Il peggio è oramai dietro di noi

Il peggio è oramai dietro di noi Il peggio è oramai dietro di noi U inverno era la grande speranza del nemico : questa speranza è crollata «Se il tentativo con l'Inghilterra è fallito — prosegue Hitler ' —, tanto pia felice sono stato invece di aver potuto raggiungere l'accordo con l'Italia. Nessuna meraviglia: ci sarebbe stato da meravigliarsi se la cosa fosse andata diversamente. Non è pura coincidenza se due popoli come quello tedesco e italiano hanno avuto negli ultimi cento anni lo stesso destino, t Nel secolo scorso la Germania ha realizzato la rinascita e l'unità nazionale: nello stesso periodo anche l'Italia ha conseguito l'unità e i due Paesi anzi per la prima volta si sono trovati fianco a fianco. « P.ii, per qualche tempo, c'è stato un disaccordo, ma ambedue gli 8tati ebbero la loro Rivoluzione quasi nello stesso periodo di tempo, Rivoluzioni basale su idee tanto simili quanto è possibile fra due Popoli divèrsi. Ambedue le Rivoluzioni hanno avuto quasi lo stesso decorso. Ci sono stati dei gravi contraccolpi, ma alla fine si è raggiunta la vittoria. Le dite Rivoluzioni avevano lo stesso programma e ambedue i Popoli si sono trovati un giorno di fronte allo stesso nemico. « Nel 1935 l'Inghilterra si è improvvisamente rivolta contro l'Italia senza alcun motivo: Pltalii non aveva tolto nulla all'Ingkiltena. 71 solo scopo degli inglesi era quello di non permettere che l'Italia raggiungesse la sua 'libertà virale. « Lo stesso è avvenuto In Germania. Che cosa abbiamo portato via all'Inghilterra. ? Che cosa abbiamo tolto alla Francia, all'America? Nulla. Abbiamo offerto la pace. Che cosa, del resto, potevo lo offrire? < Churchill ha voluto la guer¬ ra, ap giato dalla sua cricca k otta per la vita o per la morte, La fortuna ha voluto che i dueSfati fossero guidati da due appoggi e dal giudaismo internazionale. E dall'altra parte dell'oceano l'ha voluta un vecchio massone il quale crede di potere, con la guerra, rifare la sua economia igangherata e di guadagnare tempo. «1 due Stati, Italia e Germania, sono ora uniti in una Uomini che sono venuti su dalpopolo, hanno condotto le Rivo- luzioni e le hanno portate a ter-mine. In questi ultimi giorni, nei pochi momenti liberi che ho a mia disposizione, ho letto qualche cosa sullo sviluppo della Rivoluzione fascista in Italia. Quale analogia, quale somiglianza vi è con la Rivoluzione in Germania! Bi è dovuto combattere per gli stessi argomenti, contro gli stessi ostacoli, per gli stessi scopi. Sembra di leggère la storia della Rivoluzione nazionalsocialista. ni due Stati sono ora uniti e combattono insieme. Soldati tedeschi combattono insieme con ?urlìi italiani in Africa Settenrionale: soldati italiani combattono con quelli tedeschi sul fronte orientale. Su tutti gli scacchieri essi combattono insieme e combatteranno fino al conseguimento della vittoria finale. Il Giappone in linea « Anche U terzo Stato — prosegue il FUhrer — si è infine schierato al nostro fianco: il Giappone. (Grandi acclamazioni). « I tre grandi popoli saranno uniti e vogliono vedere chi in questa guerra sarà il più forte: noi o i nostri nemici Chi non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare oppure chi ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Quale profitto può infatti sperare il governo della Gran Bretagna che possiede enormi ricchezze delle quali non sa neanche che farsene? Vedremo a chi la Provvidenza darà il premio della vittoria, a chi ncjn ha nulla o a chi ha tutto. E se un arcivescovo anglosassone prega il Signore perchè castighi la Germania scagliando contro di essa le orde del bolscevismo, lo vi dico che ciò non sarà mai. Un altro paio di maniche è invece se il boi- scevismo non si abbatterà alla fine sulla Gran Bretagna medesima. < H popolo tedesco ha fiducia in me, cosi come io posso fare