Il Caudillo fa proprio il "credo" della Falange di Riccardo Forte
Il Caudillo fa proprio il "credo" della Falange Il Caudillo fa proprio il "credo" della Falange L'importanza dei discorso di Barcellona - Collaborazione di tutti gli elementi nazionali con eliminazione dei refrattari - Là Monarchia debole e rinunciataria non tornerà più , e r i l e a a e a e a a a e e i l . a e to o a Barcellona, 29 gennaio. Il generalissimo Franco continua il suo soggiorno in Catalogna in mezzo al crescendo di manifestazioni di fervore ed affetto da parte della popolazione. Stamattina soltanto è stato diffuso il testo ufficiale.del discorso ronunciato dal Generalissimo aiIstituto del lavoro, discorso che per la chiarezza e l'energia di certe affermazioni e per l'ampiezza con cui ha trattato il tema generale del problema spagnolo merita di essere considerato uno dei più importanti fra quelli pronunciati dal Caudillo. Dopo aver alluso all'entusiasmo popolare di cui ha avuto prova a Barcellona, il Capo dello Stato ha detto: « Nel fare la rivoluzione non abbiamo preteso di istituire un regime dittatoriale senza basi nelle viscere del popolo; siamo in lotta con la democrazia come fu finora concepita, ma cerchiamo la democrazia della collaborazione stretta con tutti gli elementi nazionali. In questa prima tappa di chirurgia d'urgenza, durante la quale dobbiamo spianare il terreno per il nostro edificio, è necessario l'arbitrato ministeriale ». Franco ha ricordato ancora una volta sommariamente le difficoltà dovute superare dalla Spagna in rovine circondata dalla guerra generale; poi, accennando alle leggi organiche dello Stato di prossima promulgazione, ha detto: « Queste leggi dimostreranno che la Spagna non è nè costituisce uno Stato dittatoriale, bensì crea uno Stato gerarchico nel quale tutte le collaborazioni sono possibili. L'avere stabilito che la vita civile spagnola debba incanalarsi per le vie della Falange, non è un capriccio nè un'oppressione delle coscienze; è la premessa indispensabile affinchè per quel canali e quel rami gerarchici giunga fino a noi il sentimento delle classi produttrici. Nel sindacati tutte le discussioni sono libereLo Stato non vuole soffocare alcuna attività privata.- Ma nei momenti attuali l'interesse generale può urtare contro gli Interessi singoli. Faccio appello alla vostra generosità, alla vostra comprensione ». Franco ha accentuato a questo punto il tono della sua oratoria per affermare in termini vigorosissimi che nessuno deve illuderscirca qualsiasi vacillamento nell'indirizzo politico strettamente falangista del suo governo, affermazione che assume una importanza ed un significato altissimo per chi è al corrente di tentativcompiuti anche ultimamente da elementi ligi a forme mentali superate per allentare il ritmo e mu tare il tono della vita politica spagnola in tutti i campi. « Abbiamo tracciato le direttive su questa strada; da esse nulla nè nessuno ci allontanerà. La parola d'ordine è stata data; la vita civile si svolgerà nella Falange, nesuoi sindacati, nelle sue varie attività. Chi lo ha voluto e chi ha la coscienza pulita è entrato nell'organizzazione, ha ricevuto le sue direttive; chi non ha voluto — siatene certi, polche lo esige 11 bene della Spagna — sarà travolto ». Franco ha poi trattato apertamente il noto problema della restaurazione monarchica, problemai cne m realtà si riduce ad un dif< fuso agitarsi di elementi social avvezzi a posizioni di privilegio e sostenuti da forze chiaramente individuali. <I1 giorno dell'unificazione dei partiti, ha rammentato Franco, dicemmo a tutti gli spagnoli che non chiudevamo la porta all'eventualità di coronare la nostra opera in momenti di grandezza della Nazione facendo risorgere o restaurando i poteri tradizionali che ci diedero l'impero. Ma molti ci hanno capito male. Non abbiamo mei annunziato che avremmo ristabilito quella Spagna che ci portò alla repubblica nè quella che perdette tanta parte della nostra Patria fino a ridurci alla centesima parte di quello che era il nostro territorio. Parlai della Spagna tradizionale e non della'Spagna del privilegi. Quella istituzione che ci diede tanta gloria, che era popolare perchè si appoggiava sul cuore del popolo contro le prepotenze dei grandi, perdette vigore e purezza e crollò; ma non crollò a causa della repubblica o della massoneria, bensì perchè era ormai vuota, le mancava la base, le mancava il popolo». Il discorso viene oggi ampiamente commentato e il popolo lo definisce nella sua lingua povera come «il discorso più falangista che abbia tenuto Franco ». Riccardo Forte
Persone citate: Faccio
Luoghi citati: Barcellona, Catalogna, Spagna
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