"La Creazione,, di Haydn al Teatro di Torino

"La Creazione,, di Haydn al Teatro di Torino Teatri e Concerti "La Creazione,, di Haydn al Teatro di Torino o Se lo spazio non difettasse, piacerebbe assai annotare le tante pagine bellissime di-questo oratorio, opera capitale non soltanto nel genere oratorio ma anche nella poesia di tutti 1 tempi. E specialmente rincresce la brevità in una occasione si Tara per la cultura cittadina. Una organizzazione qnal'è l'-Éiar potrebbe infatti sostituire spesso le musiche notissime, e soprattutto quelle di poco valore, con le splendide, e ignote al più, nel campo orchestrale e vocale, e prepararne con agio esecuzioni ottime. L'attenzione e il compiacimento che il pubblico mostrò udendo altra volta Le stagioni e iersera La creazione di Haydn sembrano sollecitare la venuta degli oratoril di Handel, di Franck, delle cantate di Bach, di grandi cose insomma di eccellenti artisti. In brave, l'impressloue che la Creazione rinnova è sempre formidabile e alta tn ogni sua parte spirituale e tecnica; daU'espressione drammatica al slnfonlsmo e all'lstrumcntazione; dal recitativi degli Arcangeli che, annunciatori dei grandi eventi delle sei giornate, paiono stupendamente commossi e pronunciano parole solenni con ingenuità candida e con piena consapevolezza, alle arie, più che descrittive, intimamente evocative ed espressive; dagli ariosi mutevoli a ogni accenno di nuova vita, di oscurità e di fulgori, di tenerezza e di fede, di curiosità e di gioia, ai' duetti e terzetti, dove le solidarietà spirituali e le prime confltìenumane s'Intrecciano in cantilene palpitanti di bontà, d'affetto, d'amore, di celeste grazia; dal slnfonlsmo che, contributo alla rappresentazione degli svolgimenti sentimentali, lascia le regolarità della stesura per ricordare 1 incertezza degli aspetti caotici, poi torna disciplinato e quadrato, e via via s associa ordinalissimo ai vari canti, e con essi si Integra eloquente, alla coralità anch'essa riflettente l'umanità primordiale nel seno della comune Natura, e inneggiante e commentante. E in mezzo, anzi al culmine del gran poema, tira la formazione dell'universo e il primo casto amore, la pagina più inattesa nella storicità del tempo e nella stilistica haydniana, U cordiale, paterno, divino monito della procreazione, continuità della vita, senza la quale la creazione stessa sarebbe vana; senza tale pagina anche La creazione haydniana mancherebbe del suo centro ideale. Con l'animo pronto ài palpiti dell'arte, Vittorio Qui Tiofferse iersera agli uditori torinesi il poema quale l'aveva già esposto in uno degli ultimi Maggi fiorentini, e fu prova di squisitezza sentimentale e di magistero direttoriale. La valorosa orchestra dell'Eiar si plasmò obbediente e compresa alla sua Intenzione e diede vigori e dolcezze al magnifico discorso; 11 coro, ben preparato dal maestro BTuno Erminero, concorse, quanto poteva, alle squillanti cantiche, alle- semplici o complesse riflessioni e narrazioni, accordandosi al moti e alle espressioni strumentali-, i solisti, ai quali non soccorre, l'osservazione 6 obbiettiva e cronisttea, la conoscenza spirituale e storica degli oratorii e la frequente pratica, 11 che fu sensibile specialmente nei recitativi, fecero del loro meglio, ma Gabriella Gatti emerse con la sicura e piacevole musicalità, le altre parti essendo affidate a ben noti cantanti teatrali, il tenore Piero Paull e il baritono Armando Dado. Nell'ammirazione dell'opera d'arte molti furono gli applausi al direttore e a tutti 1 suol collaboratori. a. d. o.

Persone citate: Armando Dado, Bach, Btuno Erminero, Gabriella Gatti, Haydn, Piero Paull