su di lui cieco assegnamento. Esso sapeva che avevo grandi piani da realizzare, sapeva, anzi aveva la certezza, che avrei saputo realizzarli. Il popolo tedesco può essere i certo che un 1918 non si ripeterà !mai più. La bandiera del Reich non sarà mai più ammainata. rita ] «Nel sud l'Italia (applausi al- ! tissimi dell'intera assemblea) 1 nell'estremo nord la Finlandia ] e poi tutte le altre nazioni si sono schierate al nostio fianco: Slovacchia, Ungheria, Croazia, Romania hanno inviato i loro figli al fronte deU\est dove combattono contro il comune nemico per una causa che riguarda ciascuno e tutti, che riguarda l'intera Europa. Con essi combattono anche molti volontari spagnoli, belgi e degli stati scandinain del nord, e perfino francesi. Questa è veramente una guerra dell'Europa. La campagna di Russia «In Asia orientale vi è pure un altro grande popolo che - combatte con noi, un popolo che ha fatto passare per sempre la voglia di ridere a quel certo uomo di stato' che si illuse di infischiarsene. « Degli avvenimenti bellici — soggiunge Hitler — voglio occuparmi molto brevemente. Basterà accennare alle fulminee battaglie e alle strepitose vittorie: 1930: Polonia; 1940: Norvegia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia; 1941: Balcani, Creta e infine campagna di Russia ». A questo proposito ricorda di essersi reso conto dei propositi e dei piani aggressivi di Mosca durante la visita fatta a Berlino da Molotof. Le vicende successive non fecero che confermarli. « Il 22 giugno, soggiunge, tirai le inesorabili conseguenze delle realtà che avevo chiarissimamente intravisto. Quando la lotta è inevitabile la migliore difesa è l'attacco. E cosi fu anche la scorsa estate. Del resto anche il Giappone ha obbedito a questo elementare comportamento ed io non posso che plaudire alla decisione del suo governo il quale invece di lasciarsi invischiare dagli insidiosi,. ' negoziati troncò ogni cosa e passò all'attacco ». y Hitler esalta a questo punto l'eroismo dei suoi soldati e ha quln di parole di caloroso elogio per l'arma subacquea, che anche in questi giorni ha. fornito prove In discutibUi della sua audacia e della sua perizia proprio nelle acque di quel medesimo Roosevelt, che, mediante un -progressivo allontanamento dalla (legge di neutralità si era proposto) di scacciare, a poco a poco, dall'Atlantico, i sottomarini dell'Asce. Questa è la vera ragione per) cui negli scorsi me¬ ft à ¬ si si è verificata una diminuzione negli affondamenti di naviglio nemico. Del resto è bene si sappia' che U numero dei sommergibili tedeschi, nel frattempo, è grandemente aumentato. Anche per questa ragione, e cioè in considerazione della summenzionata tattica di Roosevelt, il fulmineo attacco del Giappone ci è giunto gradito nel senso che ci tolse da una situazione insostenibile. Accennando ai mastodontici piani che la propaganda anglo-sassone in genere e quella nord-americana in specie va sbandierando, il FUhrer ha avuto parole sarcastiche aggiungendo che la Germania e i suoi alleati sono pronti e capaci di fronteggiare qualsiasi eventualità. La riconquista di Bengasi «Dall'estremo nord-Africa, dalle coste della Francia, all'est, siamo in grado di affrontare vittoriosamente qualsiasi situazione, e se qua e là perdiamo un po' di terreno, immediatamente sappiamo riconquistarlo. « Una prova di ciò ci è stata fornita nétte ultime ventiquattro ore dalla riconquista di Bengasi, dovuta al generale Rommel che con i suoi soldati e con i valorosi soldati italiani ha fatto ad un certo momento macchina indietro riassando poi vittoriosamente al 'attacco. E così' sarà sempre e dappertutto anche in avvenire». Paróle' di alto elogio egli ha avuto poi per la Luftwaffe che in ftbtti i cieli ha riportato e continua a riportare magnifiche vittorie. Esalta in fine l'eroismo della fanteria che all'est ha