gelare di freddo e a risparmiare la luce elettrica, l'America, che bruciava grano e Portorico nei forni delle sue locomotive, poteva anco ra vantarsi d'essere una Terra promessa. Paramount e Fox-Movietane non duravan fatica a mantenere il prestigio nazionale recando attorno per le sale nere della fa melicc Europa e della malinconica Asia corti-metraggi pieni di belle ragazze seminude e ben pasciute, di atleti fotogenici, di pionieri audaci e fortunati, di corsi di fiori a Manila! di facili amori a Hono lulu, di marinai specialisti della tap-dance, di cantori sentimentali. Mentre noi ci dibattevamo fra angustie d'ogni genere, quelli d'oltre Oceano, beati loro!, alzavano la voce, piantavano i piedi sui tavoli, fumavano grossi avana in maniche di camicia, facevano saltare le dattilografe sulle ginocchia, andavano a Beno per divorziare, passavano le ferie alle Hawai, domavano cavalli bizzarri e pensavano all'egemonia mondiale. Risuolarsi le scarpe! Ma ora tutto questo è mutato, o sta per mutare. Crolla o si sgretola la persuasione insolente di 135 milioni d'uomini di possedere la formula magica della prosperità e del successo, di essere lo Étato perfetto, il sale della terra, il padrone nato dell'untati genere, il campione imbattibile che ti mette K.O. un avversario al primo round. Con l'invasione nipponica galoppante dal Pacifico all'Oceano Indiano, la prosperità degli Stati Uniti vacilla, Babbitt cala le arie. Gli hanno razionato lo zucchero in cucina e i copertoni in rimessa. Prima o poi razioneranno i suoi vestiti di lana e le calze di seta di sua moglie. L'industria, che sin qui non pensava fuorché a servirlo, a ninnarlo, a prevenirne bisogni, desideri e capricci, lo abban¬ dnlsdtlmbfcsdcdAssanvrtdlrdiriIdtfptridvfcMuz dona, misero, alla sua sorte! Ford non ha più tempo di lavorare per lui. Sears non gli spedisce più i suoi cataloghi. D'ora innanzi egli dovrà accontentarsi di andare attorno nella sua vecchia automobile, frustare i vestiti dell'anno prima, trovare chi gli rammendi la biancheria e chi gli ripari la radio, farsi risuolare le scarpe e smacchiarsi l'impermeabile. L'alba delle restrizioni E' la quaresima degli obesi. Ma sarà poi davvero questa una gran disgrazia f C'è da scommettere, al contrario, che gli affari del mondo ci guadagneranno. Quando gli Americani avranno imparato a soffrire, saranno forse meno restii a comprendere i dolori degli altri. Un popolo che nuota nell'oro non può capire popoli costretti a vivere di patate, di polenta o di riso; ma un popolo che ha una trentina di miliardi di dollari di disavanzo e cento miliardi di dollari di debito pubblico comincia a rendersi conto, coinè per incanto, di un mucchio di cose già ritenute nesplicabili. Le disgrazie dell'Europa sono scaturite sin qui dalla impossibilità pei popoli ricchi — Inglesi, Francesi, Olandesi, ecc. — di scendere, o di elevarsi, all'intelligenza dei popoli poveri. Le difficoltà del vivere quotidiano vi producono sin da ora effetti salutari. Nè a Parigi nè a Londra si riderebbe più dell'italiano che vive di pane e cipolle o del tedesco che va a cercare il burro nel carbòn fossile o del giapponese elve marcia all'assalto a pancia vuota. Il Medio Evo non fu probabilmente un'epoca di comprensione internazionale se non perchè tutti i popoli vi si trovarono egualmente a • corto di salsicce e di numerario. La fraternità universale sorge dalla carestia, e lo sa bene la Chiesa, che è universale e che per questo santifica la povertà, se anche talora si astiente dal praticarla. Vedremo ancora una volta il mondo riconciliato dalla miseria comune e l'ingegnosità dei riformatori politici prevenuta dal pragmatismo elementare del pellegrino romeo f Senza correre tanto, diciamo, pel mo/nento, che il regresso dello standard of life in America e nei paesi anglosassoni viziati dalla fortuna è certamente un presupposto favorevole alla pace futura. Babbitt ha ancora molto cammino da percorrere prima di rinsavire, ma se sta scritto che egli, John Bull e Jacques Bonhomme debbano incontrarsi un atomo coi popoli ai quali voltaron le spalle, è perchè tutti si recheranno al convegno in camicia e con la corda al collo, come i borghesi di Calais. Salutiamo, dunque, non per invidia retrospettiva ma per spirito filosofico e per educazione cristiana, l'alba delle restrizioni nella Repubblica stellata. Roosevelt ha tradito l'America per meglio calpestare il Vecchio Mondo: ma le vie della giustiziai sono qualche volta tortuose e non è detto ohe questo nemico dell'uman genere non abbia lavorato, a sua insaputa, psr il bene dell'uman genere. Concetto Pettinato