dato prova di virtù guerriere veramente sublimi. A questo punto ha accen- _ problema cioè del trapasso dalla fase delle operazioni offensive alla guerra di posizione. <E' bene notare che la soluzione di questo problema è stata imposta non dall'esercito so vletlco bensì ed unicamente dal ri gidissimo freddo invernale. Fu ap punto per questo che decisi in quel momento di addossarmi personalmente l'intera responsabilità dell'immane compito, assumendo il rporedt e a a - a e i a è l l comando dell'esercito ("applausi;.: Co'n ciò io ho voluto essere ancor più vicino ai miei soldati. E da qui voglio assicurarli che so perfettamente quanto essi compiono, e so pure che nessuna delle Speranze dell'avversario si realizzerà. «Il peggio infatti è ormai dietro ai noi. L'inverno era la grande speranza del nemico; questa speranza è crollata. «Tutto il popolo è con me» «Nello spazio di quattro mesi ci eravamo spinti fin quasi a Leningrado e a Mosca. Altri quattro mesi sono intanto trascorsi e in questo tempo il nemico ha avanzalo di pochi chilometri, subendo perdite enormi in uomini e materiale bellico..Fra poche settimane nel sud tornerà la primavera e questa primavera verrà poi anche nel nord. Il terreno diventerà in fine secco e solido, e allora il no- I stro esercito potrà riprendere le grandi operazioni offensive, ed-assesteremo al nemico il colpo micidiale. «Il nostro soldato è pienamente consapevole della propria superiorità. Il trapasso dalla fase offensiva alla guerra di posizione è riuscito. Che significano i pochi chilometri riconquistati dai sovietici, in confronto con gli immensi territori che abbiamo occupato e in confronto con quanto occuperemo? Recentemente ho rivolto al popolo tedesco un appello per la offerta di indumenti'invernali. La risposta fu una dimostrazione plebiscitaria. Fu un voto di fiducia, e questa è la vera democrazia. Tutto 11 popolo è dietro di me. «Qualf saranno le vicende di quest'anno, non posso dire, nè posso dire dunque quando la guerra potrà terminare. Certo è che anche il 1948 sarà un anno di grandi vittorie. Abbiamo l'Esercito pia potènte del mondo e abbiamo la flotta aerea più potente del mon- ' do. Il nemico può essere numericamente superiore, ma a primavera noi avremo ragione di lui. Saremo dunque ovunque ve comun-' que più forti, « Ciò che fa il Giappone in questo momento — ha soggiunto fra grandi applausi — è inestimabile. Ora non ci rimane che un solo comandamento da seguire: esso si chiama lottare e vincere. La strada sarà difficile e dura, però possiamo essere certi che la mèta sarà raggiunta. Possiamo, insàmma, essere certissimi della vittoria. Tutti devono collaborare al trionfo della nostra causa che • pure la causa dell'Europa. ■ « Per questo — ha concluso — il nostra appello al popolo è. il seguente:- lavorare e produrre. Produrre soprattutto armi e munizioni; con ciò viene fra l'altro risparmiata la vita a moltissimi nostri soldati. Questa è la guerra che l'Europa combatte, non soltanto per sè ma per l'intera umanità ». La fine del discorso è stata accolta da un uragano di applausi e di acclamazioni. La manifestazione di entusiasmo si è rinnovata quando il Fuhrer, seguito dai suoi collaboratori, ha lasciato la sala e successivamente allorchè è risalito sulla sua automobile per far ritorno alla WUhelmstrasse. Prima di lasciare il Palazzo dello Sport, l'Ambasciatore Alfieri e il Ministro De Cicco si sono avvicinati al gruppo dei grandi mutilati intrattenendosi cordialmente con ciascuno di essi. Usciti sulla strada, l'Ambasciatore e la Missione del Partito Fascista sono stati fatti segno a nuove calorose manifestazioni di simpatia da parte di una folla di berlinesi ammassati davanti alla grande Arena e migliaia di persone hanno inneggiato al Duce e all'Italia.

Persone citate: Alfieri, Churchill, De Cicco, Duce, Hitler, Rommel, Roosevelt